ALZHEIMER: UN PROGETTO PER NON LASCIARE SOLI MALATI E FAMILIARI

Finanziato dalla Regione Lazio, si svolge nel reatino e vede la collaborazione di associazioni ed enti locali. Capofila l'Amar.

Continua l’impegno dell’Amar – Associazione Malattia Alzheimer Rieti – a sostegno dei malati di Alzheimer e dei loro familiari.
Un percorso complesso, avviato ormai da un paio di anni, che si sta articolando nel tempo creando reti, producendo servizi e formando tutte le figure che ruotano intorno a questa patologia che sul territorio della Provincia di Rieti, caratterizzata da un elevato indice di vecchiaia, sta assumendo un peso sempre più rilevante.
Dopo le campagne di sensibilizzazione, il progetto sperimentale per la diagnosi precoce, i vari corsi di formazione sull’amministrazione di sostegno e sul ruolo dei caregiver, è infatti la volta di “Non lasciamoli soli” l’ultimo progetto avviato dall’associazione grazie ad un finanziamento della Regione Lazio (L.R. 29/93).

“Non lasciamoli soli” prevede l’attivazione di un servizio gratuito di assistenza domiciliare leggera (ADL), che sarà realizzato da volontari esperti, che per 2 volte a settimana, per 8 mesi, assisteranno 15 soggetti affetti da demenza.
Il progetto, che si realizza nei Comuni di Rieti, Cantalice e Fara in Sabina, si rivolge inoltre ai famigliari dei pazienti presi in carico che, a loro volta, saranno formati da personale medico specialistico e riceveranno supporto psicologico.
Obiettivi specifici saranno il miglioramento della qualità della vita dei nuclei familiari dei soggetti affetti da malattia dementigena e l’arriccchimento del purtroppo povero panorama dei servizi distrettuali in questo settore.

La rete locale

L’attivazione del progetto è stata resa possibile grazie anche alla costruzione di una rete territoriale di collaborazioni, che vede coinvolte sia altre associazioni di volontariato (OdV) sia istituzioni locali.
In questa nuova sperimentazione l’Amar è infatti affiancata dall’associazione Anteas di Rieti, relativamente al territorio di Rieti e Cantalice, e dall’associazione Ospedale domiciliare di Roma e Lazio, per quanto riguarda il territorio di Fara in Sabina.
Insieme ai volontari di queste due organizzazioni sono stati avviati due sportelli (a Rieti ed a Fara in Sabina) che, oltre a dare informazioni e fare orientamento, funzioneranno da vere e proprie cabine di regia per tutta la durata delle attività.
Oltre questi, saranno gli stessi Comuni interessati dal servizio di ADL a ricoprire un ruolo attivo nella buona riuscita del progetto, a dimostrazione di come non solo la collaborazione tra pubblico e Terzo settore sia possibile, ma addirittura auspicabile, viste le maggiori risorse che genera sul territorio.

L’allarme lanciato dall’Amar

Non è infatti sfuggita a chi si occupa di pianificazione socio-sanitaria – assessori alle politiche sociali in primis – la lucida analisi fatta dall’associazione AMAR relativamente allo scenario che si sta prefigurando nel reatino.
Se non è un segreto per nessuno che l’innalzamento della vita media implica in generale l’aumento progressivo di malattie degenerative gravi che si presentano soprattutto in età senile, non è difficile immaginare cosa accadrà in termini di richiesta di servizi ed assistenza nella provincia di Rieti nel prossimo futuro visto anche l’attuale indice di vecchiaia pari a 185,46, l’indice di dipendenza degli anziani pari a 35.03 e la percentuale di ultra65enni pari al 23.5% (i valori più alti nel Lazio).
Se questo non bastasse – sempre secondo l’analisi dell’AMAR – studi epidemiologici condotti sempre a livello locale, hanno permesso di individuare con certezza che negli over 65, tra le varie patologie degenerative, la demenza è quella quantitativamente più diffusa: ci sono almeno 2600 malati di cui 1500 affetti da Alzheimer.
Questa malattia è in continuo aumento, dura molti anni, richiede un elevato livello di assistenza, ha un impatto significativo sulla vita delle famiglie anche a livello psicologico ed un forte impatto economico sul sistema socio-sanitario locale che si scontra con una sempre maggiore carenza di strutture assistenziali specifiche o un’adeguata assistenza a domicilio.
Gli stessi comuni, attraverso i piani di zona distrettuali, hanno denunciato la carenza di servizi domiciliari per anziani a fronte del crescente numero di richieste, la carenza di strutture residenziali e/o semiresidenziali per malati di Alzheimer, la carenza di operatori socio-sanitari.

Natale con gli anziani malati di Alzheimer
Natale con gli anziani malati di Alzheimer

Da ciò risulta chiaro come l’assistenza a questi pazienti è abitualmente fornita dai familiari che si trovano, per anni, a sostenere un peso enorme che incide pesantemente sulla loro qualità di vita e sul loro stesso equilibrio psico-fisico.
Proprio in virtù di tutto questo i tre comuni di Rieti, Cantalice e Fara in Sabina hanno aderito al progetto, riconoscendo da una parte come concreto ed immediato l’allarme lanciato dall’Amar e, dall’altra, il grande valore aggiunto che ne sarebbe derivato per il territorio.
Fornire un’assistenza domiciliare leggera, anche per poche ore al giorno, è infatti un servizio molto importante ed un grande aiuto non solo per i malati ma anche per le loro famiglie.
Aiutare le famiglie nell’assistenza può significare inoltre favorire la permanenza del malato all’interno del proprio nucleo familiare e ridurne così l’istituzionalizzazione con cospicui risparmi per il sistema sanitario.
Così come è evidente che cospicui risparmi possano derivare da una collaborazione sistematica tra enti locali e associazioni che, grazie alla loro prossimità, conoscono molto bene cronicità e criticità latenti ed emergenti punto di partenza per qualsiasi tipo di sana pianificazione territoriale.

ALZHEIMER: UN PROGETTO PER NON LASCIARE SOLI MALATI E FAMILIARI

ALZHEIMER: UN PROGETTO PER NON LASCIARE SOLI MALATI E FAMILIARI