ANLAIDS E BARBARA COEN: DI AIDS SI PARLA POCO E MALE

L'Hiv è ancora sottovalutato e considerato una malattia "lontana". Il racconto di Barbara Coen, vincitrice di un contest e volto di una campagna di Anlaids

L’associazione Anlaids, nell’ambito del Progetto Scuole Nazionale, che ha per obiettivo la prevenzione e l’informazione sull’infezione da Hiv e le altre infezioni a trasmissione sessuale‚ ha realizzato il video dal titolo “Orizzonte” con l’aiuto di Barbara Coen‚ una rapper ex studentessa del Liceo classico Benedetto da Norcia di Roma e con il supporto di giovani studenti dell’associazione Sapienza in Movimento. Barbara Coen, 22 anni, è l’autrice del testo della canzone e la protagonista del video.

Com’è stata questa esperienza con Anlaids?
«È stata molto interessante, la tematica su cui il progetto volgeva era molto forte ed essere, in un certo senso, il volto di questa campagna per la prevenzione dell’Hiv non è stato così semplice. Scrivere un testo adatto all’impresa mi è costato numerosi fogli strappati; le parole hanno un valore e orientarle alle emozioni della gente, specialmente in un contesto etico-morale simile, ha avuto il suo peso. I coordinatori di Anlaids di Roma, persone deliziose, sono stati presenti durante le riprese e hanno seguito tutto con partecipazione. Il video è stato realizzato alla città universitaria “La Sapienza”, dato che anche l’associazione studentesca Sapienza in movimento ha deciso di collaborare alla causa e dare disponibilità di spazi e comparse. Il videomaker Ludovico Canali, responsabile alla telecamera, seppur giovanissimo, è stato molto professionale, anche il lavoro di montaggio è stato svolto in maniera impeccabile. Sia lui che il producer, chi ha creato la base musicale Emanuele Chiabani, hanno ricevuto finanziamenti da Anlaids per il loro lavoro».

Da dove hai preso ispirazione?
«Tutto è partito da un progetto scolastico per un concorso organizzato da Anlaids nel 2015: la mia insegnante di biologia, Barbara Dainotto, sapendo che cantavo e componevo, mi ha chiesto di partecipare, scrivendo un testo relativo all’Hiv. Ho accettato, ho conosciuto in passato persone affette da Hiv, quindi ho sentito il tema molto vicino. Il testo che ho scritto si chiama “Nadia”, in nome della sorella di una mia amica che purtroppo ora è deceduta: farle sentire la canzone è stato emozionante, per me quanto per lei. Questa canzone con il video girato con la telecamera della scuola, il mio vecchio liceo Benedetto da Norcia, è risultata vincitrice a Roma del contest “Oggi si recita l’Hiv” (da un progetto Arcobaleno Aids con il sostegno di Gilead). Abbiamo vinto una lavagna elettronica per le nostre aule».

https://youtu.be/O8YuaDUThdo

La tua esperienza con Anlaids non è finita con la vittoria del contest?
«Durante la premiazione del contest, il presidente di Anlaids Bruno Marchini, mi ha chiesto di collaborare con loro nella creazione di un messaggio mediale che potesse colpire il pubblico con qualcosa di diverso dal solito spot promozionale. È stata una bella sfida ma, col senno di poi, dico che probabilmente è stata una vittoria. Questa è stata per me un’esperienza importante, come cantante, ma prima come persona e ringrazio l’Anlaids, in particolare il carissimo presidente Marchini, i collaboratori Rosario Galipò, Valeria e Anna, per l’occasione che mi hanno dato e la fiducia che hanno riposto in me».

anlaids e barbara coen
Un’immagine tratta da “Nadia”, che Barbara Coen ha composto per un’amica che ha perso

Hai la percezione che tra i giovani si parli di Aids?
«Tra i ragazzi non se ne parla molto, il preservativo è usato poco, è più da ” grande occasione”, “una tantum”. Questo perché non si parla quanto si dovrebbe di Hiv e, quando se ne parla, si sottovaluta il problema: molti pensano che sia una malattia “lontana”, si dicono “perché mai dovrebbe capitare proprio a me?”, quando in realtà siamo tutti possibili soggetti a rischio. C’è chi dà credito ad assurde teorie secondo le quali l’Hiv non esisterebbe. Ho sentito addirittura che su alcune piattaforme social c’è chi predica la viralità di questa malattia in modo tale da evitare la “questione del contagio”. Purtroppo, come spesso succede, il primo nemico da combattere è l’ignoranza».

Cosa fai nella vita?
«Studio Scienze della Comunicazione all’università “La Sapienza” di Roma. Ballo hip hop da quando ho 7 anni, la musica è sempre stata mia compagna di vita, dandomi un grande aiuto nelle peripezie in cui mi sono imbattuta. Non amo definirmi rapper, anche se il tipo di metriche che utilizzo richiama molto il genere. Mi definisco una cantautrice, per il differente approccio melodico che do ai miei brani. Ora sto lavorando a un progetto mio, un album, con sonorità nuove e improntate sulla mia persona, fresche, esplosive, dovrebbe uscire entro il prossimo gennaio, spero possa darmi la possibilità di dimostrare chi sono. Mi sento un personaggio, non costruito, solo il frutto di quello che ho vissuto. Ho ancora molto da fare, molto da conoscere…»

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