L’ASSOCIAZIONE CHE REGALA IL MARE

Si chiama Crete for Life e ha fatto dell'isola greca un luogo taumaturgico. Accogliendo i bambini bielorussi, ma anche i migranti.

Un’associazione non profit grecalogo crete for life, fondata da persone di diverse nazioni che vogliono aiutare bambini in condizioni di bisogno, aiutandoli a migliorare la qualità della vita presente per incidere nelle prospettive future.  Questa è la presentazione di Crete for Life, un’associazione che da dieci anni collega con le sue attività l’Italia, la Grecia e altre regioni del mondo in un circolo virtuoso. Olimpia Theodoli è la presidente e la colonna portante di questa esperienza: «sono molte le attività che realizziamo in questa splendida isola greca», ci dice quando la incontriamo in uno dei suoi passaggi per Roma, «le più importanti sono la collaborazione con l’ospedale dell’isola, in particolare con il reparto di pediatria, la realizzazione di soggiorni per ragazzi della Bielorussia in difficoltà ed un banco alimentare a favore di migranti che arrivano in Grecia con le rotte migratorie».

Una vacanza che può cambiare una vita

Olimpia ci racconta il perché di questa scelta. «Creta ha un clima perfetto per alcune patologie come la fibrosi cistica o altre malattie respiratorie congenite; queste doti naturalistiche ed il senso sacro dell’ospitalità ci hanno dato l’idea dei soggiorni estivi dei bambini Bielorussi. I ragazzi coinvolti hanno tra i 7 ed 16 anni e provengono da esperienze di gravi necessità, sono vittime di guerra, di disastri naturali o chimici;  lo scopo dei soggiorni è di restituire salute al loro corpo e serenità ai loro spiriti. Creta è un’esperienza così diversa che riesce a regalare un break molto forte rispetto alla vita di tutti i giorni. Questa vacanza può veramente cambiare una vita».

Il programma prevede un soggiorno di quattro settimane – tempo necessario per ristabilire un equilibrio del sistema immunitario.
«L’idea – continua Olimpia- è proprio quella di permettere di fare ”esperienza del mare”:  questa entità così potente e così nuova  per loro sarà un ricordo che porteranno dentro per sempre. Per questo, cerchiamo di ospitare i bambini per tre anni di seguito, perché non vogliamo fargli fare semplicemente una vacanza e poi rimandarli nella loro realtà familiari ed ospedaliere, vogliamo costruire dei rapporti e delle memorie».

I giovani ospiti sono seguiti da volontari della comunità locale e poi ci sono i volontari amici. «Anche l’esperienza con i volontari si è rivelata sempre positiva, sono persone che hanno sempre dimostrato una grande maturità: non è facile avere a che fare con ragazzi che già così giovani hanno affrontato la chemioterapia, hanno subito numerosi interventi ed ospedalizzazioni. Alcuni li abbiamo visti crescere, il primo anno i più piccoli avevano 7 anni, non erano mai stai fuori dal loro piccolo paesino. Quando vado in Bielorussia cerco di vederne sempre qualcuno, perché sono sparsi per la regione. Con gli altri ci teniamo in contatto con Facebook».

Ci sono anche tanti migranti

Olimpia racconta che i suoi viaggi in Bielorussia sono frequenti: «andare a controllare fa parte delle mie responsabilità di presidente dell’associazione, vado a verificare che tutti i passaggi siano sempre trasparenti. Noi seguiamo tutto il percorso, dai documenti per la partenza, al ritorno a casa dopo un mese: alcuni di loro, soprattutto i più piccoli li vediamo proprio lievitare… perché il mare, la dieta, il gruppo sono veramente una terapia efficace».
Però «questi ultimi anni di crisi sono stati difficili, perché i greci si sono sentiti bastonati dalla crisi, ma c’è sempre gente che capisce che anche se non hai niente, aiutare gli altri rimane un valore e infatti l’azione dell’associazione non si ferma qui», continua Olimpia.

«Operare a sud- est dell’isola, la quinta per grandezza del Mediterraneo, ci fa venire in contatto con il fenomeno migratorio. Anche se Creta è un po’ fuori rotta, arrivano molti barconi, e poiché è una zona agricola, ci sono anche molti ragazzi che vengono per fare gli stagionali nelle serre, sono pagati una miseria e per loro avere beni di prima necessità è fondamentale. Per questo abbiamo pensato ad un banco alimentare, che realizziamo, come le nostre altre attività, con il contributo della Fondazione Nando Peretti e della Svizzera Fondazione Rozalia, che seguono l’associazione e la sponsorizzano. Spesso queste persone, oltre essere affaticate sono anche malate – solo nella nostra zona sono 2000 i ragazzi – quindi cerchiamo di comprare prodotti abitualmente inseriti nella loro dieta, e cerchiamo di fornire un sostegno medico», tutto questo è realizzato stando sul territorio a contatto con le persone senza pubblicizzare un servizio. «Garantire la loro salute è importante anche per noi, perché lavorano nelle serre a contatto con i prodotti che poi arrivano nelle nostre tavole».
Olimpia ha sentito raccontare moltissime storie di persone che si “sacrificano” per mantenere in patria la famiglia, che non vengono perché “vogliono” ma perché “devono”.

 Le persone sono risorse

Il racconto di Olimpia sulle attività e l’impegno di Crete for life confermano che il circolo virtuoso esiste davvero. «Una volta abbiamo conosciuto un lavavetri in un supermercato: che in realtà era un medico che voleva mettere a frutto la sua professione anche in una terra lontana dalla sua: gli abbiamo fornito uno stetoscopio ed una macchinetta per misurare il glucosio, da quel giorno è diventato un aiuto non solo per i tanti ragazzi che non avrebbero potuto rivolgersi ad un medico, ma addirittura per i suoi “nuovi” vicini greci».
Il fatto è che «facciamo parte di una comunità e, che ci piaccia o no, bisogna vedere le persone come delle risorse, perchè ci sono delle realtà talmente dentro la nostra che non è possibile dire “non le voglio”».  La scelta di Olimpia è motivata dalla convinzione che «le responsabilità sono sì politiche, ma la vita è nostra ed è una, siamo noi che dobbiamo essere attivi, questo mondo è caotico ma è pieno di opportunità e d’incontri, perché non approfittarne».

L’ASSOCIAZIONE CHE REGALA IL MARE

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