ROM: LA CAPITALE RISPETTI LA STRATEGIA NAZIONALE DI INCLUSIONE

Usare i fondi europei per includere e coinvolgere il popolo Rom nelle decisioni. Le richieste di Nazione Rom, in Municipio 15 contro il nuovo Camping River

«Da tempo chiediamo alla sindaca Raggi e all’assessora alla Persona, Scuola e Comunità solidali, Laura Baldassarre il rispetto degli accordi quadro strutturali di inclusione sottoscritti dall’Italia nel 2011 che riconoscono a Rom, Sinti, Camminanti il diritto di decidere, insieme alle istituzioni locali, della loro stessa inclusione. Roma, e l’Italia, stanno violando la strategia europea». A parlare è Marcello Zuinisi, presidente associazione Nazione Rom, il 3 Aprile, durante il consiglio straordinario in Municipio 15, a Roma, sul reperimento di un’area attrezzata per l’accoglienza ed il soggiorno di 120 nuclei familiari Rom, l’affidamento della gestione del nuovo campo e lo sgombero del Camping River. «Una misura temporanea, non un nuovo insediamento», come l’aveva presentata il Comune dopo l’approvazione della determina in Marzo.

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«Con questo bando si continua ad utilizzare risorse per la gestione dei campi, mentre i fondi europei consentirebbero di risolvere il problema alla radice»

La strategia nazionale di inclusione che l’Italia ha ratificato nel 2012, di cui avevamo già avuto modo di parlare con Gianni Carbotti,  associazione Amnistia Giustizia e Libertà, prevede percorsi di superamento dei campi e di integrazione basati sui quattro pilastri principali di lavoro, salute, scuola e casa e un ampio piano di finanziamenti europei, stanziati a questo scopo. Ma prevede che tutto questo si faccia insieme alle persone da integrare.

In consiglio straordinario c’erano tutti. C’erano Rom, c’era il governo municipale, c’erano i cittadini, preoccupati dell’impatto che un nuovo campo avrà in un territorio come quello di Due Ponti – Labaro, già fragile, in cui manca una adeguata rete idrica e fognaria, il trasporto pubblico, i servizi scolastici, la viabilità non funzionano, non ci sono luoghi di aggregazione o per gli anziani, che sempre di più denuncia l’abbandono delle istituzioni.

Il problema è che lì un nuovo Camping River non lo vuole nessuno. E così si sentono frasi come «rispediteli al mittente», che di inclusivo hanno poco. Con il perpetuarsi di logiche sempiterne. «L’unica risposta possibile», per Gianni Carbotti, anche lui in Municipio, «è il superamento dei campi, attraverso la strategia nazionale, con il corretto utilizzo dei finanziamenti europei, che esistono proprio a questo scopo».

Con questo bando, però, per Carbotti, «si continua ad utilizzare le risorse per la gestione dei campi, luoghi criminogeni di razzismo, mentre i fondi europei consentirebbero di risolvere il problema alla radice».

Si continua a parlare dei Rom senza i Rom

La Giunta Raggi ha fatto della chiusura dei campi uno dei propri argomenti di punta, già in campagna elettorale e del rispetto della strategia nazionale uno dei suoi macro obiettivi.

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Per i cittadini un nuovo campo avrebbe un impatto molto duro su un territorio già fragile. Foto Nazione Rom

«Ci stiamo impegnando», ha dichiarato l’assessora Baldassarre durante l’incontro, «in un percorso rispettoso di tutte le parti coinvolte, e lo stiamo facendo nel rispetto dei tempi. A Dicembre è stata emanata la delibera che istituiva  il Tavolo cittadino per l’inclusione delle popolazioni Rom, Sinti e Camminanti previsto dalla strategia nazionale.  A fine Gennaio la prima bozza di Piano, che presto sarà definitiva, è stata condivisa con le associazioni iscritte al Registro Antidiscriminazione Unar e abbiamo già ricevuto le proposte di modifica». Tuttavia, ha spiegato Zuinisi, «al Tavolo, che ha solo funzione consultiva,  Rom, Sinti e Camminanti non ci sono». Una situazione che Nazione Rom ha sottoposto ad Anac, l’Autorità nazionale anticorruzione, «per falso materiale in atto pubblico». «Il Comune afferma di  attuare la strategia, ma quel coinvolgimento di Rom, Sinti e Camminanti nei tavoli decisionali che la stessa strategia impone non c’è mai stato».

«Quella per l’antidiscriminazione e quella per l’attuazione della strategia europea sono due funzioni distinte di Unar», ha continuato il presidente di Nazione Rom. «Affermare che si sta attuando la strategia perché, con il Tavolo di inclusione, si stanno coinvolgendo le associazioni iscritte al Registro Antidiscriminazione è un falso. La strategia europea prevede la convocazione del Forum nazionale Rom Sinti Camminanti, Tavoli regionali e cinque Tavoli nelle cinque città dell’emergenza. Il Tavolo istituito a Roma coinvolge associazioni iscritte al Registro Antidiscriminazione, competenza altra e diversa di Unar». La stessa Unar che, come ha ribadito Zuinisi, «ogni anno avrebbe dovuto riaprire i termini di coinvolgimento, senza mai farlo e convocare il Forum nazionale, come noi chiediamo da tempo, senza mai farlo».

Effettivamente quella della rappresentanza Rom resta una questione aperta. «Anche il popolo Rom ha proprie associazioni, federazioni, delegati diretti nei campi. L’Assessore Francesca Danese aveva istituito una delibera che convocava il Tavolo di inclusione e che, ogni anno, riapriva le procedure di coinvolgimento». «Ora le istituzioni chiariscano i requisiti richiesti per la partecipazione e la società civile Rom risponderà», è l’invito di Zuinisi. «Il Forum nazionale sarà espressione di una variegata rappresentanza di tutto il popolo Rom in Italia, ma, in questo modo,  avrà l’opportunità di decidere i propri delegati».

Nel Municipio 15 un appello alla collaborazione

Sulla questione dei fondi Nazione Rom intende coinvolgere la Corte dei Conti: «intendiamo chiedere la sospensione non solo del bando sul Camping River, ma anche dei fondi strutturali europei, stanziati attraverso 62 programmi, di cui 2 nazionali – il Pon Inclusione (un miliardo e 250 milioni) e il Pon Metro (894 milioni di euro) -. Senza contare i 60 programmi nelle Regioni sui fondi sociali europei, i fondi di sviluppo agricolo e regionale europei. La cifra totale già finanziata e incassata dall’Italia è di 32 miliardi di euro, sette dei quali destinati all’inclusione sociale di senza fissa dimora, Rom, Sinti e Camminanti». Una «frode ai danni degli ultimi», per Zuinisi.

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«Per stare nella strategia nazionale ci sono elementi di discriminazione positiva necessari». Foto Nazione Rom

Neanche la delibera di iniziativa popolare Accogliamoci risponde ai criteri della strategia di inclusione per Gianni Carbotti «perché prevede l’individuazione di un ufficio unico di scopo con un accentramento delle competenze nelle mani di un delegato scelto direttamente dal Sindaco. Ma la cosa più grave è che si propone di utilizzare i fondi stanziati ogni anno per la gestione dei campi (circa 24 milioni di euro l’anno) per finanziarne un superamento rispetto alle cui azioni non c’è chiarezza. Ancora una volta si parla di Rom senza i Rom e si parla di una strategia che si sa violata apertamente».

«La nostra idea è stare dentro la strategia nazionale», ha ribadito l’assessora Baldassarre. «A questo scopo ci sono elementi di discriminazione positiva necessari per eliminare la discriminazione». «La nostra intenzione è quella di lavorare sulle famiglie, sui singoli, con una pianificazione campo per campo, interventi caso per caso, con percorsi di accompagnamento verso un’alternativa di legalità».

Accanto alla bozza di Piano di indirizzo generale, ha spiegato la Baldassarre, sono stati già attivati tavoli municipali ed un monitoraggio territoriale». Nei programmi del Comune, dopo il censimento, che – lo ricordiamo – ha contato 4.500 persone nei nove villaggi attrezzati, «seguirà un’indagine patrimoniale ed una mappatura delle azioni di inclusione. Ora per i 117 nuclei familiari nel Municipio 15 non abbiamo alternativa, serve un’alleanza tra cittadini, istituzioni e tutti coloro che sono nei campi, ma possono seguire percorsi di legalità».

Nuovo Camping River: ci sono anche altri problemi

Quale sarà la sorte degli “altri”?. «Noi abbiamo i nostri delegati», ha affermato Zuinisi, «eppure si prevedono interventi sui singoli, che ci indeboliscono. Senza contare che, per questo nuovo campo, sono stati stanziati un milione e 270mila euro: il 96% dei quali destinati alla gestione e solo il 4% agli interventi di inclusione sociale. Cosa c’è di temporaneo in questo?»

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«Il 96% dei fondi stanziati per il nuovo Camping River sono destinati alla gestione e solo il 4% agli interventi di inclusione sociale»

Il bando discusso il 3 aprile presta il fianco anche a perplessità di altra natura: procedurali   – nonostante Anac si sia più volte pronunciata sull’affidamento ad unico soggetto gestore e l’assessora Baldassarre abbia posto l’accento sul lavoro del Comune per «ristabilire paletti chiari nel rapporto con il terzo settore», pare che al bando abbia partecipato la sola cooperativa che attualmente gestisce il Camping River – come di rispetto dei requisiti territoriali – per Daniele Torquati, capogruppo Pd, «il bando è contrario alle direttive europee. Questa mattina abbiamo presentato un nuovo quesito ad Anac sul rispetto del codice degli appalti a causa dei problemi dell’area» –.

«La questione nomadi è sempre stata affrontata in deroga, in eterna emergenza, con il perpetuarsi dell’affidamento diretto all’ente gestore. E questo vale anche per il Camping River. Con MafiaCapitale questo non è più possibile, si tratta di trovare sistemi  per perpetuare il campo e l’affidamento all’ente gestore», è la conclusione di Carbotti, che insiste: «con i fondi previsti dalla strategia nazionale i campi potrebbero scomparire nel giro di qualche anno a costo zero, ma questo in molti non lo sanno».

L’incontro si è concluso con una mozione unanime per l’annullamento del bando; l’istituzione di una sorveglianza continua interna ed esterna al Camping River; la predisposizione del censimento patrimoniale degli abitanti del campo e l’istituzione di un osservatorio aperto alla società civile.

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