VOLONTARIATO OCCASIONALE. LA FLESSIBILITÀ ATTRAE I GIOVANI

Vario e sostenibile, il volontariato occasionale è considerato occasione di crescita. Come le associazioni possono capitalizzare queste nuove risorse?

Il volontariato nella forma tradizionale sembra “spaventare” i giovani, che preferiscono forme di impegno volontario plurime, compatibili con la vita quotidiana e che diano un plus in termini di crescita personale, ma anche di acquisizione di competenze trasversali spendibili, un domani, nel mondo del lavoro. Una novità che attraversa il mondo del volontariato e che interroga le organizzazioni di volontariato chiamate ad individuare modalità per non disperdere questa ricchezza. Un approfondimento da VDossier n. 2/2016

La voglia di mettersi in gioco e di conoscere realtà diverse; il desiderio di rendersi utili per la propria città e comunità, di apprendere e mettere a disposizione alcune abilità e competenze. Nonché, la curiosità di vedere e vivere da una prospettiva interna, privilegiata un evento universale e internazionale nel suo esprimersi; la consapevolezza, soprattutto da parte dei giovani, che un’esperienza simile offre opportunità formative e professionali sono, in sintesi, i fattori di richiamo che motivano la decisione di prendere parte a un grande evento nel ruolo di volontari.
È quanto è emerso dall’analisi dell’esperienza di volontariato a Expo Milano 2015, che è stata studiata e approfondita nella ricerca “Volontariato post-moderno. Da Expo Milano 2015 alle nuove forme di impegno sociale”.
Aspetti che, proprio nella soddisfazione riscontrata, hanno fatto sì che ciascun volontario, in modo quasi ricorrente, abbia poi definito l’esperienza di volontario a Expo Milano 2015 forte, valida, fonte di crescita e di arricchimento personale. Più nello specifico, sono due i punti di forza esplicitati dagli intervistati, di cui dà conto la ricerca citata: il primo si riconduce all’aspetto relazionale; il secondo ad un aspetto prettamente personale, soprattutto da parte dei giovani volontari. Punti di forza che si sono resi visibili nella possibilità di uno scambio giocato sia a livello intragenerazionale che a livello intergenerazionale.

volontariato occasionale
Expo è stato uno spazio in cui si sono confrontate generazioni diverse

Lo scambio intragenerazionale, o scambio tra pari, principalmente riscontrabile nella fascia giovanile, richiama il fenomeno della generazione Erasmus, ovvero di giovani aperti allo scambio e alla condivisione di esperienze di vita e formative utili ad orientare sia il loro futuro più immediato di studenti, sia quello atteso per l’inserimento nel mercato del lavoro.
Lo scambio intergenerazionale sottolinea il fatto che il volontariato a Expo ha aperto uno spazio d’interazione quotidiana tra generazioni diverse. Spazio durante il quale la diversità ha trovato un’opportunità di dialogo e confronto che ha portato le generazioni ad una maggiore conoscenza reciproca, nonché al riconoscimento delle risorse e della ricchezza dei rispettivi background.
Nella situazione sociale attuale, l’emergere della dimensione intergenerazionale è aspetto non scontato che sollecita e si pone quale pista di lavoro per le organizzazioni e, in generale, per il mondo del volontariato nella definizione e messa in atto di azioni tese proprio a valorizzare, sostenere, promuovere e rafforzare tale scambio.
Un’esperienza di volontariato “altra” che, vissuta all’interno di un gruppo dei pari, ma non solo, si è dimostrata ricca di aspetti stimolanti ed è considerata patrimonio cui attingere nel futuro prossimo e meno prossimo.
E, seppur temporanea e limitata nel tempo, ha lasciato un segno significativo nella vita di ciascun volontario indipendentemente dalla sua storia di volontariato pregressa. Ha fornito un punto di vista nuovo e inconsueto che ha interrotto e si è inserito nella routine quotidiana e che, soprattutto per i giovani, ha portato ad una maggiore consapevolezza di se stessi e delle proprie capacità. Un’esperienza che ha generato effetti sulla crescita personale e sulla crescita relazionale.
Le dimensioni personale e relazionale costituiscono le due facce di una stessa medaglia sulle quali le associazioni di volontariato, e più in generale il mondo del volontariato, possono concentrarsi per capitalizzare quanto emerso dall’evento Expo Milano 2015. La forma episodica costituisce la concretizzazione dell’intento di avviare o riprendere un impegno volontario; è la risposta alla richiesta di un volontariato che sia vario e sostenibile, come messo in luce anche dagli elementi che gli intervistati hanno associato, per differenza, alla forma di volontariato continuativa o tradizionale.
Una forma di volontariato, quella episodica, che si propone quindi come un’alternativa nel mondo del volontariato, una possibilità di scelta, non definitiva, ma fluida e flessibile.
Il volontariato per grandi eventi, infatti, prendendo le distanze da quello continuativo, nella sua finitezza e limitatezza circoscritta alla durata dell’evento stesso, ha il pregio di essere vissuto come un’occasione di crescita che, in quanto caratterizzata da fluidità e flessibilità, può essere inserita nella propria quotidianità, senza stravolgerla e, proprio per questo, è percepita come più vivibile. Un’esperienza che, oltre a configurarsi come un servizio rivolto ad altri, diventa allettante per l’acquisizione di conoscenze e competenze.
La delimitazione del servizio volontario all’evento e la sua durata costituiscono condizioni di particolare intensità sia a livello emotivo sia di carico-incarico richiesto che contribuiscono a mettere al centro questa esperienza, facendo sì che ciascuno dia il massimo delle sue energie; viva appieno e capti azioni, emozioni e momenti, all’interno di una cornice che è colta come divertente.
Infatti, quanto agli orientamenti futuri, permane e prevale l’idea di impegnarsi in un volontariato episodico, da ripetersi, sicuramente, anche e soprattutto qualora coinvolgesse la propria città. Inoltre, è nel confronto tra volontari con o senza precedenti esperienze di volontariato che si tratteggia la linea futura rispetto ad un impegno continuativo: i volontari già impegnati all’interno di un’attività “tradizionale” la continueranno; i volontari senza esperienza in questo ambito e quelli giovani che l’hanno interrotta manifestano perplessità nell’intraprenderla o nel riprenderla. In un mondo in cui tutto sembra fluido, in cui tutto scorre veloce, dove forse l’incertezza frena l’assunzione di impegni continuativi, la proposta di volontariato legato ai grandi eventi sembra quella che meglio risponde ai nuovi, emergenti, stili di vita.

Giovani: Expo una chance per crescere

La significativa presenza di giovani tra i volontari Expo induce alcune riflessioni. L’esperienza di volontariato ha costituito una “palestra di adultità”, un’occasione per entrare in contatto con il mondo adulto più vasto, allargando quella che può essere definita “socialità generazionale ristretta”.
Attraverso l’attività di volontariato è stato, quindi, possibile espandere la propria cerchia di relazioni e di contatti con il mondo adulto, uscendo dai confini più comunemente rappresentati da genitori e insegnanti. Inoltre, ha costituito la possibilità di affacciarsi ed entrare nel mondo del lavoro.

volontariato occasionale
Per molti giovani l’esperienza di volontariato ad Expo è stato un banco di prova con cui sperimentarsi

L’attività di volontariato è stata, infatti, per molti una prima esperienza para-professionale, che nella proposta di uno spazio d’azione, nella richiesta di puntualità, di organizzazione delle tempistiche e dell’attività da svolgere, nell’assunzione di responsabilità e di modalità di rapportarsi con altre figure (responsabile e/o team leader, colleghi volontari, visitatori), ha costituito un banco di prova nel quale sperimentarsi. In sintesi, un bagaglio di conoscenze e abilità che, a parere dei giovani volontari, difficilmente avrebbero potuto acquisire in altro modo.
Il volontariato nella forma tradizionale sembra “spaventare” i giovani. È questo l’esito delle interviste nelle quali i volontari, soprattutto quelli che non hanno esperienze pregresse o in essere di volontariato, non nascondono la perplessità nell’intraprendere un impegno continuativo e assiduo – perché proprio l’assiduità inibisce la sua assunzione e rende difficoltosa la conciliazione di tempi e impegni – e, invece, vedono nell’episodicità l’occasione per entrare, sperimentare e vivere situazioni nuove che nella velocità e nella variabilità del loro svolgimento, acquistano particolare valore.
Il volontariato episodico, associato a un’idea di volontariato “situazionale e variabile”, appare congruente con l’attuale generazione giovanile, che è attratta da esperienze plurime, per certi versi spendibili nell’immediato, e più diffidente verso un’esperienza continuativa di volontariato perché porta con sé un elemento di vincolo. Una plausibile interpretazione dell’approccio giovanile al mondo del volontariato è legata alle proprietà e agli aspetti che caratterizzano la fase del ciclo di vita dei giovani adulti. Fase contraddistinta da esplorazioni identitarie, instabilità, focalizzazione e riflessione su se stessi, in cui emergono conflittualità di ruoli, ma che si configura pure come età di potenzialità e possibilità di vita. Infatti, in questo periodo, il giovane si trova a poter, e dover, tracciare il proprio percorso, attraverso l’esplorazione, la definizione e l’assunzione di scelte di vita, lavorative, affettive che, non di rado, non essendo legate a sicurezze, stabiliscono una condizione di incertezza che non può non riflettersi anche nel rapporto con l’essere volontario.

Volontariato occasionale e rapporti con le Odv

È indubbio che anche il volontariato sia, oggi, attraversato da novità. L’emergere di nuove forme di volontariato, a partire da quelle legate ai grandi eventi, non necessariamente passa attraverso organizzazioni/associazioni strutturate o le richiede: a tale riguardo, l’opinione dei volontari ne dà un preciso riscontro nella ricerca. Infatti, per alcuni è una necessità, per altri è addirittura un’antitesi della forma stessa di volontariato episodico. Peraltro, la necessità, o “non necessità”, non misconosce l’utilità di poter disporre di un’associazione che svolga un ruolo di supporto, una funzione di raccordo di opportunità e sia punto di rifermento dalla quale ottenere senza essere necessitati a dare.

volontariato occasionale
Un’identità di volontariato plurima, in cui l’affiancamento deve superare la contrapposizione

Indubbiamente un evento, grande o piccolo, limitato nel tempo, è oggettivamente diverso da un’attività di volontariato che presuppone una quotidianità e una continuità. La scommessa, oggi, per mantenere una presenza diffusa di volontariato sul territorio è quella di agire in modo flessibile, individuando e supportando le risorse umane che sono disponibili a un impegno tradizionale, per gli ambiti che lo richiedono, e canalizzando quelle che non intendono o non possono assumere impegni continui e quotidiani, verso altre forme di volontariato. Quindi, che cosa fare?
Una possibile capitalizzazione può essere l’affiancamento dei nuovi volontari e di quelli che si potrebbero riavvicinare al mondo del volontariato, attraverso l’avvio di un processo in cui il loro accompagnamento e l’investimento sulla forma episodica li inserisca, a tutti gli effetti, in un progetto sociale e comunitario più ampio. Una strategia dalla quale far scaturire politiche e iniziative di promozione di un’identità di volontariato plurima, più flessibile, che vada oltre le appartenenze primarie, perché l’orizzonte comune è quello di un impegno condiviso e condivisibile con altri, in cui l’et-et (l’affiancamento) superi l’aut-aut (la possibile contrapposizione).
Un approccio al volontariato, quindi, che configurandosi in più e diverse forme, traduce e riconosce la pluralità e la diversità come risorse dalle quali sia volontari che organizzazioni e associazioni possono attingere, rispondendo ad esigenze diverse. La presenza di più e diverse forme, quindi, non nega e non annulla le peculiarità di ciascuna, non implica e non obbliga ad una scelta esclusiva e permanente, ma si propone come un’alternativa, come una possibilità di scelta tra soluzioni conciliabili e non mutuamente esclusive.

VOLONTARIATO OCCASIONALE. LA FLESSIBILITÀ ATTRAE I GIOVANI

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