ROMA. LA LUNGA STORIA DI ACCOGLIENZA DI QUEL BALLATOIO DI VIA GIOLITTI 225

Casa dei Diritti Sociali è al fianco di persone senza dimora, migranti e famiglie a basso reddito per garantire tutela dei diritti e un eguale accesso ai servizi. Vicina alla stazione Termini l’associazione contribuisce a rendere possibile l’accoglienza dei pellegrini, ancor più in questi giorni, mentre prosegue il Giubileo dei Giovani

di Antonella Patete

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Dal 1989 la Casa dei diritti sociali opera nel quartiere Esquilino a fianco di migranti, persone senza fissa dimora, famiglie a basso reddito attraverso una serie di azioni e servizi tra cui la scuola popolare d’italiano, la lotta alla povertà educativa, lo sportello socio-legale. E proprio la sede dello sportello, in Via Giolitti 225, di fronte alla Stazione Termini, è uno dei punti di accoglienza dei pellegrini a Roma per l’intero anno giubilare e in particolare in questi giorni, per il Giubileo dei Giovani. Anche Casa dei Diritti Sociali è parte del progetto Vol.A in Rete, promosso dal Dipartimento Protezione Civile e dal Dipartimento Politiche Sociali e Salute di Roma Capitale e realizzato da CSV Lazio e Forum Terzo Settore Lazio, con il coinvolgimento, in una rete virtuosa di accoglienza, di numerose organizzazioni romane, che mettono la propria esperienza di cittadinanza attiva a servizio di quanti hanno bisogno di orientamento e informazioni. «Grazie alla posizione centrale, vicino alla stazione Termini e a tutti i punti nevralgici della città, riusciamo a soddisfare al meglio i bisogni dei pellegrini appena arrivati in città», spiega Federica Sessa, operatrice della Casa dei diritti sociali e volontaria per il progetto Vol.A in Rete. «I nostri volontari e mediatori sono in grado di parlare inglese e francese, ma anche spagnolo e arabo. La loro esperienza è molto utile anche per affrontare eventuali problemi di tipo sociale o sanitario».

casa dei diritti sociali
Federica Sessa: «Grazie alla posizione centrale, vicino alla stazione Termini e a tutti i punti nevralgici della città, riusciamo a soddisfare al meglio i bisogni dei pellegrini appena arrivati in città»

Uno sportello per l’accesso ai servizi

La storia della Casa dei diritti sociali passa anche attraverso una lunga esperienza nel disbrigo di pratiche burocratiche per le persone più vulnerabili: una questione che potrebbe sembrare accessoria, ma che in realtà si rivela, in molti casi, vitale. Ottenere un permesso di soggiorno, fare richiesta o ricorso per lo stato di rifugiato politico o anche solo iscrivere i propri figli a scuola spesso richiede una trafila burocratica che, per una persona straniera o comunque in difficoltà, può risultare complicata, se non proprio impossibile. «A noi si rivolgono soprattutto persone straniere», afferma Laura Bisegni, responsabile dello sportello di orientamento socio-legale. «Necessitano del rinnovo del permesso di soggiorno o dell’accesso ai servizi di base, come l’iscrizione al SSN. Tuttavia, la vicinanza alla stazione ci porta a seguire anche le persone senza fissa dimora che vivono in zona o nei quartieri limitrofi. Grazie ai nostri operatori e volontari, riescono ad avere un medico di base, una tessera sanitaria, oppure a usufruire di assistenza legale».

Richiesta di asilo politico, carta di identità, agevolazioni per i trasporti: tante le richieste di aiuto

Sono infinite le questioni che ogni giorno gli operatori e i volontari devono affrontare. Allo sportello c’è sempre tanta gente in cerca di informazioni e soluzioni. Anche in una giornata di pioggia, ci sono persone che attendono sul ballatoio fronte stazione sul quale affaccia la Casa dei diritti sociali. Un luogo pieno di gente che va e che viene, che si ferma a parlare e qualche volta a discutere, ma anche decorato da una serie di vasi fioriti che, su una strada trafficata come questa, non ti aspetteresti. «Abbiamo un team di avvocati volontari che fanno assistenza pro bono, cioè a titolo volontario», continua Bisegni. «Facciamo sia consulenza che presa in carico dei casi che arrivano fino in tribunale. Seguiamo molti richiedenti asilo, che devono presentare le pratiche per la protezione internazionale, e assistiamo le persone in emergenza abitativa, che subiscono uno sfratto. Insomma, trattiamo varie materie, tra civile, penale, diritto di famiglia e diritto dell’immigrazione». Tra i servizi che lo sportello offre agli utenti c’è anche l’assistenza digitale. Le persone straniere come quelle scarsamente scolarizzate o che hanno più di 60 anni possono incontrare difficoltà ad accedere allo spid o a navigare sulla pagina dell’Inps o dell’Agenzia delle Entrate. A volte gli utenti hanno bisogno di una singola informazione, altre volte, però, una pratica può durare dei mesi. Basti pensare ai ricorsi per il diniego della la richiesta di asilo politico, che possono richiedere tempi infiniti. «Poi se l’azione va a buon fine, la persona può avere bisogno di un codice fiscale, di un conto corrente bancario o di fare domanda di agevolazione per i trasporti, così finisce che da una richiesta iniziale se ne aprano tre o quattro di natura diversa».

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Laura Bisegni: «C’è un aumento delle diseguaglianze, sempre più difficoltà di accesso ai servizi essenziali. E come sempre è il volontariato che cerca di mettere una toppa alle mancanze di un welfare che non c’è»

Casa dei diritti sociali: diseguaglianze in aumento e accesso ai servizi sempre più difficile

Nei quasi 20 anni che Laura Bisegni ha lavorato per la Casa dei diritti sociali la città di Roma è cambiata molto. «I flussi di migranti e richiedenti asilo variano in base agli eventi e alle situazioni che si verificavano a livello globale», afferma. Catastrofi, guerre e crisi umanitarie che avvengono a migliaia di chilometri da noi, ma le cui conseguenze possono spingere le persone fino alla Stazione Termini. Tuttavia, negli ultimi tempi, le cose non solo sono cambiate, sono anche peggiorate. «C’è un aumento delle diseguaglianze», rimarca la responsabile dello sportello. «Ci sono sempre più difficoltà di accesso ai diritti e ai servizi essenziali. Siamo costretti a portare avanti delle battaglie di mesi per l’iscrizione anagrafica di una persona senza fissa dimora, perché si pensa che essa debba avere uno SPID, una PEC, uno smartphone e l’accesso a un wifi, quando non ha neanche un letto per dormire ». Anche il diritto alla salute si sta restringendo sempre di più per chi non ha un’assicurazione sanitaria privata o la possibilità di pagare le prestazioni. «E come sempre è il volontariato che cerca di mettere una toppa alle mancanze di un welfare che non c’è. Purtroppo», conclude Bisegni, «troppo spesso i problemi sociali vengono visti soltanto in chiave di ordine urbano. Quindi, la situazione di chi vive per strada in condizioni drammatiche, invece di suscitare sdegno e compassione, viene letta come un problema di decoro delle strade, come se ci trovassimo di fronte a rifiuti invece che a persone».

ROMA. LA LUNGA STORIA DI ACCOGLIENZA DI QUEL BALLATOIO DI VIA GIOLITTI 225

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