MYSOLI: L’APP PER NON ESSERE MAI SOLI NELLE CASE DI RIPOSO

MySOLI agevola la comunicazione famiglie, ospiti e operatori. E c'è anche un portale per orientarsi in questo mondo

Si chiama mySOLI, e si legge mai soli, l’app pensata per agevolare la comunicazione tra le famiglie degli ospiti e gli operatori delle strutture residenziali per anziani, rendere più semplice la comunicazione tra l’anziano e i suoi familiari e contrastare la solitudine e l’isolamento degli ospiti delle strutture. E anche aumentare il coinvolgimento delle famiglie nella cura degli ospiti. Il progetto è molto strutturato e prevede anche un portale per orientarsi in questo mondo, e una ricerca sulle strutture esistenti. La sperimentazione è partita nel Lazio, da una struttura residenziale di Civitavecchia, la RSA Bellosguardo, che ospita 58 anziani. Dal Lazio, proprio in questi giorni, la sperimentazione si sta allargando ad altre zone d’Italia. mySOLI è un progetto di Kapusons, agenzia di innovazione digitale, Fondazione Di Vittorio e Redattore Sociale, con la collaborazione di Inrca (Istituto Nazionale di Riposo e Cura per Anziani), Extreme, Ipazia e Polk&Union.

 

ANZIANI: UN PAESE IMPREPARATO. «Ci siamo posti in un’ottica esplorativa, non sapevamo all’inizio del progetto quali potessero essere i contenuti di un ambito applicativo rispetto a situazioni di marginalità» ci ha spiegato Ugo Esposito, ceo di Kapusons, che abbiamo incontrato al seminario “Guerra e Pace” di Redattore Sociale a Capodarco di Fermo. «Le statistiche ci dicono che nel 2035 gli ultracentenari saranno oltre 150mila. Fino a qualche anno fa, le persone che arrivavano a cent’anni erano raccontate sui giornali come un evento. Il nostro Paese sta arrivando a questo appuntamento impreparato. Le strutture che ospitano le persone sono pochissime e non dotate di nessuna tecnologia con cui scambiare informazioni dall’interno all’esterno, e far entrare l’esterno nella vita delle persone che si trovano sradicate da quelle che sono le origini». Dopo una serie di ricerche, l’idea su cui si è puntato è stata quella di ridurre la solitudine e il senso di abbandono negli ospiti delle strutture residenziali per anziani e fornire un supporto alle famiglie per aumentare la conoscenza e il coinvolgimento con la vita del proprio caro ospite una struttura.

«Pensavamo di conoscere persone autosufficienti, che decidono di passare un pezzo della loro vita in una struttura di ricovero» afferma Esposito. «Invece ci sono soprattutto donne e non autosufficienti». Uno degli obiettivi del progetto è quello di migliorare il rapporto tra famiglie e staff delle strutture residenziali. Oggi sono le caposala il tramite vero tra interno e esterno. Con mySOLI si vuole provare a migliorare la comunicazione tra l’anziano e la famiglia, la famiglia e la struttura e la struttura e l’esterno. Il target del progetto sono gli anziani che vivono in strutture residenziali, le famiglie degli anziani ospiti e il personale stesso delle strutture.

 

L’APP. Una parte del progetto consiste nella creazione di un’app per la gestione del rapporto tra ospiti, famiglie e strutture. «Ci siamo concentrati su una tecnologia per gli anziani», spiega Esposito. «Ma può essere utilizzata anche per altre tipologie di target. Sarebbe interessante utilizzarla anche in alcune comunità, dove c’è necessità di interscambio». Le specifiche del software sono state cambiate in corsa, secondo le esigenze degli utenti: gli sviluppatori sono stati all’interno delle strutture, hanno fatto provare l’app, hanno ascoltato cosa funzionava e cosa mancava. Per gli anziani autosufficienti c’è la possibilità di avere un profilo diretto, quelli non autosufficienti hanno invece dei profili mediati dall’operatore sanitario. Ogni operatore ha un dashboard in cui vede tutti i profili (in questo senso è stato necessario un grande lavoro legale, una contrattualistica legata alle norme del Gdpr).

Sull’app c’è un diario giornaliero: le strutture hanno preso un impegno con le famiglie degli ospiti, andando a compilare giornalmente un diario della vita in comunità. Attenzione: non è la cartella clinica che viene scambiata tra gli addetti alla struttura, è qualcosa che ha meno a che fare con le questioni mediche e più con aspetti come le attività e il morale. E poi c’è la community, gestita dalla cerchia di familiari e amici, che vengono invitati a scaricare l’app per Android e iOS. «Le famiglie ci hanno fatto notare, che a volte ci sono dissapori tra nipoti e figli, che non si parlano tra loro, ma hanno rapporti con le persone nella casa di riposo. Così ognuno può scegliere se fare un contenuto pubblico o privato, che viene visto così da tutti o solo dall’ospite».

C’è un servizio di messaggistica: la struttura può contattare le famiglie per vestiti, materiale che è terminato o per delle visite che devono essere prenotate. Oggi tutto questo è gestito con un misto di e-mail, messaggi Whatsapp, sms e telefonate. Con questo sistema dovrebbe essere tutto più immediato. Infine c’è la sezione galleria. I tablet vengono messi nelle mani degli ospiti, che sono contenti: chi è cosciente può vedere volti familiari e capire cosa succede nella loro vita. Alcuni ospiti, di recente, hanno visto le foto della raccolta delle olive nelle loro terre, da parte dei loro parenti.

 

UN PICCOLO SOCIAL MEDIA. mySOLI diventa allora un piccolo social media personale, a disposizione di un rapporto mediato tra struttura, ospiti e amicizie. È qualcosa che allarga davvero i confini di una struttura. Non è una cosa che va a sostituire le visite, ovviamente. Ci sono delle funzionalità in via di sviluppo che possono rendere mySOLI un mezzo ancora più utile. Si sta pensando, ad esempio, ad un allargamento alla cerchia dei medici di base, a una comunicazione broadcast, cioè all’invio di gallerie, immagini e comunicazioni utili “da uno a tanti”. Si sta pensando all’integrazione con dispositivi certificati di monitoraggio medicale.

 

mysoli
Il portale mySoli.it

IL PORTALE. Il progetto mySOLI è formato anche da un’altra piattaforma. Si tratta di un portale contenente la mappatura delle strutture residenziali regionali. «Sembra strano, ma ancora non c’era un portale che permettesse alle famiglie che devono scegliere una struttura di questo tipo di orientarsi», commentano Esposito e lo staff di Kapusons. Ogni giorno il sito viene aggiornato dai giornalisti di Redattore Sociale con notizie utili sul tema, e diventa così un punto di riferimento per le famiglie che devono scegliere. C’è la possibilità di cercare una struttura, una dimensione informativa, una sezione di notizie e informazioni sul mondo della disabilità, una serie di informazioni pratiche, ad esempio sul come fare a ottenere l’assegno sociale. Poi c’è una sezione sulle buone prassi e un social wall, configurato per pescare, attraverso una trentina di keyword, post su Facebook e Twitter, tutti contenuti pubblici che vengono filtrati da una risorsa che, automaticamente, aggiorna la sezione segnalando cosa si dice in rete sul mondo della terza età.

 

L’INDAGINE NEL LAZIO. «Vi sfido a trovare una struttura per anziani sul web», commentano gli sviluppatori. «Difficilmente troverete un portale regionale. Le regioni che lo fanno sono due o tre, Lombardia e Toscana, nel Lazio ci stiamo lavorando». In occasione del progetto mySOLI è stata fatta una mappatura delle realtà presenti nel Lazio. Sono state trovate 561 strutture anagrafiche di partenza, 438 strutture eleggibili, tra cui 345 strutture da intervistare. Fino a oggi sono state fatte 70 interviste. L’indagine è aperta. L’obiettivo è quello di arrivare a un portale che possa aiutare davvero a trovare la struttura che più si sente in linea con le proprie esigenze.

Se avete correzioni o suggerimenti da proporci, scrivete a comunicazionecsv@csvlazio.org

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