FORMIA: IL VOLONTARIATO VUOLE PARTECIPARE

CSV Lazio ha incontrato il volontariato del Sud Pontino. Si è parlato anche della difficoltà di collaborare con le istituzioni e le Amministrazioni

Si è tenuto a Formia, il 29 marzo, l’incontro tra il nuovo CSV Lazio e il volontariato del Sud Pontino: è stato un incontro molto interessante e partecipato, che ancora una volta ci dice come questa sia una realtà viva, fondamentale per il territorio. L’incontro ha preso le mosse dal documento CSV Lazio futuro prossimo,  che CSV Lazio ha stilato proprio per attivare un percorso partecipato in cui le associazioni possano esprimere non solo i loro bisogni, ma anche la visione del loro ruolo e come si sentano partecipi allo sviluppo della comunità locale (il documento è in discussione in incontri analoghi che si stanno svolgendo su tutti i territori della nostra regione).

Erano presenti, nella sala Boffa del Comune di Formia, sede della Casa del Volontariato del Sud Pontino, 40 associazioni (di volontariato e di promozione sociale) ed alcune cooperative provenienti da tutto il territorio compreso tra i comuni dei distretti socio sanitari Formia Gaeta e Fondi Terracina. Hanno partecipato anche il vicesindaco del Comune di Formia e assessore alla cultura Carmina Trillino, l’assessore ai servizi sociali del comune di Formia Giovanni d’Angiò e l’assessore alle politiche giovanili dello stesso Comune Alessandra Lardo.

 

volontariato del sud Pontino

IL RADICAMENTO TERRITORIALE. Il presidente di CSV Lazio Renzo Razzano, presentando il nuovo Centro di Servizio, ha spiegato che esso nasce dalla fusione delle esperienze, professionalità ed energie dei due precedenti centri (Cesv e Spes) e ha ribadito la volontà di intercettare le specifiche caratteristiche di ciascun territorio e di costruire una nuova e più efficace strategia a sostegno del volontariato. Il nuovo CSV dovrà essere promotore del protagonismo del volontariato e svolgere una funzione di animazione territoriale. Per questo si punterà sul radicamento territoriale: il rapporto con il territorio deve essere «robusto e diffuso», sia nell’erogazione dei servizi che nella partecipazione democratica alla governance del CSV Lazio.

A questo proposito, alcuni partecipanti hanno concordato sull’opportunità di allargare la base sociale del CSV e altri hanno sottolineato la necessità di disporre di strumenti di partecipazione incisivi ed efficaci, per tutti i soci.

 

IL RUOLO DEL VOLONTARIATO. È emersa quindi una volontà di partecipazione,  che però si scontra con un certo scoraggiamento, causato dall’attuale situazione di incertezza in cui si trovano gli enti del terzo settore, incertezza che riguarda sia il piano normativo che quello di un reale riconoscimento del loro ruolo all’interno delle comunità in cui operano.

Non c’è infatti un vero riconoscimento di quanto gli enti del Terzo settore incidano nella società e nelle economie dei territori e questo nel quadro di un sistema di welfare in difficoltà – cosa che preoccupa molto le associazioni – che, sempre più di frequente, dà risposte residuali ai bisogni delle persone e che costringe il volontariato a lavorare in situazione di perenne emergenza e senza ricevere sostegno e riconoscimento da parte delle istituzioni.

Gli enti che operano nel socio-sanitario denunciano la difficoltà di interlocuzione con le istituzioni e l’assenza di strumenti di consultazione del volontariato, che pure è diretto conoscitore dei bisogni. È anche per questo motivo che si mettono in campo servizi inadeguati e che non rispondono ai bisogni reali.

 

volontariato del Sud Pontino

L’IMPORTANZA DI FARE RETE. Un altro problema, denunciato dal volontariato del Sud Pontino, è che istituzioni e Amministrazioni tengono conto delle istanze presentate dalle grandi associazioni, senza tenere in considerazione le piccole realtà associative, che vengono escluse sia dai processi decisionali che dalle forme di sostegno economico al volontariato.

Da qui il dibattito  sulla necessità di fare rete e realizzare alleanze strategiche, per poter avere un ruolo attivo di sostegno allo sviluppo locale in senso solidale e sostenibile. Alcuni partecipanti all’incontro hanno dichiarato che l’esperienza maturata nei laboratori di co-progettazione, nati all’interno del Progetto Territorio Europa, rappresenta un’esperienza positiva e che questi “spazi di condivisione” di bisogni, obiettivi e strategie ha dato dei risultati in termini di cambiamento. Anche l’esperienza del CSV di sostegno alle reti, tematiche e/o territoriali che siano, va in questo senso ed i risultati ottenuti possono essere una base significativa per rafforzare una scelta che premi l’aggregazione rispetto al sostegno alla singola associazione, che pur non deve mancare.

 

IL RUOLO DEL CSV. Negli interventi che si sono susseguiti, tutti hanno confermato la propria disponibilità a forme di aggregazione che permettano al volontariato di raggiungere i propri obiettivi, e non sono mancate richieste specifiche affinché questo processo possa attivarsi realmente, in modo coordinato e col sostegno del CSV.

Ed ancora, il volontariato del Sud Pontino chiede al CSV Lazio un ruolo nei confronti delle istituzioni locali e regionali al fine di facilitare il confronto con le istituzioni, nonché  l’attivazione di momenti di condivisione per temi con appuntamenti cadenzati e non interventi sporadici.

Se avete correzioni o suggerimenti da proporci, scrivete a comunicazione@cesv.org

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