A ROMA FAMIGLIE IN CENTRO, PER IL BENESSERE DELLE FAMIGLIE

Nel primo Municipio servizi gratuiti e lavoro di rete a sostegno delle persone, delle coppie, dei nuclei familiari

Inaugurato tre anni fa, Famiglie in Centro è il primo centro per le famiglie aperto nel territorio del I Municipio di Roma, gestito dalla Società Cooperativa Sociale Onlus Obiettivo Uomo. Quest’anno è stato ampliato, offre uno spazio gratuito di accoglienza, di ascolto, di confronto e di sostegno, realizzando interventi finalizzati alla promozione del benessere e della crescita personale e familiare. Lavora in stretta sinergia con il Servizio Sociale del Municipio e i servizi sanitari del territorio nell’obiettivo comune, mantenendo ciascuno le proprie specificità e competenze, di offrire supporto agli individui, alle coppie ed alle famiglie, nel loro percorso di vita spesso caratterizzato da dinamiche complesse e da risorse fragili o indebolite. «È sempre più necessario per le famiglie un sostegno alla vita quotidiana e alla vita di coppia, e un sostegno alla genitorialità. Abbiamo pensato a un progetto veramente utile per tutte le famiglie del I municipio bisognose di aiuto», dice Emiliano Monteverde, Assessore alle politiche sociali, salute e politiche per lo sport Municipio Roma I Centro.

Il lavoro di rete

«Il Centro è un progetto innovativo per il territorio», afferma Maria Teresa Cardinale, assistente sociale responsabile del Centro per le Famiglie. «Finanziato con i fondi della Legge 285/97 (che dispone la promozione dei diritti e delle opportunità per l’Infanzia e per l’Adolescenza), opera con personale qualificato e altamente specializzato, si è concretizzato grazie all’impegno di un assessorato presente nella realtà sociale e al servizio della comunità locale».

Famiglie in centroI servizi e le attività sono rivolti a persone che vivono o lavorano nel I Municipio e sono finalizzati alla prevenzione del disagio familiare, al sostegno degli individui e delle famiglie, alla valorizzazione delle risorse personali e delle competenze dei genitori, e a garantire il diritto alla bigenitorialità. «Per la buona riuscita sono stati determinanti diversi fattori: il costante lavoro di rete con i servizi sociali e sanitari, con le scuole e con il Terzo settore specializzato nei temi della famiglia e dei minori, strutturato e spontaneo presente sul territorio; il passaparola tra coloro che hanno fatto accesso al Centro; l’ubicazione centrale e il facile raggiungimento con i mezzi di trasporto pubblici», dice Cardinale.

La risposta del territorio

C’è una grande richiesta da parte del territorio, soprattutto di quelli che rientrano nella sfera della consulenza educativa e del sostegno psicologico. «La struttura accoglie gli individui e le famiglie che spontaneamente, o dietro riflessione condivisa e ragionata con la propria assistente sociale di riferimento, si affacciano bisognosi di una consulenza educativa, giuridica, di un sostegno psicologico o desiderosi di mettersi in gioco in un gruppo formativo su tematiche specifiche. Inoltre si lavora, per conto e su mandato delle autorità giudiziarie che si occupano della tutela dei minori, insieme a quei nuclei il cui livello di crisi, di conflitto e di disgregazione interna richiede percorsi specifici e specializzati su temi quali il sostegno alle competenze genitoriali o la gestione dell’alta conflittualità familiare», spiega l’assistente sociale Cardinale.

Il problema dell’alta conflittualità

Recentemente il Centro ha avviato anche il servizio per il diritto di visita e relazione, attenendosi ai protocolli operativi del Comune di Roma, per garantire al bambino o alla bambina il diritto alla ripresa o alla continuità funzionale delle relazioni familiari con quel genitore con il quale la frequentazione e/o la relazione si era interrotta.

Famiglie in Centro«Ci occupiamo anche di interventi all’alta conflittualità, nell’ambito delle coppie e a volte anche nelle situazioni problematiche che si instaurano tra nonni, genitori e nipoti, che vanno a cadere sui più piccoli e devono essere alleggeriti: sono sempre i minori a pagare di più se i familiari non trovano una mediazione», dice Annalisa Scepi, psicoterapeuta. «Da quando è stato attivato il servizio per il diritto di visita e di relazione, in una stanza si possono incontrare genitore e figlio ripresi da una telecamera, in una stanza adiacente, in cui è presente uno psicologo o un educatore, è stato sistemato un monitor a circuito chiuso per evitare la presenza fisica della terza persona; quando il bambino va via, si incontra il genitore per sottolineare difficoltà e dare consigli. Per le attività del Centro accettiamo tirocinanti che fanno la scuola di specializzazione per diventare psicoterapeuti», spiega Scepi. «Si riceve in questo periodo su appuntamento, evitiamo l’accesso spontaneo per evitare assembramenti.

Le figure professionali che operano nella struttura sono psicologi, psicoterapeuti, un assistente sociale, un’educatrice counselor, un avvocato. Il Centro è aperto martedì e giovedì mattina dalle ore 9 alle 13, e lunedì, martedì, giovedì e venerdì pomeriggio dalle ore 14 alle 18”.

Il lockdown ed in generale l’epidemia da Covid-19 non sembra ad oggi aver inciso significativamente sul numero degli accessi al Centro, almeno non in quelli spontanei, ma l’emergenza sanitaria sembra aver acuito le dinamiche disfunzionali e conflittuali, ed i relativi malesseri emotivi, già presenti nei nuclei e negli individui con maggiori fragilità.

 

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