QUANDO ANZIANI E STUDENTI SI SFIDANO A COLPI DI PIZZETTE

A Rieti gli studenti dell'istituto alberghiero fanno volontariato nella RSA. Trasmettendo energia e riaccendendo relazioni

Cosa accadrebbe se anziani e studenti convivessero? È il curioso esperimento che il “Care center Humanitas” di Deventer, vicino ad Amsterdam, ha ideato per fronteggiare due esigenze del paese: da una parte la carenza di camere da affittare a prezzi bassi per gli studenti e dall’altra la solitudine degli anziani ospitati in una casa di riposo. In cambio di alloggio gratuito i giovani si sono impegnati per trenta ore di lavoro volontario al mese organizzando serate di festa, laboratori pratici e giochi da tavolo: sono così riusciti a restituire energia ed entusiasmo a chi, invece, sentiva il bisogno di conforto e compagnia.

La disponibilità dei giovani

Olandesi più creativi di noi italiani? In questo caso no, visto che un’iniziativa simile è nata quattro anni fa a Rieti grazie all’intuizione dell’Associazione di volontariato ARVO. L’idea era semplice: invitare gli studenti di un istituto superiore a svolgere delle ore di volontariato all’interno del reparto di ortopedia dell’ospedale civico.

anziani e studenti Arvo
Si gioca, si parla, si creano relazioni…

«Quattro anni fa per noi è stata una sfida», dice Rosy Scaffidi Chiarello, presidente dell’associazione reatina. «Ai giovani di 17-18 anni solitamente si cerca sempre di evitare la sofferenza e il dolore, invece lì si trovavano a contatto con gli stessi malati che affrontavano un periodo buio della loro vita. Il feedback dei ragazzi ci ha sorpreso sin da subito: alcuni restavano sino al tardo pomeriggio e rientravano a casa con i mezzi, altri erano della provincia ma ci tenevano comunque ad esserci. I punti di credito formativi promessi a fine esperienza erano nulla in confronto all’impegno e alla passione che dimostravano in quel contesto».

Anziani e studenti, lo scambio reciproco

Considerato il riscontro positivo dei ragazzi, negli anni a seguire il rapporto tra l’Istituto Alberghiero Costaggini e l’associazione ARVO si consolida sempre più e, per facilitare le procedure di accesso dei giovani, si decide di spostare il progetto all’interno della RSA (residenza socio assistenziale) “Santa Rufina” di Rieti, dove già operavano alcuni volontari. «Oggi proponiamo loro di trascorrere con gli anziani 10 incontri nell’arco dell’anno di due ore ciascuno. Il progetto prevede di organizzare delle giornate a tema con laboratori pratici: ragazzi e ragazze chiacchierano con loro, giocano al bingo o preparano oggetti artigianali. Trattandosi dell’alberghiero, poi, l’evento più gettonato è “La prova del cuoco. Nonni contro nipoti”, una vera e propria sfida tra anziani e studenti a colpi di pizzette e crostatine da infornare!»

anziani e studenti Arvo
Obiettivo: far capire che il volontariato nasce “in casa”

Uno scambio reciproco tra studenti, che riscoprono gesti semplici ma significativi, e anziani che rispolverano ricordi del passato. «Il nostro obiettivo – continua Rosy – è far capire a questi giovani che il volontariato nasce anche in “casa” e lo si può sperimentare con il proprio nonno, i propri zii o il vicino di casa. Entrare nella quotidianità di questi gesti e farlo in un periodo altamente formativo e decisivo per loro, rappresentato dall’adolescenza. Negli studenti non ho mai notato dell’imbarazzo ed è questa la particolarità: è come se si fossero trovati! Alcuni operatori mi raccontavano di anziani che non parlavano, erano molto chiusi e che grazie all’energia trasmessa da questi giovani, hanno ripreso a relazionarsi con gli altri, partecipando ai giochi. Per loro è anche un tornare indietro: ricordo di questa nonnina che ha preso con sé una delle ragazze e le faceva una treccia».
Scuola, associazione locale e struttura assistenziale, che insieme fanno quadrato con l’obiettivo di contribuire al benessere generale della città. Una best practice di volontariato che non ha nulla da invidiare all’esperienza olandese. «E chissà», confida infine la presidente di ARVO, «che non arriveremo anche a quella. Sarebbe un grande passo in avanti per un’Italia che spesso ha paura di convivere con il “diverso”».

QUANDO ANZIANI E STUDENTI SI SFIDANO A COLPI DI PIZZETTE

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