DA CORVIALE A TOR BELLA MONACA, TRA SINERGIE NUOVE E RACCONTI PARTECIPATI

A Tor Bella Monaca Cubo Libro ha ospitato la presentazione de La Rivista Corvialista, trimestrale di quartiere, che racconta il Corviale in modo nuovo. Bernabucci, Cubo Libro: «Mettere in dialogo due quartieri popolari, creando nuove sinergie per dare voce alla popolazione». Battiston, Rivista Corvialista: «È tempo di archiviare lo stigma, è tempo di corvialismo»

di Antonella Patete

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Due periferie in dialogo senza passare per il centro. Due visioni del mondo che partono dal basso per valorizzare le voci degli abitanti di quartieri per troppo tempo oggetto di una rappresentazione mediatica parziale e stigmatizzante, che confonde continuamente la parte per il tutto. Due luoghi raccontati sempre (o quasi) dall’esterno senza mai lasciare spazio all’autorappresentazione. Lo scorso sabato Largo Ferruccio Mengaroni – la piazza inaugurata alla fine del 2023 a Tor Bella Monaca grazie all’intervento della Fondazione Paolo Bulgari insieme alle istituzioni e alle associazioni locali, – ha ospitato l’incontro Tor Bella Monaca chiama Corviale: riflettori accesi sulle periferie a Cubo Libro. «Un appuntamento organizzato per mettere in dialogo due quartieri popolari, creando scambi di esperienze e nuove sinergie per dare voce alla popolazione», ha sintetizzato Claudia Bernabucci, presidente dell’associazione Cubo Libro, che da 16 anni gestisce la piccola biblioteca popolare nata proprio a Largo Mengaroni e diventata col tempo un punto di aggregazione per gli abitanti del quartiere. Ma anche un appuntamento per riflettere sulle potenzialità della scrittura per creare autocoscienza e partecipazione civile.

La Rivista Corvialista
Claudia Bernabucci, Cubo Libro: «La sinergia tra le nostre realtà è nata grazie alla Fondazione Paolo Bulgari. Di certo questo scambio continuerà»

La Rivista Corvialista, partecipata e indipendente, combatte lo stigma

Al centro dell’incontro l’esperienza de La Rivista Corvialista, la rivista di quartiere che – dopo l’esperimento dello scorso anno con il numero zero, realizzato all’interno del progetto MIP – Il Mondo in Periferia, promosso dalle associazioni Gli Asini e Lettera22 con il sostegno dell’Otto per Mille della Tavola Valdese – nel 2025 è diventata una pubblicazione trimestrale, grazie alla collaborazione tra le associazioni promotrici e il Dipartimento di Architettura dell’Università Roma Tre, che partecipa come co-editore attraverso il Laboratorio di Città Corviale. «Fin dal nome, La Rivista Corvialista, la rivista ha inteso rivendicare l’orgoglio di un’appartenenza», ha spiegato il direttore editoriale Giuliano Battiston, che nelle scorse settimane ha condotto un corso di giornalismo in otto lezioni aperto ai residenti del quartiere, in particolare ai giovani tra i 18 e i 25 anni e alle persone con background migratorio. «Insomma, La Rivista Corvialista combatte la vergogna di vivere al Corviale e diventa uno strumento per dire che ci siamo e che vogliamo provare a raccontare il territorio in modo diverso: è tempo di archiviare lo stigma, è tempo di corvialismo».

La Rivista Corvialista. Memoria, trasformazione e futuro: ecco le parole d’ordine

Nata per raccontare il complesso residenziale di Corviale, noto anche come “il Serpentone”, che lo scorso maggio ha festeggiato il cinquantesimo anniversario della posa della prima pietra, La Rivista Corvialista non si limita a valorizzare le esperienze della comunità, mostrando la complessità e la ricchezza sociale e culturale del quartiere. Attraverso una redazione variegata, composta da giornalisti, studiosi, residenti e rappresentanti delle associazioni locali, mira anche a fare da ponte tra la comunità e gli enti pubblici e a documentare il cambiamento antropologico, materiale e urbanistico del quartiere, misurando l’impatto (nel bene e nel male) delle iniziative di rigenerazione urbana in corso. «Ci muoviamo lungo tre direttrici principali», ha aggiunto Battiston: «raccogliere le memorie degli abitanti e degli occupanti abusivi, documentando la loro capacità dei reinventare gli spazi urbani; raccontare le trasformazioni in atto, compreso il passaggio degli abitanti da occupanti a residenti legittimi; immaginare il futuro anche attraverso il coinvolgimento delle scuole».

La Rivista Corvialista
Battiston, La Rivista Corvialista: «Raccogliamo le memorie di abitanti e occupanti, raccontiamo le trasformazioni in atto, immaginiamo il futuro anche con il coinvolgimento delle scuole». Immagine Laboratorio di Città Corviale

Umberto e Sharon, storie dell’ultimo ortista della marrana e della giovane mamma in attesa della casa

Tra le storie raccontate sul numero 1 della rivista quella di Umberto, un ottantenne siciliano, tra i primi assegnatari di Corviale, ora costretto ad abbandonare il suo orto e i suoi amati animali per l’imminente avvio del cantiere del Parco Ovest, previsto in attuazione del Piano urbano integrato (Pui). I lavori di rigenerazione permetteranno di riconnettere l’area con le riserve naturali della Tenuta dei Massimi e della Valle dei Casali, ridisegneranno i percorsi ciclopedonali e porteranno nuovi alberi, ma smantelleranno anche i circa 50 orti e giardini sorti nel frattempo lungo la “marrana”, il piccolo corso d’acqua che costeggia il Serpentone. «Quarantun anni che stavo qui sotto, mi so’ fatto l’orto, mi so’ fatto gli animali, mo’ hanno messo i cartelli, tocca anda’ via. Ma mi danno la possibilità di sistemare i cani?», dice Umberto, uno degli ultimi ortisti ad abbandonare l’area, che ha cominciato a coltivare il suo orto verso la metà degli anni Ottanta. Sharon, invece, ha 25 anni e vive al primo piano della trancia H del VI lotto: non è una vera casa, ma uno di quegli spazi pensati per gli esercizi commerciali e successivamente occupati e trasformati in abitazioni dai residenti con soluzioni architettoniche creative. Nel “negozio”, come lo chiama lei, Sharon ci è cresciuta e ora ci abita insieme al compagno Leonardo, due bambini piccoli e un cagnolino. La loro è una delle sette famiglie che rientra nel piano di trasferimento del VI lotto, ma al momento in cui è stato scritto l’articolo, non sapevano ancora dove sarebbero stati trasferite per diventare “inquilini regolari”. «È un po’ alla cieca», dice al giornalista. «La casa la vedi solo con la consegna delle chiavi. Non si sa niente prima. Un’altra signora è stata trasferita al Trullo: sta bene, pare».

Lo scambio non si ferma qui, è solo l’inizio

«La sinergia tra le nostre realtà è nata grazie alla Fondazione Paolo Bulgari», ha commentato Claudia Bernabucci. «Dall’incontro sono emersi molti spunti interessanti, che valorizzano le buone pratiche portate avanti nei quartieri, come la possibilità, a Corviale, di stampare La Rivista Corvialista grazie alla Stamperia Tevere, un laboratorio tipografico artigianale. Di certo questo scambio continuerà: noi di Tor Bella Monaca andremo a Corviale, con l’idea di adattare le esperienze al nostro territorio, senza copiarle, ma traendo ispirazione», ha concluso. «Anche loro, per esempio, stanno valutando la possibilità di avviare un Patto di collaborazione con l’ente pubblico, prendendo spunto dal nostro modello. Ci siamo lasciati proprio su queste idee, con la voglia di farle crescere insieme».

Immagine di copertina: Laboratorio di Città Corviale

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