SALUTE MENTALE: DA VICINO SIAMO TUTTI DIVERSI

Grazie ad un progetto Avo Roma tanti studenti si sono avvicinati alla malattia mentale e al volontariato. Anche così si vince lo stigma

Si è concluso a maggio scorso il progetto Avo Roma Da vicino siamo tutti diversi. Avviato nel 2016 con il sostegno dell’Otto per Mille della Chiesa Valdese, il progetto è stato pensato e realizzato per promuovere il volontariato nelle scuole e sul territorio e superare stigmi e pregiudizi rispetto alla malattia mentale. Formare, quindi, persone che vogliano dare sostegno a persone con malattia mentale e ai loro familiari e mettere in rete il volontariato e le strutture pubbliche.

 

IL COINVOLGIMENTO DELLE SCUOLE. Con tre percorsi che si sono integrati tra loro – di sensibilizzazione, formazione ed esperienza sul campo – il progetto Da vicino siamo tutti diversi ha coinvolto dodici classi dei licei classico, linguistico, scientifico dell’Istituto Bertrand Russell, nel quartiere Appio Tuscolano di Roma. Settantacinque studenti delle classi quarte e quinte hanno partecipato ad un complesso percorso formativo che ha portato i ragazzi a comprendere la diversità, a viverla come arricchimento reciproco.

 

da vicino siamo tutti diversiLuigia Elena Benanti, responsabile del progetto e volontaria Avo Roma racconta: «Siamo nati per superare il pregiudizio nel confronto con la malattia psichiatra. Andando avanti con il progetto, tuttavia, abbiamo riscontrato che gli stessi ragazzi che hanno partecipato hanno loro stessi problematiche di fragilità. Ci siamo così concentrati sul tema della fragilità in generale».

Le attività laboratoriali sono state un collante che ha reso possibile la costruzione di un grande gruppo di mutuo auto aiuto che ha reso tutti protagonisti e volontari, con la guida dei volontari Avo Roma.
Il ricco e impegnativo itinerario progettuale è andato oltre l’ambiente scolastico: in diverse strutture seguite da Avo Roma i ragazzi hanno incontrato persone di ogni età con cui hanno vissuto esperienze molto significative.

 

UN VIAGGIO ATTRAVERSO LE ETÀ DELL’UOMO. Il percorso formativo che hanno seguito gli studenti prevedeva lezioni interattive in aula magna, laboratori di comunicazione, cineforum e molte altre attività. Non ultimi i percorsi esperienziali con adolescenti delle case famiglie dell’Antoniano, con gli anziani di Villa Tuscolana, con gli adulti del Club di Socializzazione Emozioni infinite dell’Avo Roma e con le persone del Piccolo Mouse.
Un impegno che è cresciuto nel tempo, è andato approfondendosi, ha acquisito un senso sempre nuovo. Un progetto di alternanza scuola-lavoro che ha permesso ai ragazzi di fermarsi a riflettere su cosa sia pregiudizio, stigma, integrazione, diversità.
«Noi non parliamo di pregiudizi, abbiamo superato il pregiudizio stando in contatto con queste persone e lavorando insieme a loro», conclude Benanti.
Il progetto è terminato con un incontro in cui tutti coloro che questo progetto ha coinvolto hanno potuto raccontare la loro esperienza, scambiarsi informazioni, condividere emozioni di un intenso anno e mezzo di attività e di vita.
In una piccola e interessante pubblicazione di fine progetto che raccoglie anche i contributi scritti di alcuni dei ragazzi che hanno partecipato, Luigia Elena Benanti scrive di questo progetto come di «un viaggio attraverso le età dell’uomo». E conclude: «Grazie al nostro cammino insieme abbiamo capito a fondo il significato dell’accettazione incondizionata, della relazione d’aiuto, dell’ascolto attivo».

 

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