W I GIOVANI IN SERVIZIO CIVILE, E LA LORO PASSIONE

Le testimonianze di Miranda, Rita, Chiara che nell'emergenza non si scoraggiano, ma trovano nuovi modi "per non lasciare indietro nessuno"

Secondo alcuni è sbagliato definire come “distanziamento sociale” l’isolamento a cui siamo sottoposti per contrastare il Covid-19. Sarebbe meglio parlare di “distanziamento fisico” o, se volete, di separazione obbligatoria tra i corpi. La mente e il cuore, grazie alla tecnologia, sanno cercarsi e trovarsi persino in lockdown. Il mondo del sociale va avanti. E se possibile si stringe più di prima in un grande abbraccio collettivo, per non lasciare indietro nessuno. Lo sanno bene i giovani in servizio civile, in particolare quelli della rete Giovani Energie di Cittadinanza del CSV Lazio la rete che raccoglie il maggior numero di volontari nella regione. Sui 53 progetti della Rete, ne sono stati riattivati 39, con 230 volontari in tutta la regione: 2 giovani su 3 hanno quindi ripreso servizio. E questo anche grazie al fatto che molte associazioni ed enti hanno rimodulato le proprie azioni, in stretta connessione con le reti solidali attivate dai comuni, i centri operativi comunali e dalla protezione civile.

Miranda, le videochiamate, i laboratori

Miranda De Donno è una delle ragazze impegnate con l’associazione Loco Motiva di Rieti, una onlus nata nel 2008 con l’obiettivo di promuovere l’inclusione di persone adulte con autismo. Prima della crisi sanitaria nel centro venivano svolte tante attività e negli ultimi mesi s’era addirittura parlato di trasformarlo in un centro di soggiorno permanente, dando quindi la possibilità agli ospiti di restarci h24 per ricevere una migliore assistenza. E ora? Come continuare a sostenere la socializzazione, la comunicazione, l’autonomia, l’apprendimento e la formazione senza poter contare su un rapporto faccia a faccia?

«Il Coronavirus ha messo in serio pericolo un’attività di sostegno che va avanti da tanti anni sul territorio», ci ha confidato la 24enne, studentessa di psicologia. «Ci siamo resi conto di non poter più contare su un contatto fisico, ma ci siamo rimboccati le maniche. Dobbiamo far capire ai ragazzi che siamo comunque al loro fianco, che non li abbandoniamo. La parola d’ordine è sostegno».

 

E così, insieme agli operatori e ad Alice Morelli, Paolo Sciunzi, Adriano Rosati, Francesco Brandi, Marthe Yamguet e Paola Granati (gli altri 6 giovani del gruppo servizio civile), Miranda sta organizzando decine di videochiamate giornaliere, sia con gli ospiti che con le famiglie. In questi dialoghi vengono affrontati piccoli o grandi traumi quotidiani, si confidano paure e preoccupazioni, si parla liberamente e ci si sfoga. E soprattutto si cercano soluzioni.

Tra cucina, giardinaggio, manualità, orto, fai-da-te e realizzazione del giornalino di Loco Motiva si può parlare di veri e propri laboratori in smart working. A beneficiare di questa assistenza sono una dozzina di persone, tutti maggiorenni. «La barriera più grande nell’autismo è la comunicazione, è quel muro che si pone tra individuo e realtà. Per noi è importante mantenere almeno un contatto visivo». Lo stimolo a tenersi “attivi” arriva con dei video tutorial che, condivisi su un gruppo WhatsApp, permettono ai ragazzi di riproporre la stessa gestualità degli operatori e arrivare allo stesso risultato: realizzare un ciambellone o costruire un vaso non è mai stato così facile. «Abbiamo fatto il pane, abbiamo piantato l’aglio. A settembre vorremmo fare tutti insieme una bella bruschettata», sorride la ragazza. «Qualcuno vive male questa situazione, percepiamo tanto pessimismo. Costantemente cerchiamo di iniettare fiducia e far capire loro che il mondo non finirà per il Coronavirus».

Rita e Chiara, le famiglie, i bambini

Il giornale di Loco Motiva non smette di essere impaginato: tra chi scrive gli articoli e chi li “decora” (con disegni e fumetti) la vita di redazione in questi giorni è più intensa che mai. Il prossimo progetto? Gli audiolibri. «Mi sono avvicinata come volontaria», ricorda Miranda, «In questa famiglia sto bene, la Loco Motiva ti restituisce molto di più di quanto riesci a darle».

Age Cassino. L’attività di sostegno scolastico prima dell’emergenza Coronavirus

A Cassino, l’Associazione Italiana Genitori (A.Ge) continua a offrire un servizio essenziale attraverso il telelavoro, seguendo una doppia strada: sostegno psicologico alle famiglie e assistenza scolastica ai minori in condizione di fragilità sociale. Il Covid-19 ha rimodulato il progetto “Gli amici di Andrea” che, entrando negli istituti, aiutava gli studenti con i compiti a casa e con le ripetizioni. «Noi siamo accanto al bambino, ma anche al contesto sociale di riferimento. Facciamo attività di supporto scolastico e allo stesso modo curiamo l’aspetto umano», ricorda Rita Lucarelli, 24enne laureata in servizio sociale e rimasta subito affascinata dalla solidarietà che si genera in questo ambiente.

«Il “Caffè genitori”, ad esempio, è uno spazio in cui incontrarsi e discutere delle esperienze quotidiane, opinioni, pensieri, far emergere emozioni e sentimenti, ma anche un modo per far avvicinare le famiglie al mondo del volontariato e costruire insieme un legame profondo e duraturo nel tempo». L’A.Ge Cassino si concentra sulla fascia d’età 8-13 anni, sostenendo tutte le necessità dei piccoli che frequentano le scuole elementari e le scuole medie.

«All’inizio è stata dura», confida Chiara Angelucci, che condivide l’esperienza del servizio civile con Rita, Karin Ruscitto e gli altri ragazzi di nome Samba Jallow, Lorenzo Valente e Stefano Bisegna. Ventiquattrenne, laureata in Scienze dell’Educazione, ha subito compreso la problematica principale a cui si andava incontro: «I bambini passano già tante ore davanti al pc con la didattica a distanza e qualcuno vedeva il nostro intervento come un carico aggiuntivo…». Poi, per fortuna, gli adulti si sono resi conto che si trattava di un’opportunità – sostegno scolastico e genitoriale abbinato ad attività ludico-ricreative – che nessun altro avrebbe offerto.

I social hanno fatto il resto: su Facebook è stato lanciato un video esplicativo del progetto  (vedi sotto), in cui i giovani del servizio civile ci hanno messo la faccia, accompagnato dall’hashtag #Agevoliamo. In poche ore quasi 1.000 visualizzazioni (CLICCA QUI) e un interesse che non smette di crescere: «Oggi ci hanno contattato anche da Terni. Il nostro lavoro è apprezzato e giorno dopo giorno seguiamo sempre più studenti e famiglie. Non vediamo l’ora di riabbracciare i ragazzi, quel contatto umano ci manca. Ma non molliamo».

 

https://www.facebook.com/527658043944459/videos/2527364654185962/

 

 

 

 

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