IL “COME”, NON SOLO IL “COSA”. LAVORARE INSIEME PER USCIRE DALLA CRISI

Un'ebook da scaricare subito, per riflettere sul ruolo del volontariato non solo nell'aiutare chi ha bisogno, ma nel progettare soluzioni

Abbiamo bisogno di confortarci sul “cosa”, ma in primo luogo dobbiamo confrontarci sul “come”: per fronteggiare la crisi sanitaria, economica e sociale che rischia di travolgerci abbiamo bisogno di obiettivi e risorse, ma soprattutto «di luoghi istituzionali in cui confrontarci e assumere responsabilità condivise per affrontare i problemi… Vogliamo
ragionare su come i nuovi mix di distanza e prossimità richiedano sperimentazione, capacità di interrompersi, cercare un’altra strada, rilanciare, istituire responsabilità condivise fra assessorati sociali, prefettura, ASL, sindacati, Comuni, e Terzo settore».

Lo sostiene Tommaso Vitale nell’instant book “Il come, non solo il cosa! Modalità di governance collaborativa per affrontare la crisi e rilanciare lo sviluppo nei territori“. Il testo (che si può scaricare gratuitamente a questo link) contiene i materiali del secondo incontro del ciclo di seminari “Futuro Prossimo” organizzati dal Centro Studi, Ricerca e Documentazione sul Volontariato e il Terzo Settore del CSV Lazio (ne abbiamo parlato qui)

Tommaso Vitale è professore associato di Sociologia alla Sciences Po a Parigi, ha co-diretto un importante programma sulle traiettorie biografiche dei percorsi di integrazione di Rom
romeni migranti nelle città francesi, italiane e spagnole. Attualmente sta conducendo una ricerca comparativa europea sulle condizioni abitative delle minoranze stigmatizzate.

In “Il come, non solo il cosa! Modalità di governance collaborativa per affrontare la crisi e rilanciare lo sviluppo nei territori” analizza come il volontariato associato e quello diffuso
hanno reagito alla crisi determinata dal COVID19 nei Paesi Mediterranei, evidenzia il suo scarso peso politico – soprattutto in Italia – e il suo possibile ruolo nel ripensare le azioni di sostegno alle persone fragili.

Il volontariato si è mobilitato in vari modi, non solo di Italia, ma anche in altri paesi Europei. Da un lato le associazioni tradizionalmente dedicate all’aiuto si sono mobilitate, pur dovendo fare i conti con le regole e con i programmi statali; dall’altro associazioni che normalmente si occupano di altro – sportive, culturali, ricreative –  si sono
aperte ad una solidarietà attiva e materiale. L’impegno del volontariato ha affiancato la solidarietà familiare e amicale che si è manifestata subito, all’inizio della pandemia, e che successivamente è stata  sostenuta dalla solidarietà di vicinato. Una novità, questa, soprattutto in paesi come la Francia.

Il risultato è stato il coinvolgimento di molti giovani, il ruolo degli adulti nell’indirizzare questi giovani inesperti, la nascita di gruppi informali… un cambiamento che lascerà il segno in Francia, secondo Vitale, ma probabilmente anche in Italia.

Anche secondo Vitale – come già per Linda Laura Sabbatini (ne abbiamo parlato qui)– in questa situazione si è espresso un civismo forse inaspettato, forse sottovalutato precedentemente.

Resta però il fatto che il volontariato è poco considerato e valorizzato dai Governi e dalle istituzioni, soprattutto nella fase della progettazione. Secondo Vitale, uno dei limiti della mobilitazione solidale nell’emergenza COVI19 sta nel fatto che «chi aveva già rapporti con le organizzazioni di volontariato – che fossero di bisogno, di conoscenza o di scambio – è stato aiutato, ma gli altri no». Troppi sono rimasti irraggiungibili e anche per questo bisogna trovare il modo di lavorare insieme – società civile, autorità sanitaria, autorità politiche e prefettizie – perché ognuno possa dare il meglio di sé, all’interno di una corresponsabilità comune.

Nell’ebook, dunque, Vitale avanza alcune proposte per “reciprocare” su procedure, idee, modelli. Per arrivare a una co-progettazione comune.  Il come, non solo il cosa!

Se avete correzioni o suggerimenti da proporci, scrivete a comunicazionecsv@csvlazio.org

 

 

 

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