IL PRE-VERTICE DEL FOOD SYSTEM SUMMIT NON PIACE ALLA SOCIETÀ CIVILE

L'industria privata rischia di prevalere sulla politica: questa la critica principale. Nei prossimi giorni incontri e mobilitazioni

Dal 26 al 28 luglio, Roma ospiterà il pre-vertice del Food System Summit 2021 (questo il sito in italiano) previsto per settembre a New York. Questo raduno mondiale, indetto dall’ONU, è stato convocato con un ambizioso obiettivo: coinvolgere i principali attori del sistema alimentare mondiale nel raggiungimento dei 17 obiettivi dello sviluppo sostenibile dettati dall’Agenda 2030.

L’evento preparatorio italiano, presentato come “vertice popolare”, vedrà tra i partecipanti giovani agricoltori, società civile, ricercatori, membri del settore privato e leader politici impegnati nei settori ambiente e salute. «L’evento», come si legge nella nota ufficiale, «avrà il compito di presentare gli ultimi approcci scientifici, provenienti da tutto il mondo, per la trasformazione dei sistemi alimentari; di avviare una serie di nuovi impegni attraverso azioni congiunte; di mobilizzare nuovi finanziamenti e collaborazioni».

Le critiche al pre-vertice del Food System Summit

Nonostante uno dei propositi del pre-summit sia quello di «promuovere un senso di comunità tra stakeholder, che a diverso livello operano nella catena dei sistemi alimentari», già centinaia di organizzazioni, espressioni della società civile di tutto il mondo, hanno rifiutato un coinvolgimento formale al vertice non condividendone i principi su cui nasce.

Tra queste anche Slow Food, che attraverso una lettera indirizzata al segretario ONU António Guterres e firmata da altre 550 organizzazioni operanti nel settore alimentare, ha rispedito al mittente l’invito a prendere parte al raduno. Il rischio più grande», spiega l’associazione (qui il link) «è rappresentato dal corporate capture, quel fenomeno per cui l’industria privata usa la sua influenza politica per prendere il controllo dell’apparato decisionale dello Stato, come le agenzie di regolamentazione, gli enti che applicano la legge e i governi. Tutto ciò può tradursi in leggi e politiche di cui beneficiano le corporazioni, mentre spesso l’ambiente, le persone a basso reddito e le comunità di colore risultano danneggiate».

A spaventare le associazioni sono le possibili ingerenze che il settore privato può esercitare sulle politiche dei singoli Stati. «Invece di riconoscere i governi come portatori di doveri e le persone come titolari di diritti», spiega Slow Food, «il vertice promuove un modello che assegna al settore aziendale un ruolo di primo piano, senza tenere conto dello squilibrio di potere, dei conflitti di interesse e della mancanza di accountability. In questo modo il settore privato, in quanto tale, non ha l’obbligo di rendere conto a qualcuno di ciò che fa».

Anche il Civil Society Mechanism (CSM), che insieme a Slow Food porta avanti il fronte contrario al Summit, solleva dubbi sulla convocazione di un vertice mondiale diverso dai precedenti. Negli scorsi raduni mondiali i protagonisti erano gli stessi Stati membri i quali si facevano promotori, in prima istanza, dei diritti umani. Il raduno mondiale 2021, invece, sembra voler abbandonare questo schema, con una convocazione unilaterale da parte del Segretario Generale e temi chiave lasciati di sfondo, come quello dei diritti e di un’adeguata alimentazione per tutti.

 

pre-vertice del Food System SummitLe manifestazioni

A fronte di queste motivazioni, un collettivo di cittadini e organizzazioni, ha lanciato una chiamata all’azione per sfidare il Food System Summit 2021, rivendicando i sistemi alimentari come beni pubblici da sottrarre al controllo del mercato. Il 25, 26 e 27 luglio, in contemporanea al pre-vertice italiano, verranno organizzati a livello locale mobilitazioni online e in presenza per resistere al controllo delle multinazionali agro-alimentari, rivendicare il potere decisionale dei popoli nella gestione dei sistemi alimentari, mostrare la gioia di culture e cibi diversi, ma uniti nella resistenza.

Domenica 25 luglio la manifestazione avrà respiro nazionale, a Roma in presenza, ma anche online, con oltre 300 organizzazioni della società civile, produttori di cibo di piccola scala, ricercatori e popoli indigeni di tutto il mondo, riuniti per manifestare il loro dissenso.

L’invito alla mobilitazione globale è portata avanti dal CSM che ribadisce: «Invitiamo a unirsi a noi, i movimenti, le reti e le organizzazioni che si occupano di alimentazione e delle sue implicazioni con gli altri ambiti essenziali della nostra vita, ma non solo. Esortiamo a unirsi a noi anche chi denuncia i tentativi delle corporazioni di cancellare i diritti umani, distruggere territori e comunità, sottrarre spazi democratici per interessi privati. La nostra intenzione è quella di unire gli sforzi di tutti questi soggetti». Si può aderire alla campagna visitando questa pagina o scrivendo all’indirizzo call4actionfss@gmail.com.

IL PRE-VERTICE DEL FOOD SYSTEM SUMMIT NON PIACE ALLA SOCIETÀ CIVILE

IL PRE-VERTICE DEL FOOD SYSTEM SUMMIT NON PIACE ALLA SOCIETÀ CIVILE