LE RAGAZZE SALVERANNO IL MONDO. ANZI, LO STANNO GIÀ FACENDO

Nel libro di Annalisa Corrado il contributo delle donne all'ambientalismo. Per ribadire che “per la difesa dell’ambiente non c’è più tempo”

di Ilaria Dioguardi

«Questo libro parla della fiaccola che brilla nelle mani di Greta e di alcune delle donne che l’hanno tenuta accesa fino ad ora, impedendo a forze apparentemente invincibili di spegnerla». Questo è il tema principale del libro “Le ragazze salveranno il mondo. Da Rachel Carson a Greta Thunberg: un secolo di lotta per la difesa dell’ambiente” (ed. People, 2020, con prefazione di Rossella Muroni e postfazione di Daniela Ducato). L’ha scritto Annalisa Corrado, responsabile dei progetti innovativi di ESCO AzzeroCO2 e delle attività tecniche della onlus Kyoto Club, portavoce di Green Italia.

 

Annalisa Corrado

«Ho parlato di “fiaccola”, perché Greta Thunberg ha il merito di aver dato luce ad alcuni temi importanti a livello mondiale, mentre purtroppo alcune persone ambientaliste hanno avuto una reazione negativa nei suoi confronti, l’hanno vista in maniera fastidiosa, quasi a dire “noi queste cose le diciamo da 30 anni”. Lo trovo assurdo, io ci vedo una battaglia intergenerazionale, trasversale e che finalmente ha una grande risonanza grazie al successo di questa ragazza», spiega Annalisa Corrado (ne abbiamo parlato in questo articolo). «Per fare un esempio: sembra come quando si è assediati al fortino da tutte le parti, da orchi cattivi: si resiste, e arriva la cavalleria a salvarti. I “Fridays For Future”, nati grazie alle battaglie di Greta Thunberg, li considero così: un risveglio collettivo, trasportato dai giovani, che finalmente viene in aiuto di tutti coloro che, in qualche modo, hanno cercato di mantenere il filo di questa battaglia».

L’internazionale dell’odio

I nemici a cui fa riferimento l’autrice sono i grandi interessi delle compagnie petrolifere che non vogliono rinunciare al privilegio che hanno avuto in tutti questi anni; la politica che a questi potentati è legata a doppio e triplo filo e tutto il mondo economico, che si è sviluppato intorno a questo sistema capitalistico, basato sul modello fossile estrattivo, che ha aggredito le risorse naturali in tutti i modi possibili, non solo per quanto riguarda le risorse fossili, ma anche con il disboscamento, la cultura e l’allevamento intensivi, l’industria pesante… «È un modo di essere molto estrattivi e intensivi, che prima presupponeva che le risorse fossero infinite, ora si sa da decenni che non è così, ma purtroppo è un modello che non ha intenzione di mollare la propria posizione di privilegio. Queste sono le forze da combattere, politicamente rappresentate da governi molto potenti: Trump, Bolsonaro, Putin, Johnson, Erdogan e molti altri, che seguono dei fili comuni anche inquietanti, vengono chiamati “l’internazionale dell’odio” e hanno dei tratti riconoscibilissimi: lo stesso linguaggio, gli stessi modi di gestire i social, gli stessi modi di aggredire il giornalismo e di usare le fake news per fare politica», continua l’autrice.

«Il titolo “Le ragazze salveranno il mondo” e il sottotitolo “Da Rachel Carson a Greta Thunberg: un secolo di lotta per la difesa dell’ambiente” sono provocatori. Mi danno la possibilità di dire tante cose, di parlare del femminile come di una possibilità che non è solo delle ragazze, delle donne, ma è una qualità che contiene tanti elementi come l’inclusività, l’approccio sistemico, la capacità di cura che sono sempre state legate alle donne in maniera vincolante per il loro futuro. Secondo me, il femminile è una qualità di tutte le persone, anche dei maschi, la provocazione del libro è che anche un maschio si possa sentire, una volta ogni tanto, incluso in un femminile plurale, visto che noi siamo cresciute con un linguaggio maschilista che ci obbliga a sentirci incluse in un maschile plurale, anche quando c’è un solo uomo in mezzo a 15 donne. Questo “femminile plurale” è anche un atto solidale e di riconoscimento di disuguaglianza incredibile».

Pandemia e cambiamenti climatici

«Presentare questo testo nel corso della quarantena a cui siamo costretti da una pandemia devastante e inaspettata dona a esso ancora più forza», scrive l’editore nella nota iniziale. Le due questioni – pandemie e cambiamenti climatici – sono in effetti strettamente collegate.

«Il modello fossile estrattivista che distrugge il capitale naturale e gli ecosistemi del pianeta è lo stesso che provoca l’intensificarsi dei passaggi di specie dei virus negli ultimi due decenni. Si parla infatti di una pandemia annunciata: era stato detto più volte anche dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, che sarebbe successo. Molti studi dimostrano che la contrazione degli ecosistemi e il fatto che sia stata distrutta la biodiversità e forzato il contatto tra fauna selvatica ed essere umano, soprattutto nelle zone insalubri dei mercati di Wuhan (dove a causa delle disuguaglianze non ci sono neanche i minimi criteri di igiene sociale), permette che animali selvatici, che dovrebbero essere protetti da una flora primitiva e selvatica, siano contrabbandati illegalmente e che il loro contatto con gli esseri umani o con gli animali da allevamento crei diversi passaggi di specie. L’HIV, la Sars, l’aviaria sono nate per lo stesso meccanismo, e anche il Covid-19», spiega Annalisa Corrado.

Da una parte proliferano questi passaggi di specie perché c’è quest’aggressività nei confronti della natura, dall’altra questi virus diventano ancora più letali, proprio laddove il modello ha fatto più danni; dove l’inquinamento dell’aria è più alto, le persone sono continuamente esposte a sforamenti dei limiti di legge di sostanze nocive, il loro organismo è sempre più provato e, alla lunga, diventa più fragile. Tanti studi stanno dimostrando che la mortalità, nelle città più inquinate, è molto più elevata. «Da una parte, abbiamo generato questo virus, dall’altra ci siamo resi più fragili nel contrastarlo. Per questo i temi sono connessi e collegati».

Le donne che hanno fatto l’ambientalismo

Nel libro si racconta di donne vincenti, che hanno fatto la storia, che hanno messo a segno delle battaglie in maniera positiva ed efficace. «In qualche modo, però, la guerra non è vinta. Non mi piace molto la metafora bellica, ma rende bene l’idea. Sono tutti pezzi di un puzzle che, se si mettono insieme, alimentano la speranza».

Due tra le protagoniste del libro sono molto meno note di quanto meriterebbero, probabilmente anche per il fatto che siano donne: Rachel Carson e Wangari Mathai.
«La prima, donna meravigliosa e grandissima divulgatrice, oltre ad avere una competenza specifica scientifica elevatissima, dimostra come nelle donne gli elementi testa e cuore siano più facilmente tenuti insieme: non è affatto vero che siamo o intelletto o emozione. Se l’uno rinforza l’altra, il risultato è molto più efficace. Nel suo lavoro, manifesta questo in maniera stupenda: ha sconfitto le multinazionali della chimica ottenendo la messa al bando del DDT, facendo conoscere al mondo i pesticidi, che sono in realtà biocidi che distruggono l’ecosistema delle biodiversità in modo molto grave. È la stessa cosa che sta succedendo ora con il glifosato. Non è finita, quindi, ma Rachel Carson ha segnato un punto di non ritorno rispetto a questo tipo di battaglie, mentre prima queste multinazionali avevano mano libera», spiega Corrado.

«Di Wangari Maathai mi sono completamente innamorata», continua. «Una donna con una competenza che per un’africana era quasi impossibile da ottenere, strappata alla cultura maschilista del suo paese. Con una passione e una determinazione incredibili, ha dimostrato quanto la lotta per l’ambiente non sia disgiungibile dalla lotta contro le disuguaglianze e dalla lotta per la democrazia. Ha vissuto in Kenya, per gran parte della sua vita, in un Paese che non è democratico, la battaglia per l’ambiente e quella per i diritti civili, soprattutto per le donne: queste sono battaglie che vanno tenute insieme e lei l’ha dimostrato praticamente, facendo diventare gli ultimi della società suoi grandi alleati. Ha creato un movimento dal basso, girando tutte le campagne del suo Paese, risolvendo i problemi delle persone che incontrava, costruendo una rete, non imponendo un modello culturale, ma facendo capire che quello che proponeva risolveva i problemi reali».

Alexandria Ocasio-Cortez e Greta Thunberg sono assolutamente più note. «Mi piaceva raccontarle insieme: entrambe hanno la capacità di essere molto chiare, quasi chirurgiche nelle parole che usano, molto semplici, ma anche molto radicate nella complessità scientifica di quello che dicono. Comunicano con un linguaggio efficace, diretto, che va benissimo per i social, ma non è manipolatorio: è una semplificazione onesta, incanalata in parole comprensibili. Noi spesso lavoriamo ad armi impari: ad esempio, a volte il ministro Salvini dice una fesseria di 140 caratteri e per smontarla dobbiamo impiegare due pagine di spiegazione scientifica. Greta e Alexandria incarnano le battaglie che fanno: la prima è una giovanissima che ha paura del suo futuro, è la protagonista di una battaglia per la sua generazione (e per tutti), allo stesso modo la seconda emerge dalla comunità ispano-americana e rappresenta benissimo il suo popolo».

Nell’ultimo capitolo di “Le ragazze salveranno il mondo” c’è spazio anche per l’attrice Jane Seymour Fonda, classe 1937, che ha deciso ogni venerdì di protestare sulla scalinata di Capitol Hill – la sede del Congresso a Washington CD – per chiedere misure contro il surriscaldamento climatico. «È entrata prepotentemente nel mio libro: non era prevista. Quando scrivevo il libro, ha cominciato ogni settimana a farsi arrestare, con il suo cappottino rosso. Ha iniziato a mostrare ai giornalisti una provocatoria linguaccia, mentre veniva portata via in manette. Sono rimasta folgorata da questa donna di 81 anni che afferma che Greta Thunberg le ha cambiato la vita. E veramente dimostra che gliel’ha cambiata: orienta tutta la sua notorietà, la sua azione professionale verso il mondo della conversione ecologica. È una fantastica alleanza transgenerazionale: i vecchi non devono farsi da parte, ma possono fare la propria parte. È meravigliosa la sua sorellanza con donne che fanno battaglie, come Naomi Klein o le indigene che difendono i loro territori in varie parti del mondo».

L’importanza di attivarsi

«È grazie alla giovane attivista svedese Greta Thunberg se milioni di giovani, nel mondo, si sono mobilitati e finalmente scendono in piazza per il clima. La sua è una storia straordinaria perché dimostra che nessuno è troppo piccolo per fare la differenza, che è meglio accendere una candela anziché maledire il buio, e che tante fiammelle insieme fanno luce», si legge nella prefazione di Rossella Muroni. Questo libro è una “scusa” per cercare di diffondere l’idea di attivarsi, è un libro strumento, di attivazione, di mobilitazione.

Ognuno di noi ogni giorno può scegliere da che parte stare in tantissimi modi. «Con l’associazione Kyoto Club», racconta Annalisa Corrado, «facciamo una campagna che si chiama Green heroes: è una carrellata di imprese, cooperative, attività che hanno fatto della sostenibilità il loro perno e che sono riusciti a creare gruppi di lavoro e a fornire prodotti sani. Questa campagna ha l’obiettivo di diffondere l’idea che ciascuno di noi può fare tantissimo nella sua vita quotidiana a partire da qualunque tipo di scelta e di acquisto: dal fornitore della luce per la nostra casa a quello che mettiamo nel piatto, dalla preferenza per il biologico al poco consumo di carne, a come ci vestiamo, a come ci muoviamo nella città… Il consumatore ha un grande potere nell’orientare le politiche delle grandi aziende, quindi cambiare consumi e modelli aiuta anche a riorganizzare i sistemi di produzione: se pretendo biologico e smetto di comprare se non lo trovo, a livello industriale qualcosa accade. Ma ora il tempo è talmente poco, rispetto alla sfida climatica, che anche questo non basta. È fondamentale far sapere, attivarsi sia a livello politico con il voto, sia a livello di comunicazione e di attivismo nel coinvolgimento di altre persone rispetto a queste tematiche. L’attivismo è anche un modo per mantenere quell’ottimismo che serve per andare avanti».

Speranza che appunto, dice Annalisa Corrado nel libro, è l’effetto di due eventi specifici: l’attivarsi e il mettersi in rete con altre persone. «Ed è anche un grande antidoto contro il cinismo e l’indifferenza».

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Le ragazze salveranno il mondoAnnalisa Corrado
Le ragazze salveranno il mondo
Ed. People 2020
pp. 112 € 14,00

 

 

 

 

 

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