
NUOCE GRAVEMENTE ALLA SALUTE: GLI SMARTPHONE COME LE SIGARETTE
Mentre l’Australia fa un giro di vite su social e minori, presentata la Diffida IICA al Ministero per la Salute affinchè sugli smartphone sia inserita una frase che avvisi sui rischi e gli effetti di lungo periodo, come per le sigarette
di Claudio Tosi
12 Dicembre 2025
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Gli avvocati Lo Mastro, Rossi e Paone non sono nuovi all’impegno civile e sociale negli interessi di utenti e consumatori e hanno dimostrato di non tirarsi indietro anche quando l’ostacolo sembra insuperabile. E ora, con l’Istituto Internazionale per il Consumo e l’ambiente, l’IICA, hanno presentato una diffida al Ministero per la Salute, che punta a evidenziare i possibili pericoli insiti nell’utilizzo di un dispositivo che è venduto e vissuto come talmente necessario da far abbandonare ogni precauzione: lo smartphone. La preoccupazione che muove la diffida IICA è che poco si stia facendo nonostante le migliaia di ricerche disponibili che mettono in guardia, denunciano pericoli e indicano possibili effetti di lunga durata causati dalla crescente esposizione sia allo strumento che ai suoi contenuti, in particolare per quanto riguarda bambini e adolescenti.
Perché, quando parliamo di smartphone includiamo necessariamente schermi, smartphone, tablet e analoghe tecnologie digitali, in un doppio ordine di problemi; anzitutto quelli fortemente denunciati all’inizio della loro diffusione e poi sempre più dimenticati, degli effetti fisici prodotti dall’esposizione alle onde e campi elettromagnetici, che, peraltro, la IARC (Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro) ha classificato come possibili cancerogeni per l’uomo e rispetto ai quali il Consiglio Superiore di Sanità italiano ha raccomandato l’applicazione del principio di precauzione, soprattutto per i bambini, suggerendo misure informative e di limitazione dell’uso (come si legge nella diffida IICA al Ministero della Salute a pagina 3).
Nella diffida IICA la richiesta di più informazione consapevole
Ma sempre di più, dettaglia l’atto di diffida citando le migliaia di studi analizzati dalla Società Italiana di Pediatria, pesano le problematiche legate allo sviluppo, al comportamento e alla salute psichica dei bambini: “L’uso di tali apparecchi da parte delle bambine e dei bambini, nella fase del loro sviluppo sensoriale nei primi tre anni di vita, pregiudica lo sviluppo delle piene potenzialità di apprendimento umano, a partire dalla capacità cognitiva e relazionale di prestare attenzione, compromette lo sviluppo della regolazione emotiva, del linguaggio, della memoria e delle funzioni esecutive ed è correlata a disturbi del sonno, del linguaggio, dell’interazione sociale, all’aumento dell’impulsività, alla difficoltà di apprendimento, all’isolamento sociale e a problemi emotivi”, come si riporta nella diffida IICA al Ministero della Salute (cfr., ex plurimis, Società Italiana di Pediatria (SIP) (2018), Media Devices in Pre-School Children: The Recommendations of the Italian Pediatric Society, a cura di Bozzola E., Spina G., Ruggiero M. et al. in “Italian Journal of Pediatrics”, 44(69), giugno, pp. 69-74; Societé Française de Pèdiatrie (SFP) (2018), Children and Screens: Guidelines for Pediatricians and Families, éd. Picherot, G., Cheymol, J., et al. in “Archives de Pédiatrie”, 25(2), pp. 170-174.; informativa Ospedale Pediatrico Bambino Gesù).
La risposta del Ministero
Pur nella stringatezza del ragionamento l’IICA fa proprio un doppio sguardo, quello del genitore consapevole e quello del consumatore e si appoggia alle normative per chiedere che di fronte a un prodotto tanto potente sia altrettanto forte la precauzione e l’informazione. Il ragionamento è puro e semplice, agire con gli smartphone come si è fatto per le sigarette, applicando su ciascun esemplare la scritta: “L’uso di questo dispositivo può causare ritardi nello sviluppo, problemi comportamentali e danni alla salute psichica dei bambini”. La risposta del Ministero non è stata all’altezza del compito, ha dichiarato l’impegno per la salute dei bambini, ma poi ha iniziato piuttosto ad occuparsi di difendere sé stesso dall’accusa di inerzia, elencando i progetti, le raccomandazioni e le buone pratiche consigliate, a chi andrà a leggere il sito del ministero, per evitare comportamenti dannosi ai bambini.
Noi l’abbiamo fatto e nella sezione del sito “Azioni e strategie per i primi 1000 giorni di vita” ci siamo letti il documento di indirizzo per genitori, operatori sanitari e policy maker, per la protezione e promozione della salute dei bambini e delle generazioni future Investire precocemente in salute, azioni e strategie nei primi mille giorni di vita, in cui la parola ”smartphone” appare 15 volte e sempre legata a un’azione di prevenzione sia dei genitori, che degli addetti e naturalmente anche dei Policy maker, per evitare problemi legati a: inadeguato supporto genitoriale; inadeguato sviluppo cognitivo e comportamentale (attaccamento disorganizzato, problemi socio-emozionali, di linguaggio e comunicazione); svantaggio ed esclusione sociale (a lungo termine); maltrattamento del bambino; maggiore rischio per morbosità e mortalità infantile; stili di vita non salutari con effetti sulla salute del bambino; disturbi nello sviluppo neuro-cognitivo, disturbi del sonno; obesità.
Sulle famiglie il carico di arginare le potenze del digitale
Mentre in Australia scatta il divieto dei social ai minori di 16 anni si palesa ancora di più il rischio che l’approccio del Ministero della Salute si configuri proprio come il “comportamento omissivo” verso cui la Diffida IICA ha già previsto ricorso. Il governo australiano ha dato ai gestori dei Social l’obbligo, pena sanzioni pesanti, di far rispettare la legge; il nostro Ministero della Salute, invece, scarica sulle famiglie, anche quelle in cui vacilla la competenza genitoriale, il carico di andare contro una pressione mercantile fortissima e di ergersi ad argine verso i potenti del digitale, ai quali evidentemente ritiene difficile fare uno sgarbo. Manteniamo accesi i riflettori su questa iniziativa perché è essenziale ritrovare un corretto rapporto con uno strumento che racchiude tante potenzialità, ma che è divenuto pervasivo al punto da non permetterci più di riconoscere la sua tossicità.
Foto di copertina di Gaelle Marcel







