OLTRE IL PREGIUDIZIO PIÙ GRANDE: QUELLO CONTRO LE DONNE

Parte la terza edizione della campagna "Oltre il pregiudizio". Per non rassegnarsi alle discriminazioni, spesso subdole

È dedicata a “Il pregiudizio più grande: la disuguaglianza di genere” la Campagna, che punta il dito sugli stereotipi, stigmi e  pregiudizi  che colpiscono le donne, per favorire in un’ottica interdisciplinare la comprensione delle loro cause in ambito sociale, culturale, famigliare, politico, educativo, lavorativo, sportivo. È on line (la presentazione e i video degli incontri saranno disponibili sul canale YouTube di lazio sociale, per restare informati si può seguire la pagina Facebook o il profilo Instagram Oltre il pregiudizio), ed inizierà il 10 ottobre, Giornata  internazionale della Salute mentale, terminando il 10 dicembre in occasione della Giornata internazionale dei Diritti Umani.

Oltre il pregiudizio

Si tratta della terza edizione della campagna “Oltre il pregiudizio”, organizzata dall’associazione “Oltre il pregiudizio aps” e una rete di associazioni, Enti e persone con sede a Roma e presente nel Lazio, Sardegna, Campania, Umbria, Calabria e Sicilia. L’obiettivo è promuovere, attraverso l’ordinaria attività dell’associazione e la Campagna annuale, l’uguaglianza delle persone, promuovendo l’applicazione dell’art. 3 della Costituzione e delle Dichiarazioni dell’ ONU e degli altri organismi internazionali sui Diritti, come ad esempio il Consiglio d’Europa.

La finalità è quindi informare e far riflettere sulle origini e i motivi dell’esistenza e dell’acuirsi di stereotipi, stigmi e pregiudizi, che danno origine a continue discriminazioni, spesso subdole ma spesso drammatiche, che pervadono le società contemporanee, sia nei rapporti interpersonali che in quelli tra gruppi sociali in relazione al sesso, colore della pelle, alla religione, alla lingua, alla provenienza, alle condizioni di salute e di età, all’orientamento sessuale, alle condizioni sociali e personali…

 

oltre il pregiudizioDallo slogan al percorso

Perseguendo tali finalità ha pubblicato un libro: “Oltre il Pregiudizio” (ed. Progetto Cultura 2019), scritto a 19 mani da antropologi, sociologi, psichiatri, psicologi, giornalisti, scrittori, economisti sia uomini che donne. «Viviamo contemporaneamente», scrive l’antropologa Gioia Longo de Cristofaro, «all’interno di due culture tra loro antitetiche: quella ancora largamente praticata della disuguaglianza e quella teoricamente considerata positiva dell’uguale dignità di tutte le persone; di questa seconda, però, per il momento sopportiamo con disinvoltura la limitata attuazione senza provare sensi di colpa e avvertirne l’insostenibile incoerenza».

Oltre dunque non deve limitarsi ad uno slogan, ma tradursi in un percorso che preveda:

  1. l’inclusione al posto dell’esclusione;
  2. la solidarietà al posto dell’individualismo;
  3. la vita al posto della distruzione;
  4. la cura al posto dell’indifferenza;
  5. l’accoglienza al posto del rifiuto;
  6. l’empatia al posto dell’aggressività;
  7. la memoria al posto dell’oblio;
  8. la condivisione al posto del dominio;
  9. la generosità al posto dell’egoismo;
  10. il diritto al posto dell’ingiustizia;
  11. la valorizzazione al posto della sottovalutazione e della denigrazione.

Solo nella concretezza di scelte, di prospettive e di impegno», termina Gioia Longo De Cristofaro, «l’orizzonte indicato dalla parola Oltre può determinare un vero distacco, una presa di coscienza della necessità del superamento della logica pregiudiziale per cui al posto di “oltre” si possa dire “mai”».

L’odio on line e non solo

Una curiosità: il pregiudizio che colpisce il genere femminile, che è la maggioranza dell’umanità, è il solo caso di pregiudizio che colpisce una maggioranza e non una minoranza, tipicamente bersaglio dei pregiudizi. Questo si verifica anche sui social, infatti se si esaminano i messaggi discriminatori,  il 63%  di tali messaggi, volgari e maschilisti, è infatti rivolto contro le donne.

Ma come è perché è nata la Campagna? Dalle crisi economiche del 2002 e 2009 l’Italia è uscita molto male. Il tenore di vita è sceso, come tutti i servizi e l’occupazione, l’ascensore sociale è rimato fermo quando non è sceso più in basso, mentre nel mondo la ricchezza si è accentrata nelle mani di  pochi, pochissimi Paperoni.

In questa situazione il ruolo dei media, specie dei social, si è modificato ed è diventato il luogo virtuale dello scontro sociale. Qui è nata la categoria degli odiatori, gli haters, gli odiatori on line, che sono diventati seriali e orientano anche politiche. Come e perché nasce un odiatore? L’avvio può essere un desiderio inappagato, da cui può nascere lo scontento e poi se non accettato il disappunto ed il rancore e poi la rabbia, l’ira, la rivolta fino all’esplosione della violenza. Siti  importanti per informazioni e dati sono  www.voxdiritti.it o il Forum Disuguaglianze e Diversità.

L’educazione e le istituzioni

Nel 2017 esce l’Atlante delle Emozioni Umane curato da Tiffany Watt Smith che cataloga e descrive 156 emozioni, che provano le persone di tutte le latitudini che l’anno successivo viene  ripubblicato e diffuso da “La Repubblica”. In quel periodo nella rete educativa FIORE, di cui facevo parte, emerse una riflessione tuttora valida: l’educazione oggi è l’organizzazione della libertà e della partecipazione  e lo slogan era ed è  la mia libertà finisce dove inizia la tua.

Spinti  dall’interesse creato intorno all’Atlante ed all’importanza assunta dalle emozioni nella vita sociale, decidemmo di organizzare alcuni eventi pubblici per parlarne: scegliemmo alcune coppie di emozioni: amore-odio, coraggio-speranza, rabbia-gratitudine e organizzammo a Roma e in provincia presentazioni  accompagnate da canzoni, video, foto di quadri, poesie, testi. Gli incontri ebbero buoni successi di partecipazione specie a Roma. Così decidemmo di passare dal solo piano cultural-educativo al piano istituzional-educativo, puntando l’attenzione sulla coppia uguaglianza-disuguaglianza, sulla mancata attuazione dell’art 3 della Costituzione, sulla inapplicazione di leggi esistenti e sull’esigenza di nuove leggi sui diritti personali e di cittadinanza.

Da questo susseguirsi di esperienze nacque nel 2018 la prima edizione della Campagna, che ebbe più di 60 adesioni di associazioni, cooperative, enti locali,  associazioni di EE.LL., cattedre universitarie, singoli docenti e molti volontari. Poi con una dozzina dei più tenaci abbiamo deciso di proseguire e dare vita ad una associazione che rendesse stabile l’impegno di andare oltre il pregiudizio e lavorare per l’uguaglianza.

Il più fervente sostenitore è stato Eugenio de Crescenzo. A lui, che a marzo è stato portato via dal Covid 19, abbiamo deciso di intestare il Centro di RicercAzione Eugenio de Crescenzo.

Siamo così arrivati alla terza edizione. Oltre dunque può non limitarsi solo ad uno slogan ma diventare col tempo un percorso di vita sociale.

OLTRE IL PREGIUDIZIO PIÙ GRANDE: QUELLO CONTRO LE DONNE

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