SALVATORE CIMMINO. A NUOTO PER UN TEVERE SENZA BARRIERE

Con Salvatore Cimmino, che da anni nuota per il mondo per i diritti delle persone con disabilità, e con Progetto Radici, una delle associazioni attive per la valorizzazione del Tevere. Cimmino: «Il Tevere potrebbe essere una risorsa enorme per Roma, ma oggi è inaccessibile alle persone con disabilità. Accessibilità ed ecologia sono i due pilastri della sostenibilità»

di Antonella Patete

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Nasce prima il nuotatore di lunga distanza o l’attivista per i diritti umani? E viene prima la battaglia per le persone con disabilità o la difesa dell’ambiente e la promozione della sostenibilità? Difficile a dirsi nel caso di Salvatore Cimmino, che da circa 20 anni percorre a nuoto mari, laghi e fiumi di tutto il mondo per attirare l’attenzione sui problemi che affrontano ogni giorno le persone con disabilità, troppo spesso ostacolate da barriere fisiche, sociali e culturali. E che per ben due volte, nel 2023 e nel 2024, ha nuotato nel fiume Tevere, partendo in entrambi i casi dal Ponte Duca d’Aosta, in zona Prati. La prima volta ha raggiunto la sede della Lega Navale di Ostia, coprendo 60 chilometri, la seconda, invece, la darsena di Fiumicino, per una distanza di 50 chilometri. «Le associazioni che operano sul Tevere mi hanno chiesto di fare questa traversata per denunciare l’inaccessibilità di questo grande fiume», ha raccontato a Reti Solidali durante l’ultima edizione della manifestazione sportiva Solstizio d’estate al villaggio dello sport. «Il Tevere potrebbe essere una risorsa enorme per Roma, ma oggi è praticamente inaccessibile alle persone con disabilità. I muraglioni che lo separano dalla città rendono difficile raggiungere la riva persino a chi non ha problemi di mobilità, figuriamoci a una persona con disabilità. La mia è anche una battaglia ecologica», ha aggiunto, «perché accessibilità ed ecologia sono i due pilastri della sostenibilità».

Nuotare in tutto il mondo per difendere i diritti delle persone con disabilità

Classe 1964, originario di Torre Annunziata, in provincia di Napoli, ma a Roma da tre decadi, Salvatore Cimmino ha perso la gamba destra all’età di 15 anni per via di un osteosarcoma. Alla fine del 2005, su consiglio medico, si avvicina al nuoto e, otto mesi dopo, compie la sua prima traversata: 22 chilometri di mare tra Capri e Sorrento. «Dopo 21 anni con la protesi, la mia colonna vertebrale era talmente compromessa da non riuscire più a sorreggermi», ha raccontato. «Il medico mi consigliò di iniziare un’attività motoria in acqua con l’obiettivo di riuscire almeno ad alzarmi da solo dal letto. All’inizio mi reggevo a stento a galla, ma ho imparato comunque a nuotare, migliorando ogni giorno di più». Ed è proprio nuotando, vasca dopo vasca, che Salvatore prende coscienza di sé e delle difficoltà quotidiane di milioni di persone con disabilità. A poco a poco, decide di uscire dalla sua comfort zone per diventare un attivista. «Nuotando riflettevo. In particolare mi chiedevo come costruire dei ponti virtuali per accorciare la distanza che separa una persona con disabilità dalla società civile». E la risposta arriva proprio dall’acqua, che gli restituisce non solo l’autonomia fisica ma anche una missione: nuotare in tutto il mondo per sostenere i diritti delle persone con disabilità. «Nuoto per promuovere la Convenzione sui diritti delle persone con disabilità e liberare le persone che convivono con un deficit o una patologia invalidante da quella prigione invisibile rappresentata dalla violazione del diritto alla mobilità, al lavoro e alla salute».

Tevere
Nel 2010 Salvatore Cimmino lancia il tour A nuoto nei mari del globo. Per un mondo senza barriere e senza frontiere che, in oltre un decennio, lo porta ovunque. Giorgini, Progetto Radici: «C’è una proposta per realizzare un’area di continuità tra Parco Tevere Marconi e Parco Tevere Magliana»

Dalla sfida dei 10mila metri al tour nei mari del mondo

Nel 2005, Salvatore non immagina dove lo condurranno i suoi sforzi. Vasca dopo vasca, scopre non solo di poter nuotare, ma anche di voler mettere questa sua nuova abilità a servizio delle persone disabili. Ne parla con Fabrizio Pandolfi del Gruppo sportivo Fiamme Oro della Polizia di Stato, che allena i ragazzi della piscina New Green Hill, dove si allena anche lui. Inizialmente Pandolfi non lo prende sul serio. Salvatore insiste, e lui allora lo sfida: «Se vuoi farlo davvero, vieni alla piscina della Polizia di Stato e nuota 10mila metri», gli dice. Salvatore accetta la sfida e, a sorpresa, riesce nell’intento. «A quel punto Fabrizio si convinse e mi promise di accompagnarmi nel mio progetto». La traversata Capri-Sorrento è solo la prima di una lunga serie. Salvatore continua ad allenarsi seguito dal responsabile del nuoto di fondo delle Fiamme Oro, Peppe D’Angelo. Poi interviene il Gruppo sportivo dei carabinieri e, infine, approda al Circolo Canottieri, dove conosce anche Giovanni Malagò che, dieci anni dopo, diventerà presidente del Coni.

Nel frattempo prosegue il suo impegno di atleta e attivista: nel 2007 inaugura Il Giro d’Italia a nuoto in dieci tappe. Due anni dopo è la volta del Giro d’Europa a nuoto in sei tappe, lunghe fino a 40 chilometri l’una, durante il quale conquista anche il record italiano di tutti i tempi per l’attraversamento dello Stretto di Messina. Nel 2010 lancia il tour A nuoto nei mari del globo. Per un mondo senza barriere e senza frontiere che, in oltre un decennio, lo porta ovunque: da Israele all’Argentina, dalla Nuova Zelanda alla Repubblica Democratica del Congo afflitta da un conflitto trentennale, dove nel 2012 percorre 47 chilometri del lago Kivu, dall’isola di Idjwi all’isola di Goma. La prossima tappa sarà a metà agosto, quando Salvatore arriverà nelle isole Haway per affrontare i 52 chilometri di mare che separano Molokai dall’isola di Oahu, una delle sfide più dure al mondo per il nuoto in acque libere.

Le associazioni ecologiste e il futuro del fiume Tevere

Sul territorio romano sono diverse le realtà che lavorano per restituire il Tevere alla cittadinanza. Tra queste, l’associazione Progetto Radici, nata poco più di un anno fa, promuove iniziative per valorizzare il fiume. L’associazione fa parte del Contratto di fiume, sottoscritto nel 2022 da un gruppo di circa 50 organizzazioni civiche per la riqualificazione e la valorizzazione storico-ambientale del Tevere. «Il fiume è stato ridotto a una condotta idraulica», ha spiegato il fondatore dell’associazione Antonio Giorgini. «I muraglioni di fine Ottocento lo hanno ingabbiato, ma ora la portata dell’acqua si è ridotta e il Tevere può tornare a essere vissuto dai romani». Giorgini ha un’esperienza di lunga durata nella salvaguardia del fiume: già negli anni Ottanta faceva parte delle rete di attivisti e associazioni che si occuparono della ripulitura dell’Emporium, l’antico porto romano situato nel quartiere Testaccio. Oggi Progetto Radici si concentra sull’accessibilità e la fruizione del Tevere, con particolare attenzione alla zona di Magliana. «C’è una proposta per realizzare un’area di continuità tra Parco Tevere Marconi e Parco Tevere Magliana», ha aggiunto Giorgini, spiegando che i volontari organizzano anche attività di sensibilizzazione nelle scuole. «Il Tevere resta un fiume sconosciuto ai ragazzi, nonostante attraversi la Capitale», ha concluso. «Eppure questo corso d’acqua aspetta solo di tornare a essere elemento vivo della città, non solo una condotta per il deflusso delle acque».

Immagine di copertina: Lalupa

SALVATORE CIMMINO. A NUOTO PER UN TEVERE SENZA BARRIERE

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