
VITERBO, CITTADINANZA ATTIVA E AMMINISTRAZIONE CONDIVISA: DUE FACCE DELLA STESSA MEDAGLIA
Un contributo di Raimondo Raimondi, Presidente della Consulta del Volontariato di Viterbo sul Regolamento approvato dal Comune di Viterbo e lo stato dell'arte dell'amministrazione condivisa sul territorio
di Redazione
22 Agosto 2025
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La collaborazione tra cittadinanza e Amministrazione a Viterbo gode, almeno sulla carta, di un Regolamento Comunale, che, a distanza di otto anni dall’entrata in vigore, non è molto conosciuto e ancor meno praticato, sia dalla cittadinanza che dall’Amministrazione. Un gruppo informale di cittadini si è organizzato per far vivere il Regolamento destandolo dal letargo nel quale è stato confinato e renderlo conosciuto e quindi utilizzato.
Il gruppo si è formato dopo che quei cittadini hanno partecipato al corso webinar Amministrazione condivisa: strumenti e pratiche del CSV Lazio del giugno 2024. Durante e grazie al corso, questi cittadini si sono convinti della necessità di praticare quanto appreso, cominciando dal riesumare e attivare il Regolamento di cui sopra.
I passaggi con l’Amministrazione e la Giunta sono stati lunghi e laboriosi ma, dopo un anno, hanno prodotto, il 21 giugno scorso, un iniziale evento di pubblicizzazione e di lancio. L’evento è stato organizzato assieme a CSV Lazio ed ha rafforzato la consapevolezza del gruppo. Per dare un’occhiata: qui e qui.
Il gruppo proporrà a Giunta e Amministrazione la sottoscrizione di patti di collaborazione. Inoltre solleciterà il Comune ad informare e formare la cittadinanza a partire dalle scuole (prescritto dall’art. 8 del Regolamento) e chiederà alla Giunta di individuare e rendere noti quei beni nelle disponibilità del Comune che possono essere oggetto di patti di collaborazione (previsto dall’art. 13 del Regolamento).
Benemeriti questi cittadini: sembrano eroi ma chiedono solo il rispetto di un Regolamento.
Benemeriti anche sul piano della teoria: il loro impegno consente di chiarire due espressioni appartenenti al variegato lessico del volontariato: cittadinanza attiva e amministrazione condivisa. Come classificare il loro impegno? cittadinanza attiva? amministrazione condivisa?
Amministrazione condivisa e cittadinanza attiva: una proposta di schema
La bibliografia su cittadinanza attiva e amministrazione condivisa è sconfinata: basta cercare su internet e buona lettura. A me, francamente, sembra una questione di lana caprina. Comunque, in estrema sintesi, e solo al fine di evidenziare somiglianze e differenze, propongo questo schema:
- Possibili soggetti coinvolti:
- per la cittadinanza attiva, sono tutti i cittadini di un Comune e i dipendenti del Comune stesso. Cioè, tutti i cittadini di quel Comune possono essere soggetti proponenti, sottoscrittori e attivi nel patto.
- Per l’amministrazione condivisa, sono tutti gli ETS e la Pubblica Amministrazione. Qui c’è un limite (solo gli ETS sono titolati) che non è presente nella cittadinanza attiva. Tuttavia c’è un’estensione per la Pubblica Amministrazione: non solo quella dei Comuni ma anche di ASL, Scuole, Regioni, ecc.
- Strumenti giuridici e normativi:
- Per la cittadinanza attiva, sono sicuramente i Regolamenti comunali di collaborazione, che hanno valore sul territorio di quei Comuni che si sono dotati di Regolamento (4% dei Comuni italiani).
- Per l’amministrazione condivisa, sono gli strumenti giuridici e normativi che hanno valore di legge nazionale e quindi anche comunale (Codice del Terzo Settore – D.L. 117/17 e sentenze successive; Linee Guida Ministeriali).
- Gli strumenti operativi, conseguentemente, si basano su quelli giuridici e normativi
- Per la cittadinanza attiva, sono i patti di collaborazione previsti dai Regolamenti comunali, tipo quello di Viterbo (approvato ma purtroppo inapplicato) e firmati da Dirigente del Comune in grado di impegnare con la sua firma l’Amministrazione. Attualmente sono circa 10 mila i patti attivi nei circa 300 Comuni che si sono dotati di un simile Regolamento.
- Per l’amministrazione condivisa, sono le convenzioni, quale esito di un procedimento amministrativo (co-programmazione e/o coprogettazione) governato dalla L. 241/90 ed eseguito da un funzionario o dirigente nominato Responsabile Unico di Procedimento.
La strada ancora da percorrere
Cittadinanza attiva e amministrazione condivisa hanno coperture e differenze ma l’una non esclude l’altra. Anzi l’una può potenziare l’altra e al limite diventare l’altra: è una ricchezza da valorizzare.
Quello che purtroppo, a mio avviso, ancora non è patrimonio consolidato, sia fra cittadini (semplici od organizzati) che nella Pubblica Amministrazione, è un concetto condiviso e praticato di collaborazione, che è il presupposto necessario di ogni cittadinanza attiva, amministrazione condivisa, cittadinanza attiva più amministrazione condivisa o amministrazione condivisa più cittadinanza attiva.
In particolare, sembra necessario che la Pubblica Amministrazione (a partire da quella dei Comuni) evolva, da una postura verticale e concessoria nei confronti dei cittadini, per accostarsi ad una cultura che la porti non più soltanto a erogare servizi predefiniti (cosa che comunque va fatta) ma a concepire sé stessa e ad agire come un attore di coesione sociale, di vicinanza, ascolto e ricerca.
Questo è un nodo da sciogliere, un problema da risolvere, un ostacolo da superare, non più sul piano giuridico e normativo ormai definito nelle linee generali, quanto piuttosto sul piano culturale.
L’elemento culturale è ben presente nella sua complessa problematicità al gruppo di cittadini di cui sopra. Pian piano, sarà presente anche ai dipendenti della Pubblica Amministrazione (cittadini anche loro!). Per arrivare a questo occorre costruire un linguaggio comune attraverso un processo tenace e continuo di collaborazione alla pari, pur nelle competenze di ognuno.
Anche in questo senso va l’iniziativa dei cittadini di cui sopra: a loro i migliori auguri.
