CENTRO ASTALLI, RAPPORTO 2023. ACCOGLIERE CON DIGNITÀ È POSSIBILE

Presentato a Roma il Rapporto 2023 del Centro Astalli: l’esperienza della crisi ucraina non è bastata a fare una riflessione profonda su accoglienza e integrazione dei rifugiati. Cardinale Zuppi: «Dopo quarant’anni anni di storia di immigrazione non si può parlare di emergenza»

La sala del Teatro Argentina è gremita fino alle scale d’accesso. In fondo, di fronte alle autorità religiose e civiche attentamente presenti, tra cui riconosciamo il Sindaco di Roma, parla Hamed raccontando la sua pena. Lo strappo dalla vita costruita in patria quando i Talebani rioccupano l’Afghanistan, la necessità di partire, mettersi in salvo, espatriare, senza il tempo per salutare, prendere documenti, chiudere o quantomeno salvaguardare con un commiato decoroso quello che si lascia in balìa dell’ignoto. Abbiamo di fronte un giovane colto e valente, che in patria era alle soglie della laurea, ma qui, se non avesse incontrato l’accoglienza umana e competente dei volontari del Centro Astalli che gli ha permesso di ricostruire e in parte sanare questa ferita, sarebbe potuto andare ad ingrossare quel numero di casi psichiatrici che fanno dei CAS, i centri di accoglienza speciale, una terra di sofferenza intima prima che di conforto.

Le testimonianze ci colpiscono, ma i numeri del Rapporto 2023 che il Centro Astalli presenta ci lasciano ancor più sbigottiti, come commenta anche il Cardinale Zuppi, che con la sua verve garbata e umanizzante cerca di infiocchettare un messaggio che arriva dritto al governo in carica: dopo quarant’anni anni di storia di immigrazione non si può parlare di emergenza e se l’accoglienza speciale si vuole ridurre allora sarà il caso di far funzionare bene quella ordinaria.

Ma la situazione non è così semplice e i fatti dicono che, al contrario, di accoglienza ordinaria non se ne vede l’ombra. Ce lo dice Bianca Berlinguer, che dialoga con il Cardinale Zuppi e con Padre Ripamonti, quando ricorda l’odissea oppressiva e kafkiana delle centinaia di migranti davanti alla questura di Milano, in fila per settimane, accampati in attesa di essere chiamati, senza un sostegno, un’indicazione, una guida. Al giorno fissato si apre una porta e chi riesce ad entrare spera di avviare la pratica di richiesta del permesso di soggiorno e la richiesta di asilo, e chi rimane fuori, ritorna ad accamparsi.

Inevitabile sia l’accoglienza

Centro Astalli
«Sono state 5 milioni le persone che hanno fatto ingresso in UE dall’Ucraina dall’inizio del conflitto. Di queste 170mila sono arrivati in Italia nel corso dell’anno», si legge nel Rapporto 2023 del Centro Astalli. «L’esperienza della crisi ucraina non è bastata a fare una riflessione profonda su accoglienza e integrazione dei rifugiati».

Le testimonianze nei servizi televisivi di questi giorni mostrano rappresentanti dei sindacati di polizia che usano la parola “inevitabilmente” per giustificare le tensioni anche gravi che si sono accese e hanno portato anche a scontri e all’intervento di reparti in tenuta antisommossa. Ma, ci si dice qui, lo Stato non può accettare che “inevitabile” sia la repressione, ma lavorare affinché inevitabile sia l’accoglienza.

Che è quello che fa il Centro Astalli con i suoi 700 volontari e con l’apporto e l’entusiasmo partecipe di decine di giovani che hanno messo a frutto lo strumento del Servizio Civile in maniera piena e dedicata. I Servizi che Padre Camillo Ripamonti, Presidente del Centro Astalli, descrive sono declinati nel Rapporto secondo le tre linee guida indicate fin dall’inizio dal fondatore Pedro Arrupe: Accompagnare, Servire, Difendere.

Non c’è solo la prima accoglienza, infatti, anche se pasti, servizi sanitari, riparo e scuole di italiano hanno numeri di primo rilievo. Ma se quello a cui teniamo è di restituire piena dignità alle persone che scappano da situazioni inaccettabili e da terre rese invivibili dalle trasformazioni climatiche che il primo mondo ha avviato e capitalizzato, servono anche progetti di emancipazione e azioni di advocacy, svolte in Italia e nel mondo insieme certamente a un mondo di associazionismo e volontariato plurale e composito.

Il Rapporto 2023 del Centro Astalli dettaglia e descrive azioni attivate in tutta Italia che ci parlano di una umanità possibile e di relazioni fertili che nascono e nutrono sia chi accoglie che chi viene accolto, come i co-housing tra universitari e migranti, che abbinano la soluzione abitativa a un’opportunità di orientamento tra giovani di provenienze differenti, ma di pari dignità.

Lo scarto tra il tanto che si fa e il poco che servirebbe per garantirlo a tutti

Centro Astalli
«L’Italia non riesce a uscire dalla logica dell’emergenza. La burocrazia mina l’accesso alla protezione internazionale e ai percorsi di integrazione. Aumentano le vulnerabilità dei rifugiati. La richiesta costante di volontariato ci mostra che la società civile è pronta al cambiamento, disponibile ad accogliere i rifugiati e a ripensarsi aperta e solidale». Immagine Centro Astalli.

Sono servizi diffusi e sono dedicati, cioè svolti in piccoli gruppi o con una continuità relazionale di base, che permetta a chi è sbarcato da un viaggio tremendo e scioccante, come quello che racconta Barry anche in vece del suo scomparso amico Ismael, di poter fissare su un viso e su una voce umana il sentimento di una accoglienza che finalmente fa casa, dà riparo e speranza.

“Un mondo diverso è possibile” sembrano dire le cifre snocciolate dal Presidente Ripamonti, soprattutto se, con vero spirito di ricerca di pace, si prova a dare risposta alla domanda che Papa Francesco pose ormai dieci anni fa a Lampedusa: Dov’è tuo fratello? E sulla scorta di questo interrogativo ci si attrezza e organizza per costruire fratellanza tra i popoli, tra le genti, tra le persone che arrivano e che invece di trovare varchi protetti per sfuggire alle guerre e sopraffazioni a cui sono sottoposte trovano sempre più ostacoli sul loro cammino.

È raccontando il tanto che si fa e soprattutto il tanto che controcorrente si realizza che ad un tratto a Padre Camillo manca il respiro, si spezza la voce; stava chiedendo scusa per quella differenza, per lo scarto che sente e che brucia tra il tanto che si realizza e il poco che, con la partecipazione convinta delle istituzioni democratiche dello Stato, ci vorrebbe per garantirlo a tutte e tutti.

CENTRO ASTALLI, RAPPORTO 2023. ACCOGLIERE CON DIGNITÀ È POSSIBILE

CENTRO ASTALLI, RAPPORTO 2023. ACCOGLIERE CON DIGNITÀ È POSSIBILE