RESPONSABILITÀ. LA PAROLA CHE CI UNISCE E CI COINVOLGE TUTTI

È responsabilità la parola al centro dell’ottavo Festival Treccani della lingua italiana, che quest’anno coincide con i 100 anni dalla sua nascita. Una parola le cui sfumature coinvolgono tutti e sempre, come individui, cittadini, genitori, colleghi, volontari, esseri umani

di Claudio Tosi

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Garbatella, esterno giorno, piazza Sauli è movimentata e piena di stand, la Fondazione Treccani vi ha organizzato l’ottava edizione del Festival Treccani della lingua italiana, che quest’anno cade nel centenario dalla sua nascita, affrontando il senso e le sfumature di una parola che ci coinvolge sempre, come individui, cittadini, genitori, colleghi, esseri umani, la parola: responsabilità.

Il Festival inizia con i saluti delle istituzioni che hanno avuto la responsabilità di contribuire all’evento. Introduce il Direttore Massimo Bray che dà conto dell’interesse crescente per questo Festival, che indaga le parole non solo con riflessioni e dibattiti, ma anche con i linguaggi dell’arte e della musica. Bray introduce i rappresentanti dell’ente locale e regionale che a loro volta avviano un’analisi del termine dal punto di vista istituzionale, riflettendo sulle tante responsabilità che l’amministrazione ha nei confronti di territori e cittadini e soffermandosi sulla necessità che sia sempre più frequente quello spirito di cooperazione e di confronto che fa dell’azione politica un esercizio di ascolto oltre che di potere.

Parla poi Massimiliano Fiorucci, il Rettore di Roma Tre che proprio in VIII Municipio ha alcune delle sue sedi più prestigiose e che, forte della responsabilità della guida di un ente che conta oltre 1000 docenti e 700 impiegati, ma che soprattutto serve più di 35mila studenti, sa cosa significa tenere lo sguardo ampio e mantenere salda la rotta verso la mission dell’Università, che è quella dell’accesso allo studio e della capacità di essere elemento di formazione e crescita per tutti, come dimostra, con un toccante esempio personale, la sua stessa storia di figlio di emigrati dall’Umbria, che, dalla scuola serale del padre alla sua carica attuale, rappresenta magistralmente il ruolo di ascensore sociale che la formazione può e deve continuare a garantire a tutte e tutti, a prescindere dal reddito e dalle origini dei singoli.

Fiorucci va più a fondo e ci ricorda la lezione della Arendt, sulla necessità, per dirsi realmente esseri umani, di esercitare la propria responsabilità nei confronti del proprio agire, rifiutandosi di giustificare con l’obbedienza l’accettazione di prendere parte ad azioni abiette o immorali nei confronti di altri esseri umani. Il motto che la parola responsabilità scelta dalla Fondazione Treccani ci richiama, chiude il Rettore, è sempre quello iscritto all’entrata della scuola di Barbiana con cui Don Milani contrastava l’orrido “me ne frego” fascista. Quel coinvolgimento nei destini dell’altro che ci fa cittadini solidali: l’”I Care” e cioè “l’ho a cuore” “mi coinvolge” che ci collega gli uni agli altri responsabilmente.

Festival Treccani della lingua italiana
Un momento dell’ottava edizione del Festival Treccani della lingua italiana

Dal Festival Treccani della lingua italiana un richiamo alla responsabilità internazionale 

Chiude i saluti il Presidente del Municipio VIII, ritornando sull’importanza dell’aprire spazi nei territori per potersi confrontare e crescere come cittadini. Il Municipio, dice Amedeo Ciaccheri, fa la sua parte e ringrazia le amministrazioni comunale e regionale per aver voluto sostenere la presenza di questa prestigiosa iniziativa. Non è la prima volta che il Festival fa una sua tappa a Garbatella, ma per l’ente più vicino ai cittadini, se possiamo usare una metafora ambientalista per riassumere le parole del Presidente, iniziative di questo genere hanno la stessa funzione che svolgono i lombrichi rispetto al suolo: arearlo e renderlo fertile. Festival come questo cioè, operano un vero e proprio dissodamento del terreno sociale, permettono l’incontro e il confronto con voci e personalità che coinvolgono e sconcertano anche, ma sempre rivitalizzano la riflessione e danno nuova forza alla dimensione di cittadinanza attiva e consapevole.

Il Festival sta per iniziare ufficialmente con l’intervento sapiente e ricco della giornalista Carmen Lasorella, che parlerà del Gattopardo, di come sempre serva una vigilanza dal basso perché le manovre del potere non siano solo ammuina, per non cambiare nulla.

Ma il Direttore Bray, nel ringraziare i saluti delle istituzioni, aggiunge una dimensione internazionale al senso di responsabilità civica, ambientale e umana di cui il Festival si avvia ad approfondire l’analisi, ricordando come in un momento così drammatico per le scelte disumane che si stanno compiendo a Gaza da parte del Governo e dell’Esercito Israeliano, parlare di responsabilità significa anche esporsi per impedire che chi al contrario agisce irresponsabilmente sia richiamato a riconsiderare i propri passi e a dare ragione e conto delle proprie azioni. Come volontari che ogni giorno facciamo il massimo per esercitare tutta la nostra capacità di responsabilità sociale e solidale, auguriamo riconoscenti il massimo successo all’iniziativa.

RESPONSABILITÀ. LA PAROLA CHE CI UNISCE E CI COINVOLGE TUTTI

RESPONSABILITÀ. LA PAROLA CHE CI UNISCE E CI COINVOLGE TUTTI