RIETI. PARCO DELLA VITTORIA: IL PRIMO PARCO INCLUSIVO DELLA CITTÀ

Inaugurato a Maggio, il nuovo parco inclusivo di Rieti è uno spazio dedicato a tutti i bambini. Un luogo per stare insieme, senza barriere

di Pier Luca Aguzzi

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È stato inaugurato il 12 maggio a Rieti il primo parco inclusivo della città, nel corso di un’iniziativa a cui hanno partecipato le famiglie, le associazioni, le istituzioni e i cittadini. Un passo importante per l’ASD Atletica Sport Terapia Rieti, un luogo pensato per tutti, bambini normodotati e bambini con disabilità sensoriale o motoria. A raccontarlo Annacarla Purificati, vicepresidentessa dell’ASD Atletica Sport Terapia Rieti.

Come nasce l’idea di creare nel capoluogo reatino un parco inclusivo?

parco inclusivo Rieti
parco inclusivo Rieti

«Il progetto del parco inclusivo ha inizio nel 2019 da una mia idea, quella di mamma di una bambina con disabilità, Vittoria. Mi sono imbattuta in un parco inclusivo a L’Aquila, così ho immaginato che lo stesso progetto potesse essere realizzato nella mia città, all’inizio nel quartiere Campoloniano. Così sono iniziate le interlocuzioni con una ditta specializzata nei giochi inclusivi e poi abbiamo avviato una raccolta fondi».

Il parco inclusivo è stata anche un’occasione per rilanciare i temi della disabilità e delle barriere architettoniche.

«Sì, abbiamo realizzato un video, ora disponibile su parcoinclusivo.it, per far vedere cosa accade ad un genitore di un bambino con disabilità motoria quando porta il figlio in un parco non attrezzato, per promuovere le iniziative legate alla raccolta fondi. Mi piace sottolineare come anche lo stesso sito sia frutto di una donazione».

Il parco inclusivo, che sembrava un sogno, è diventato realtà?

«Grazie al contributo di realtà profit della città – che hanno coinvolto anche i dipendenti – e della Fondazione Varrone, che da anni supporta le attività dell’Atletica Sport Terapia, siamo andati avanti ed è stato realizzato un nuovo progetto sull’area individuata, sottoscrivendo con il Comune un accordo di volontariato civico. A giugno 2022, il progetto è stato presentato durante il Festival del Sociale e dello Sport organizzato dall’ASI. Per incrementare la raccolta fondi sono state realizzate magliette con lo slogan “Se giochiamo insieme siamo più felici” nel linguaggio di Comunicazione Aumentativa Alternativa. A queste iniziative si sono sommate decine di donazioni da parte di aziende private, cooperative sociali, ordini professionali e privati cittadini. La realizzazione vera e propria è stata avviata a inizio 2024, poi è stato piantumato il verde e sono state aggiunte le panchine».

Da quali aree è composto il Parco?

«C’è un’area giochi nella quale è stata posta una struttura con due scivoli, uno dei quali adatto a bambini con disabilità motoria che necessitano di un accompagnatore. Una rampa per bimbi con ridotta capacità motoria che li conduce in uno spazio attrezzato con giochi sonori e sensoriali. Possiamo trovare un’altalena con una seduta adatta a chi non è in grado di sostenersi da solo, ma che si trova accanto ad una seduta comune così da poter dondolare insieme. Grazie ad una tabella della Comunicazione Aumentativa Alternativa, i bambini che non si esprimono con il linguaggio verbale potranno scegliere quale gioco fare o esprimere le loro necessità. L’area è ricoperta da una pavimentazione antishock ed è completamente priva di barriere architettoniche».

Cosa significa per lei veder realizzata un’opera che fino a pochi anni fa era un semplice pensiero?

«Il parco inclusivo – dedicato a Sofia Formichetti, bambina prematuramente scomparsa, i cui genitori hanno voluto contribuire alla realizzazione – è frutto di una grande partecipazione di tutto il territorio. Le persone ne hanno compreso il valore sociale e simbolico: è stata realizzata un’area adatta a far giocare insieme bambini con e senza disabilità, consentendo a tutti di stare insieme. Un progetto frutto della tenacia di una mamma che ha vissuto la frustrazione di non poter vedere la sua bambina giocare con gli altri, che non può e non deve restare unico, ma deve essere di esempio e stimolo. Il Parco della Vittoria rappresenta la vittoria di una piccola associazione e delle sue combattive mamme».

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