
ROMA, COMUNITÀ EDUCANTI: DALLA MAPPATURA ALLA CABINA DI REGIA NEL MUNICIPIO 7
Una mappatura del territorio, una cabina di regia, patti educativi con sei scuole coinvolte, una formazione permanente. Sono alcuni dei risultati principali del progetto Peer Sharing nel Municipio 7 di Roma, selezionato da Con i Bambini nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile
18 Settembre 2025
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«Cosa è stato e cosa lascia Peer Sharing? Il fattore più importante, da cui partire, è che in questi due anni ha attivato sinergie tra soggetti per fare in modo che il progetto continui». A parlare così è stata Anita Curatola, referente Forumsad, Forum permanente per il sostegno a distanza, che nella Sala Rossa del Municipio 7 ha aperto l’incontro La comunità educante del Municipio VII di Roma rafforza le sinergie, evento conclusivo del progetto Peer Sharing, selezionato da Con i Bambini nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile.
All’incontro hanno partecipato i soggetti del territorio che fanno educazione all’ incontro. «Purtroppo le istituzioni invitate, Francesco Laddaga, presidente Municipio 7 di Roma, e Marcello Morlacchi, assessore alla scuola Municipio 7 di Roma, non sono riuscite ad essere presenti, ma in questi due anni ci sono state. Dall’inizio del progetto, l’1 maggio 2023, fino alla conclusione, l’1 settembre 2025, quello che è emerso, in primis, è che le realtà hanno bisogno di fare sinergia: le associazioni chiedono soprattutto questo al VII municipio, al di là dei fondi disponibili».
Risultati principali: dalla mappatura alla cabina di regia
Il Municipio 7 di Roma «che ha una popolazione pari a quella di Firenze ed è caratterizzato da una popolazione eterogenea e zone con differenti livelli di accesso ai servizi educativi, rappresenta il contesto d’intervento del progetto Peer Sharing, che affronta la sfida di integrare e mobilizzare diversi attori comunitari per rispondere efficacemente alla povertà educativa, vedendo nell’impegno collettivo un’opportunità per un cambiamento positivo», ha spiegato Curatola.
La mappa delle povertà educative e dei soggetti educanti, la guida ai servizi di contrasto alla povertà educativa, i patti educativi con sei scuole coinvolte, una cabina di regia/osservatorio sulla povertà educativa con il Municipio 7, formazione permanente e una Comunità educante solidale. Sono questi i risultati principali di Peer Sharing che, con competenze diversificate del partenariato, ha avuto l’obiettivo di contrastare la povertà educativa rafforzando la Comunità educante con una “condivisione alla pari” tra i soggetti del territorio. Tutto ciò attraverso diverse azioni.
Uno degli obiettivi del progetto è stato rafforzare l’identità e l’autoconsapevolezza dei soggetti coinvolti. «Ciò è stato fatto attraverso il rafforzamento del radicamento identitario e solidale nel municipio, quali la Giornata del camminare in collaborazione con Federtrek, 10 eventi presso il bibliohub allo Statuario con Aib (Associazione italiana biblioteche), la Settimana antirazzista con i ragazzi d B-Side e il centro interculturale Scholè. Con il contest Dai voce al tuo quartiere i ragazzi hanno raccontato il loro punto di vista, attraverso musica, danza, montaggi video», ha proseguito Curatola. Inoltre, è stata fatta la mappatura dei bisogni e dei soggetti educanti del VII municipio su Google Maps e la mappa delle povertà educative e dei bisogni (attraverso interviste, focus group e incontri di gruppo).
«Per la costruzione e il rafforzamento dei rapporti di rete, abbiamo coinvolto e aggregato i soggetti educanti, attraverso 18 contact point tematici e territoriali in tutto il Municipio 7, abbiamo organizzato incontri tematici ed eventi di approfondimento sia in presenza che online, e sviluppato una guida ai servizi di contrasto alla povertà educativa», ha continuato Curatola. «Per lo sviluppo della Comunità educante solidale, sono state realizzate campagne ed eventi di solidarietà, abbiamo coinvolto imprese e soggetti territoriali che hanno donato i premi del contest e attivato una progettazione partecipata con nuovi partner territoriali».

Tra intensificazione e qualificazione dei processi di rete, e scambi di esperienze
Benessere psicologico, famiglie con background migratorio, partecipazione e attivismo, scuola e territorio. «Sono i 4 tavoli di lavoro attivati per lo sviluppo di processi di co programmazione. Per il raggiungimento di quest’obiettivo, sono stati anche attivati percorsi di coprogettazione con la Comunità educante, studenti e scuole (Fondazione Mondo Digitale e Labos) ed elaborati sei patti educativi nelle scuole Via Ceneda, Corradini, Via Stabilini, Manzoni, Montinaro e Via Messina. Per quanto riguarda la formazione, sono stati attivati l’educazione interculturale per educatori e docenti con l’associazione S.A.L. Solidarietà con l’America Latina, il child safeguarding con Ecpat, la mobilità attiva per la Comunità educante con Coordinamento genitori democratici, promozione della lettura in famiglia per genitori con Aib, Associazione italiana biblioteche, benessere mentale nelle scuole con Soleterre», ha detto Curatola.
Durante il progetto, sono stati fondamentali gli scambi di esperienze: con altre Comunità educanti di Roma su bisogni ed obiettivi simili, e con altre Comunità educanti in Italia da contesti diversi. Inoltre, il progetto ha visto la partecipazione ad eventi nazionali ed internazionali. «La comunicazione e la disseminazione sono state possibili grazie: allo storytelling multimediale del progetto a cura di Fondazione Mondo Digitale, alla landing page del progetto con collegamenti alla mappatura e agli eventi locali, la comunicazione su siti web e canali social di Forumsad e dei partner, la partecipazione a trasmissioni tv», ha continuato Curatola.
La rete: la base su cui costruire un’identità per trovare il modo di finanziarsi
«Quando parliamo di Comunità educante si parte dal fatto che dobbiamo aiutare il Municipio a coinvolgere le associazioni e le scuole», ha detto Elisa Agolini, referente per le Attività Istituzionali Con i Bambini. «La mappatura è un processo che speravamo di ottenere da questo progetto: spesso abbiamo dei “doppioni”, ovvero associazioni che si occupano delle stesse attività sullo stesso territorio, e poi dei “buchi”, ovvero delle zone che rimangono scoperte da alcuni servizi». Agolini ha continuato affermando che «oltre al finanziamento, che è importante, per la sostenibilità di un intervento la rete diventa la base su cui costruire un’identità per trovare il modo di finanziarsi: sono fondamentali le connessioni fisiche del territorio».
«I patti funzionano dove ci sono dialogo e costanza, non dove c’è l’offerta. Bisogna essere aperti al territorio e ai quartieri, dobbiamo fare uno sforzo collettivo affinché si facciano emergere i problemi. C’è un grande bisogno dei ragazzi di essere ascoltati», ha detto Yasmin Abo Lhoa, associazione Ecpat Italia. «Dobbiamo fare in modo che i ragazzi delle periferie non vivano una sorta di segregazione. Speriamo presto in un incontro con il Municipio 7». All’incontro ha partecipato l’assessore del Municipio 7 con delega alle Politiche giovanili Fabrizio Grant, ex presidente della Commissione Scuola, che ha confermato «che l’intuizione che c’era stata più di due anni fa di avviare il progetto era stata positiva, e i risultati lo dimostrano. È importante la coprogettazione, che si capisce anche facendola: c’è una Comunità, ci sono attori nel Municipio VII che la sanno mettere in pratica insieme».
