ROMA. LA VOCE DEI 2000: RACCONTARE I MILLENNIALS CON L’ARTE

Oltre 200 interviste a ragazzi nati nel 2000 per raccontare i pensieri dei Millennials attraverso ritratti di parole. È il progetto di Francesca Grosso, in mostra fino al 10 marzo presso la Casa del Municipio I Roma centro Casa del volontariato Roma - Galilei

La voce dei 2000
Francesca Grosso all’opera

Raccontare i pensieri dei Millennials attraverso ritratti di parole. È il progetto costruito in questi anni da Francesca Grosso, giovane artista contemporanea, specializzata nel fondere linguistica e arte visiva attraverso la realizzazione di calligrammi artistici. Sullo sfondo ci sono oltre duecento interviste di ragazze e ragazzi nati nel 2000 che hanno confidato all’artista i loro dubbi sul futuro, i punti di forza delle loro personalità, il loro significato di parole come “libertà” e “diversità”. L’esposizione La voce dei 2000 è stata inaugurata lo scorso 25 febbraio presso la Casa del Municipio I Roma centro Casa del volontariato Roma – Galilei CSV Lazio, dove sosterà fino al 10 marzo accompagnata da altre opere e installazioni dell’artista. L’iniziativa è inserita all’interno del progetto Patto di comunità – Municipio Roma I centro e sostenuta da CSV Lazio ETS.

Le risposte mi hanno sorpresa

«In un’epoca di iper-informazione in cui siamo costantemente raggiunti da stimoli di tutti i tipi», spiega Francesca, «ho voluto fermarmi per ascoltare la prima generazione di nativi digitali, ragazze e ragazzi di tutta Italia a cui ho chiesto di esprimere in forma libera e anonima, riflessioni su questioni importanti della loro vita, spesso ignorate dagli adulti. Le risposte raccolte in questi anni mi hanno sorpreso e, senza alcuna forma di giudizio, ho tentato di tradurle in calligrammi artistici, una tecnica in cui ogni parola si trasforma in un particolare della tela».

La voce dei 2000: paure, ideali, libertà

la voce dei 2000
L’opera Libertà

Se i classici calligrammi seguono regole di composizione ben precise, quelli realizzati da Francesca hanno forme più libere, suggerite dall’intreccio di pensieri di questi giovani. “A cosa non potresti mai rinunciare?”, è una delle prime domande dell’intervista, a cui una ragazza risponde “Mi piacerebbe poter passeggiare nel mio paese mano nella mano con la mia fidanzata senza ricevere insulti”. O ancora, “Qual è la tua più grande paura”, dove un giovane dice “È il futuro, non il mio ma quello del nostro pianeta, perché per avarizia lo stiamo sempre più distruggendo”. Da queste e altre risposte è nata l’opera Libertà.

«In questa opera ho deciso di rappresentare due donne intrecciate in un’attività di nuoto mentre formano un cerchio con il proprio corpo, e, attraverso questo movimento, restituiscono un senso di ascensione. O ancora Mondo ideale, dove a dar forma ai continenti sono state le risposte alla domanda “Come dovrebbe essere il tuo mondo ideale?”. Dopo aver letto attentamente tutte le trascrizioni delle interviste sono iniziate a comparire nella mia mente delle immagini. Uso le parole come strumento artistico, laddove diventano più dense sarà un punto più scuro della tela, mentre lì dove sono più distanziate sono quelle su cui voglio far cadere l’attenzione del fruitore». Una delle opere più note di Francesca è il ritratto di parole a sostegno della campagna di liberazione di Patrick Zaki portata avanti dall’Associazione InOltre, una tela in cui l’artista ha raccolto i testi in 16 lingue di una lettera che chiede la scarcerazione immediata del ricercatore.

Dal pensiero all’arte

La voce dei 2000 è solo uno dei progetti della rassegna Duemilavoci, dove l’artista fonde insieme musica, teatro, performance dal vivo realizzando forme di arte partecipata, così come le definisce lei stessa. «Quando trascrivi il suo pensiero, quella persona si sente più che ascoltata, la scrittura è qualcosa di lento che non ci rappresenta più nel mondo digitale in cui viviamo. È una metafora di attenzione, le persone che si rileggono e si vedono trascritte si sentono più protagoniste. Il mio intento è stato tradurre tutto questo materiale di pensiero in opere d’arte».

 

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