UCRAINA. CARITAS DIOCESANA DI ROMA: DOPO L’ACCOGLIENZA SERVE UNA VISIONE DI LUNGO PERIODO

I numeri dell'accoglienza di Caritas Diocesana di Roma. Dopo l'onda emotiva bisogna lavorare in rete, istituzioni, terzo settore, comunità, perchè l'accoglienza diventi inserimento sociale

Puntare su una visione ponderata anche di lungo periodo, cercando di evitare l’onda puramente emotiva. È questa la priorità che si pone la Caritas diocesana di Roma, impegnata sin dall’inizio nell’azione di accoglienza dei profughi ucraini in fuga dalla guerra. «Per fare bene il bene è importante non improvvisare e raccordarsi con chi ha delle responsabilità istituzionali», precisa il direttore della Caritas di Roma Giustino Trincia. «Fondamentale è anche il rapporto con il Terzo settore e con gli enti locali: solo con un approccio a rete si può fornire un servizio di qualità a persone di per sé fragili, la cui vita è stata completamente sconvolta».
Nella Capitale la Caritas diocesana, al mese di Marzo 2022, ha già accolto, in sinergia con la Prefettura, 84 persone nell’ambito del circuito Cas, i Centri di accoglienza straordinaria. In collaborazione con il Comune invece hanno trovato ospitalità 14 persone nei centri Sai (Sistema di accoglienza e integrazione), mentre altri 87 posti letto sono stati messi a disposizione per i “corridoi umanitari” promossi da Caritas Italiana.
Non solo: l’organismo pastorale diocesano è in un rapporto di stretta cooperazione con le istituzioni anche per la promozione di una rete di accoglienza diffusa. «Al momento stiamo accogliendo solo presso parrocchie e istituti religiosi», spiega Luigi Petrucci, coordinatore dell’accoglienza dei profughi ucraini presso la Caritas di Roma. «Tuttavia, fin dall’inizio abbiamo attivato una mappatura delle risorse disponibili nel territorio e offerto alle famiglie la possibilità di mettere a disposizione stanze o appartamenti. Ora si stanno valutando in termini di idoneità le oltre 500 richieste pervenute».

caritas diocesana di roma
Ci sono numerose opportunità per attivarsi in prima persona. Per farlo è possibile chiamare lo o6.88815190 o scrivere a emergenzaucraina@caritasroma.it

Non solo accogliere, ma accompagnare

Tra le azioni messe in campo sin dalle prime settimane di emergenza, anche l’avvio di una raccolta fondi per sostenere le Caritas locali in Ucraina e nei Paesi limitrofi, oltre che la promozione di incontri di sensibilizzazione e preghiera. «L’accoglienza non deve mai essere fine a se stessa», prosegue Petrucci. «Deve trasformarsi piuttosto in un’occasione di crescita reciproca, sia per chi accoglie sia per chi è accolto». Mai come in questo momento «è urgente non solo mantenere alta l’attenzione su questa guerra e su tutte le guerre, ma anche mettersi in ascolto dei reali bisogni della persona nella sua interezza, cercando di non dimenticare il suo lato emotivo, affettivo, spirituale e intellettuale». Da qui la scelta di attivare specifici tutor impegnati ad accompagnare i nuclei familiari nell’inserimento, oltre a verificare l’idoneità dei luoghi di arrivo: «La nostra è un’azione di orientamento rispetto alle indicazioni del Comune e della Regione», chiarisce Trincia. «Ad esempio, forniamo informazioni su specifici servizi o sul tesserino STP (straniero temporaneamente presente)». Insomma, «non si tratta solo di un “fare” con loro, ma di un “essere” e “stare” con loro», prosegue il direttore di Caritas Roma, Trincia, ricordando anche la grande attenzione rivolta ai minori non accompagnati. «È compito del Tribunale dei minori predisporne l’affidamento e questo è fondamentale per non esporli a situazioni negative».

Come attivarsi in prima persona

Soffermandosi poi sulla «straordinaria» risposta della comunità allo scoppiare dell’emergenza, Trincia evidenzia come «questo fenomeno richieda comunque un grande discernimento: c’è infatti bisogno di unire il cuore alla mente. L’accoglienza implica calore umano, non è una operazione di mera razionalizzazione».

Chi desidera avere maggiori informazioni o offrire aiuti potrà contattare il numero o6.88815190 o scrivere a emergenzaucraina@caritasroma.it.

«C’è l’imbarazzo della scelta per rendersi utili», commenta ancora il direttore. «Chi conosce l’ucraino o il russo potrà fare da mediatore culturale; chi invece intende dedicarsi ad azioni di accompagnamento civico potrà, ad esempio, supportare queste persone nel disbrigo di pratiche burocratiche». Ciò che conta è riuscire a rispondere alle reali esigenze e necessità di quanti vengono accolti. Ed è proprio con questo obiettivo che la Caritas diocesana ha promosso due raccolte straordinarie di prodotti di prima necessità per le famiglie ucraine già residenti a Roma: la prima è in programma il 14 aprile nelle parrocchie della Capitale, mentre la seconda si terrà il 7 maggio a favore degli empori diocesani della solidarietà.

Immagini: Fb Caritas Diocesana di Roma

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