VENI, VIDI, CRI. CON IL COMITATO CROCE ROSSA MUNICIPIO 5 AL PARCO BONAFEDE
Nel campo base allestito al Parco Bonafede, una due giorni di attività, dimostrazioni, laboratori per tornare ad incontrarsi sul territorio dopo più di due anni di pandemia
12 Maggio 2022
In occasione della Giornata Mondiale della Croce Rossa e Mezza Luna Rossa i volontari del Comitato Municipio 5 hanno organizzato, con il supporto del CSV Lazio, Centro di Servizio per il Volontariato, Veni Vidi Cri, manifestazione di due giorni al parco Bonafede per incontrare dal vivo le famiglie del territorio dopo più di due anni di pandemia. Nel corso del fine settimana un ricco programma di appuntamenti ha animato il parco con dimostrazioni e laboratori tematici.
Veni Vidi Cri: tante attività per tornare a stare insieme
Al centro del Parco Bonafede di via Casilina è stato allestito un campo base dove le persone hanno potuto interfacciarsi con i soccorritori e assistere in diretta alle loro esercitazioni. A disposizione dei più piccoli alcuni percorsi ludico educativi attraverso i quali hanno imparato a comporre uno zaino di emergenza, le informazioni necessarie relative ai rischi di ostruzione da ingestione di oggetti e come impostare un corretto e sano stile di vita. Gli adulti invece hanno scoperto il funzionamento dei contenuti di un’ambulanza e osservato da vicino le principali manovre salvavita, compreso l’utilizzo di un defibrillatore in caso di malore. Spazio anche al personale cinofilo e a loro addestramento: uno stand ha raccolto cibo per animali affidati da famiglie in difficoltà e quelli senza fissa dimora. In tutto il fine settimana sono state raccolte nuove adesioni di volontari e soci sostenitori.
In prima linea
«Usciamo da un periodo emergenziale nazionale solo per entrare in uno a carattere internazionale», ha esordito la presidente del Comitato della Croce Rossa del Municipio V Marzia Pierini. «Siamo passati dall’assistere 30 famiglie prima del Covid-19 ad aiutarne oggi oltre 200. In particolare il nostro territorio è composto da nuclei anche di cinque o sette individui ciascuno. Dopo lo scoppio della guerra tra Russia e Ucraina a questo impegno abbiamo aggiunto anche quello della raccolta farmaci in collaborazione con i presìdi medici locali. Sono richiesti soprattutto i bendaggi: se in un ospedale da campo arrivano più persone ustionate sull’80 o 90% del corpo, lo stoccaggio a disposizione consente di curarne adeguatamente solo una. Alcuni di noi sono partiti per prestare servizio in prima linea, soprattutto nell’allestimento delle strutture temporanee di emergenza».
Da Kiev a Roma
«Non ci accontentiamo di inviare prodotti in loco, ma ci prendiamo cura anche di coloro che scappano dal conflitto e trovano rifugio nel nostro quartiere», prosegue il vicepresidente Damiano Cardamone. «Il progetto Lingua comune prevede di insegnare ai profughi i rudimenti della lingua italiana, in modo da creare un primo canale di comunicazione che ci consenta di apprendere le loro esigenze e cercare di soddisfarle come possiamo. Gli insegnanti, come il resto dei volontari, mettono a disposizione il loro tempo gratuitamente. Ci tengo a ricordarlo perché credo che proprio sulla gratuità si basi la forza di un’associazione che da quasi 160 anni è a fianco dei più bisognosi. Quello di oggi segna un nuovo inizio per noi, quasi un ritorno alla normalità che ci vedrà protagonisti in tante altre iniziative che porteremo avanti nelle prossime settimane».
Un po’ di numeri
«Siamo un piccolo comitato composto da circa 230 volontari, dei quali il più giovane ha 14 anni», ricorda la responsabile delle Attività di sviluppo Francesca Vaccaro . «Lui, come il resto dei nostri operatori con più esperienza, contribuisce a formare un bel gruppo unito che è chiamato a coprire il secondo municipio più esteso e più popolato della capitale. Dall’inizio della diffusione del Coronavirus abbiamo distribuito più di tremila pacchi a oltre 400 famiglie, comprese quelle segnalateci dalla Regione Lazio e dal Comune di Roma. Abbiamo aperto il Telefono della gentilezza, una linea con cui dare supporto alle persone che si sentono sole. Un progetto che si unisce allo sportello sociale, in cui dei professionisti solidali forniscono prestazioni pro bono a coloro che non si possono permettere di pagare la parcella».