
VOCI DALLA PERUGIA ASSISI. «BASTANO PASSI, UNO DOPO L’ALTRO, VERSO CIÒ CHE CONTA DAVVERO: LA PACE»
Testimonianze, auspici, impegno condiviso dalla Marcia Perugia Assisi 2025. Un affresco in piano sequenza tra chi ha partecipato con noi e porta con sé una rinnovata energia nel costruire la pace. Che non è utopia, ma un cammino possibile
13 Ottobre 2025
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Più di 200mila. Erano in tanti, in tantissimi ieri all’edizione 2025 della Marcia Perugia Assisi. Così tanti come non si vedeva dal 2001, dopo le Torri Gemelle e l’invasione americana dell’Afghanistan, come hanno sottolineato gli organizzatori. Un fiume di ragazzi, mamme con bambini e passeggini, nonni, volontari, scuole, associazioni. Insieme lungo i circa 24 chilometri che uniscono Perugia ad Assisi. Insieme, colorati di pace e uniti da Imagine all the people, verso di altre guerre e invocazioni di pace, che torna oggi, necessario e urgente. «In un tempo buio, che uccide la fiducia e la speranza noi vogliamo suscitare un sogno, antico e moderno: il sogno di una società fraterna». Questo l’auspicio e l’impegno con cui ciascuno e tutti si sono trovati per animare il fiume colorato lungo la strada verso Assisi.
C’è fame di pace
«La densa partecipazione di oggi ci dice che c’è fame di pace»: poche parole per sintetizzare tutto il senso della giornata, una tra le voci dei cittadini, volontari, associazioni – grandi e bambini – che da Roma sono partiti sui pullman con CSV Lazio per partecipare alla marcia. E sono tanti i messaggi che ci arrivano oggi, sentiti, appassionati, condivisi. «Una giornata colorata di volti, voci, passi. Ma soprattutto di giovani. Mi ha colpito la loro presenza, il loro entusiasmo, il loro esserci senza riserve. Sono loro la prova che la pace non è un’utopia, ma un cammino possibile. Sono le nostre migliori risorse per costruirla davvero, ogni giorno». Oppure «il sentire vivo che alcuni luoghi conservano una memoria storica ed energetica delle persone che li hanno attraversati nel corso degli anni, spinte della stessa sete di fraternità, giustizia e pace. Al nostro camminare la terra fremeva e quell’energia sembrava annullare la fatica. L’intenzione comune, la vostra accoglienza speciale, simpatia e pazienza mi hanno fatto sentire in un grande “noi”».

Rendere i passi della Marcia Perugia Assisi passi quotidiani
La marcia di oggi – ci scrivono – «è stata una di quelle esperienze in cui parti pensando di aver preso l’impegno di esprimere pubblicamente il desiderio e la necessità della pace e di volerlo portare avanti con responsabilità. Poi ti ritrovi inondato dalla presenza di persona dopo persona, sguardo dopo sguardo e sei grato per ritrovarti in un grande noi, dove ti trovi a tuo agio, respiri il bene e la tua determinazione si arricchisce grazie a quella degli altri, in uno scambio che genera in tutti nuova energia».
Voci, riscontri, commenti, messaggi diversi tra loro, ma tutti accomunati dal bisogno di rendere i passi della Marcia Perugia Assisi passi quotidiani: «Un’energia positiva molto potente, che vale per oggi per le decine di migliaia di persone riunite per la marcia, ma è anche un potere da non dimenticare per la vita di ogni giorno». Una giornata che, scrivono, «è stato un momento di grande condivisione in cui non ti senti solo nei tuoi ideali. La speranza si alimenta e cominci a credere veramente che il mondo possa cambiare. La marcia della pace è tante emozioni. Condividerla con voi è stato il grande valore aggiunto».
E ancora racconti, pieni di emozione, tra la gente, «i clacson che suonavano nella strada di fianco, i signori che donavano mele e qualche persona di quei luoghi che ci salutava dalla finestra, persone con volti pieni di memoria e sorrisi di benvenuto negli sguardi. Arrivare fino alla Rocca con il pensiero a San Francesco. Ecco, ieri il tempo ha rallentato un po’».

«Dobbiamo continuare ad alzarla, la voce»
Nel mare color di pace, bandiere russe e ucraine, israeliane e palestinesi annodate tra loro sono diventate uno dei simboli di questa edizione della Marcia Perugia Assisi, accanto – e non poteva essere altrimenti – ai richiami alla Global Sumud Flotilla, ai cartelli e agli striscioni che invocavano fratellanza e umanità. Tra le suggestioni una riflessione sul movimento per la pace, che «negli ultimi anni ha avuto una voce molto flebile, come se ci fossimo abituati a considerare la guerra in Ucraina e il genocidio a Gaza un rumore di fondo (per citare solo ciò che coinvolge più direttamente il nostro paese). O magari, sentivamo in noi crescere l’indignazione, ma non trovavamo uno spazio collettivo che ci permettesse di esprimerla». È stato proprio «per il rischio che si consolidasse questo tipo di “ripiegamento civico” effetto di una narrazione che toglie forza alla comunità e istilla nei singoli un senso di impotenza e isolamento», sottolinea Claudio Tosi, vicepresidente vicario di CSV Lazio, «che il Centro di Servizio ha voluto prendere la parola e offrire spazi di condivisione. Il Direttivo ha espresso la sua unanime condanna per il genocidio di Gaza (qui l’appello) unita all’auspicio di una piena ripresa degli sforzi di pace, ricevendo condivisione e sostegno dal mondo del volontariato. Con questo spirito, interpretando la voglia di partecipazione del volontariato abbiamo sentito necessario essere presenti e allargare la possibilità di raggiungere la Marcia e parteciparvi. La forza di queste testimonianze ci convince dell’importanza di quanto organizzato».
Le parole che ci giungono sono di una nuova partenza, che parla di voci ritrovate, insieme. «Dobbiamo continuare ad alzarla, la voce, perché il cessate il fuoco a Gaza è fragilissimo e perché la guerra in Ucraina prosegue spietata, senza che si veda alcuna prospettiva di pace». E, mentre i messaggi e i grazie continuano ad arrivare, facciamo anche nostra una delle testimonianze che ci arrivano. «Grazie a tutti voi, a ognuno e a ciascuno, perché non serve conoscersi per stare dalla stessa parte. Bastano passi, uno dopo l’altro, verso ciò che conta davvero: la pace. Camminare insieme verso la stessa direzione è possibile».
