CRESCERE CON L’AUTISMO, DOPO I 12 ANNI

Gli interventi sull'autismo in genere sono rivolti ai bambini. L’associazione Fiori d’Acciaio ha due progetti per adolescenti

«Da quest’anno abbiamo deciso di iniziare un laboratorio rivolto a ragazzi con disturbi dello spettro autistico, viste le numerose richieste», dice Eugenia Cassandra, presidente dell’associazione Fiori d’Acciaio. Se lo permetterà la situazione del Covid, il laboratorio Crescere con l’Autismo partirà a ottobre, a Roma, in zona Furio Camillo. «Inizialmente era stato pensato solo per ragazzi dai 14 ai 18 anni, ma l’Istituto di Ortofonologia di Roma, con cui collaboriamo da tempo, ci ha fatto notare che esiste un “vuoto”, in cui i genitori si trovano, con i loro figli di 12-14 anni e così abbiamo deciso di attivare un progetto specifico per questa fascia d’età, raddoppiando i progetti: uno per ragazzi di 12-14 anni e uno per giovani dai 14 ai 18 anni», spiega Cassandra.

Crescere con l’Autismo, dopo i 12 anni

La finalità del laboratorio Crescere con l’Autismo è di lavorare sulle autonomie dei ragazzi e sulla socializzazione. «Al di fuori dell’orario scolastico, sono i genitori a trovare attività da far fare ai figli, anche con l’aiuto di persone che li seguono, ma tra nuoto, musica, calcio e altri sport, è una gran fatica trovare il modo di farli socializzare. L’idea è di creare un gruppo di pari in cui i ragazzi possano confrontarsi, anche su tematiche importanti. Andare a comprare un gelato da soli, ad esempio, è un’attività quotidiana su cui contare molto per chi soffre di disturbi dello spettro autistico. Se il laboratorio potrà partire, si svolgerà una volta a settimana per i ragazzi e un sabato al mese si riunirà il gruppo di confronto dei genitori. Se le misure anti-Covid non permetteranno l’avvio del laboratorio, si svolgerà soltanto il gruppo di confronto dei genitori da remoto. In base alle richieste di partecipazione, faremo dei colloqui e incontreremo i ragazzi in maniera tale da creare dei gruppi più omogenei possibile», continua la presidente.

 

crescere con l'autismo«È importante sottolineare che con “disturbi dello spettro autistico” si considerano tutte le forme, dalle più gravi all’autismo ad alto funzionamento», spiega Daniele Giovannetti, psicologo, criminologo e psicoterapeuta, referente e responsabile del laboratorio Crescere con l’Autismo. «Il laboratorio prevede un massimo di cinque partecipanti. La fascia d’età adolescenziale è quella maggiormente lasciata a se stessa e i genitori si trovano a dover fare i conti con un ragazzo che cambia, nel corpo oltre che nella mente, quindi con esigenze differenti. Troppo frequentemente il territorio privilegia l’intervento sull’autismo in ambito precoce, fino ai 10-12 anni. Dopo quest’età c’è una sorta di limbo, con offerte di psicoterapeuti privati o di psicologi a domicilio o attività scolastiche, ma a livello di strutture sono disponibili solo offerte di laboratori che si concentrano su attività specifiche come ippoterapia, terapia in acqua, arte. Il nostro obiettivo è quello di fornire uno spazio di condivisione e di rispecchiamento, caratteristiche spesso assenti in ciò che viene offerto: questi ragazzi sono da soli con il terapeuta, da soli con l’insegnante di sostegno, da soli con l’istruttore sportivo», continua Giovannetti. «Ritrovarsi insieme a ragazzi con caratteristiche molto simili invece permette anche il riconoscimento di sé nell’altro. Da 12 anni in poi nascono delle nuove esigenze, ad esempio la modifica del corpo comporta temi nuovi da trattare, come la sessualità e l’erotismo. Cercheremo di parlarne attraverso i canali più semplici e ricettivi per questi ragazzi, come storie e immagini».

 

crescere con l'autismoNel laboratorio, verrà anche trattato il tema della scelta, fondamentale nell’adolescenza in generale. «È importante anche in adolescenti con disturbo dello spettro autistico. La scelta significa decidere se si vuole iniziare un’attività (pittura, calcolo, gioco sociale). Questo processo ritengo sia un po’ sottovalutato in ragazzi con disturbi mentali in generale, come se avessero delle tappe di sviluppo necessariamente diverse, invece è possibile trovare le stesse macroaree che appartengono allo sviluppo».

Obiettivo dei laboratori è anche quello di «provare a mettere in pratica alcune nozioni apprese, facendo delle piccole uscite nel quartiere, per aumentare le loro possibilità anche all’esterno e far capire meglio, ad esempio, l’uso del denaro».

Il Compagno Adulto

L’associazione Fiori D’Acciaio è nata nel 2016, per volontà della presidente Eugenia Cassandra e di due colleghe, Diana Paolantoni (vice presidente) e Caterina Scarpiniti (tesoriera). Tutte e tre hanno lavorato a progetti finanziati dal Comune o dalla Regione, nella periferia romana. «Dopo molti anni di lavoro nel settore pubblico, abbiamo pensato di dare vita attraverso l’associazione ad un nostro progetto di Compagno Adulto, che nasce negli anni ’80 in neuropsicoterapia infantile. È il progetto più grande di cui si occupa Fiori d’Acciaio»,  spiega Eugenia Cassandra.

Questo progetto è rivolto a quei giovani che non riescono ad accedere agli studi di psicoterapia: l’operatore (una figura professionale che lavora in progetti domiciliari pensati per l’adolescenza) va a casa dei ragazzi. «Siamo partiti con alcuni ragazzi, costruendo un lavoro molto strutturato, con riunioni di gruppo e supervisioni di un analista esterno all’associazione. Cerchiamo di fare rete con tutti i professionisti che a diverso titolo lavorano con loro: psichiatri, scuole, genitori. Una caratteristica del progetto sono le uscite di gruppo, una volta ogni due-tre mesi, con tutti gli operatori e tutti i ragazzi. Abbiamo creato anche un laboratorio, dove i ragazzi possono incontrarsi».

 

crescere con l'autismo
Eduardo Valdarnini, attore della serie Suburra, sostiene l’associazione con il suo #iostoconfioridacciaioassociazione

Per sostenere l’associazione Fiori d’Acciaio è possibile, oltre che attraverso contributi occasionali, aderire nello specifico all’iniziativa “Sostieni un Compagno Adulto”. «La nostra associazione non riceve sovvenzioni pubbliche per il servizio di intervento domiciliare per l’adolescenza, che rimane esclusivamente a carico delle famiglie. Questo purtroppo preclude l’accesso a questo tipo di servizio a ragazzi le cui famiglie versano in situazioni economiche poco floride, soprattutto nelle periferie romane», afferma Eugenia Cassandra. «Il costo del nostro progetto di Compagno Adulto include il compenso degli operatori per il lavoro con il ragazzo e una serie di attività di équipe e supervisione individuale e di gruppo.  Alcuni personaggi e attori ci stanno sostenendo mandandoci foto con il cartello ##iostoconfioridacciaioassociazione».

L’associazione ha anche avviato un progetto rivolto a pazienti in Hikikomori, cioé i ragazzi che in adolescenza decidono di interrompere i rapporti con il mondo esterno.

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