RAPPORTO BES 2022. IN ITALIA SITUAZIONE CRITICA, MA BENE IL VOLONTARIATO

Presentato il decimo Rapporto sul benessere equo e sostenibile Istat. In peggioramento benessere economico, lavoro e formazione, ma il coinvolgimento nel volontariato è in crescita

di Laura Badaracchi

Non sono molto confortanti i dati che emergono dalla decima edizione del Bes, il Rapporto sul Benessere equo e sostenibile, stilato dall’Istat. «Tra i 12 domini caratterizzati da un andamento complessivamente più critico negli ultimi tre anni: Relazioni sociali, Benessere soggettivo, Benessere economico e Istruzione e formazione, con la maggior parte dei 152 indicatori in peggioramento».

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Tabella andamento indicatori Bes Istat 2022

Vuol dire che «peggiora la percezione della situazione economica della famiglia, +10 punti percentuali (35,1% nel 2022)», inoltre si sono registrati «impoverimento delle competenze alfabetiche e numeriche degli studenti della scuola secondaria di primo grado; forte calo, solo parzialmente recuperato nel 2022, nella partecipazione culturale fuori casa; calo nella lettura di libri e quotidiani». Per quanto riguarda il Benessere soggettivo, «si inverte la tendenza di progressiva crescita della visione ottimistica del futuro e di decrescita del pessimismo, che si era mantenuta anche nei due anni di pandemia». Ben lontana la parità di genere: anche se «sono laureate il 33,8% delle donne di 30-34 anni, rispetto al 21% degli uomini», tuttavia «la presenza femminile nelle posizioni di rappresentanza politica e ai vertici delle istituzioni è largamente insufficiente: la percentuale di donne negli organi decisionali è del 19,1% (80,9% sono uomini)».

Male il lavoro, soprattutto tra le donne

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Impoverimento delle famiglie per ripartizione geografica

Inoltre la maggioranza degli indicatori del Bes disponibili per il confronto con la media dei Paesi europei (Ue27) «mostra una situazione peggiore per l’Italia. Si tratta in particolare di alcuni indicatori dei domini Istruzione e formazione e Lavoro e conciliazione dei tempi di vita. Tra questi la quota di giovani di 15-29 anni che si trovano al di fuori del contesto di istruzione e non sono occupati (Neet), che in Italia raggiunge il 19% rispetto all’11,7% della media Ue27, e la quota di persone di 30-34 anni che hanno completato un’istruzione terziaria, il 27,4% in Italia e il 42,8% in media Ue27», osservano i ricercatori Istat nel Rapporto Bes 2022, aggiungendo: «Per il lavoro, il tasso di occupazione italiano nel 2022 è di circa 10 punti percentuali più basso rispetto a quello medio europeo (74,7%), con una distanza particolarmente accentuata tra le donne (55% in Italia rispetto a 69,4% per la media Ue27)».

Contraccolpo sul benessere psicologico dei più giovani

Secondo i dati del Bes 2022, un segnale di speranza arriva dalle nuove generazioni: «Solo il 3,2% dei più giovani ritiene che la propria situazione personale peggiorerà nei prossimi 5 anni e il 4,9% tra le persone di 25-34 anni, dato che sale al 10,3% tra i 45 e i 54 anni. Oltre un terzo dei giovani hanno svolto attività di partecipazione culturale fuori casa, dato che scende al 21,7% tra gli adulti», sottolineano i ricercatori Istat.  Sempre nel 2022, l’indice di salute mentale risulta pari a 69, in leggero miglioramento sia rispetto al 2021 sia rispetto al 2019 (68,4 in entrambi gli anni). «L’analisi per età mette in luce, tuttavia, il forte contraccolpo in termini di benessere psicologico subito negli ultimi due anni dai più giovani, specialmente dalle ragazze, tra le quali l’indicatore si mantiene su valori peggiori rispetto al periodo pre-Covid, sia nella fascia di età 14-19 anni sia, in maniera ancora più critica, in quella 20-24». Ancora, lo scorso anno il percorso formativo si è interrotto con la licenza della scuola secondaria di primo grado per l’11,5% dei giovani tra 18 e 24 anni, anche se la percentuale è diminuita rispetto al 2021 (12,7%).

In crescita il coinvolgimento nel volontariato

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Volontariato e fiducia

Altro dato confortante riguarda la quota di popolazione che dichiara di svolgere attività di volontariato: è tornata a crescere nel 2022, arrivando a quota 8,3% con un punto percentuale in più rispetto all’anno precedente, anche se prima della pandemia (nel 2019) la percentuale registrava il 9,8%. Il coinvolgimento nell’attività di volontariato non evidenzia differenze di genere, mentre rispetto all’età le quote più alte le fanno riscontrare i giovani 20-24enni e gli adulti fra i 35 e i 74 anni (8-9%); tra gli over 75 il livello più basso (5,2%). La propensione a fare volontariato ha registrato un incremento soprattutto fra le categorie che negli anni della pandemia avevano segnato un più forte calo: in particolare le donne (+1,3%) e la fascia di popolazione fra 35 e 44 anni (+1,9%). Inoltre nel 2021 le donazioni in denaro al non profit avevano mostrato una flessione attestandosi al 12%, mentre lo scorso anno hanno segnato un minimo aumento arrivando a sfiorare il 13%.

Partecipazione civica meno diffusa tra i giovani

Purtroppo segna il passo la fiducia che le persone sono disposte ad accordare ai loro concittadini: nel 2022 solo il 24,3% degli over 14enni (era il 25,5% nel 2021) ritiene che gran parte della gente sia degna di fiducia. Comunque il 25,4% (+5,5 punti rispetto al 2021, ma nel 2019 la percentuale era del 31,3%) dichiara di aver svolto attività di partecipazione sociale con attività di associazioni di tipo ricreativo, culturale, politico, civico, sportivo, religioso o spirituale. Sempre nel 2022 il 63,5% della stessa fetta di popolazione ha dichiarato di aver svolto almeno un’attività indiretta di partecipazione civica e politica, in calo rispetto al 2021 (64,9%). «Si osserva dunque un’inversione di tendenza rispetto all’andamento crescente iniziato nel 2020, quando la necessità di seguire l’evolvere delle disposizioni messe in atto per contrastare la diffusione della pandemia da Covid-19 aveva favorito la partecipazione civica e politica della popolazione. Nonostante il calo registrato nell’ultimo anno, la partecipazione civica e politica si mantiene comunque più elevata rispetto alla fase pre-pandemica (era il 57,9% nel 2019)», osservano i ricercatori. Infine la partecipazione civica e politica, meno diffusa tra i giovani (il 49,9% nella classe 14-19 anni nel 2022), raggiunge il picco nella popolazione adulta (il 70,2% nella classe 60-64 anni) per riscendere al 56,2% tra gli over 74. Marcate le differenze di genere: il 68,5% degli uomini rispetto al 58,8% delle donne.

Immagine di copertina LovelyBevis

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