VITERBO: LE ASSOCIAZIONI CHIEDONO CHE SIA RICONOSCIUTO IL RUOLO DEL VOLONTARIATO

Lo chiedono, insieme al sostegno economico, 23 associazioni a un'Amministrazione percepita come distante. Intervista con Domenico Arruzzolo

«Una crisi come quella attuale richiede una forte alleanza tra tutti i soggetti che compongono e costruiscono la società e un patto con la comunità, perché questa crisi è trasversale». Comincia così il comunicato che 23 enti di Terzo settore di Viterbo – del mondo della solidarietà e di quello della cultura – hanno diffuso pochi giorni fa. Un comunicato pacato, ma anche molto deciso nel chiedere all’Amministrazione il riconoscimento del ruolo del volontariato, soprattutto in questo periodo così difficile; la disponibilità a collaborare per cercare di rispondere insieme ai bisogni del territorio; sostegno concreto alle associazioni messe in crisi dalla pandemia; la costituzione di un fondo di emergenza.

Riconoscere il ruolo del volontariato

Ne abbiamo parlato con Domenico Arruzzolo, presidente dell’associazione Viterbo con Amore, che tra l’altro gestisce l’Emporio Solidale I Care. Il comunicato nasce da una situazione che vede «la mancanza, da parte delle istituzioni, del riconoscimento di quello che è stato fatto durante le fasi più difficili dell’emergenza. Non vogliamo un diploma o una medaglia, ma la valorizzazione del ruolo del volontariato e della nostra capacità di fare squadra e di lavorare insieme. Avevamo chiesto, e ci era stata promessa, una cabina di regia, ad esempio per noi che ci occupiamo di povertà: si trattava di mettere attorno a un tavolo Croce Rossa, Caritas, Viterbo con Amore per l’Emporio Solidale, protezione Civile… Insieme avremmo potuto gestire meglio le domande di sostegno che sono arrivate a valanga, perché la gente che ha perso il lavoro è stata veramente tanta…  Se ne è parlato, di questa cabina di regia, ma non si è mai fatta». Con conseguenze paradossali, per esempio di un’associazione che porta gli aiuti alimentari ad un certo indirizzo e ci trova un’altra associazione che li ha appena consegnati.

 

empori solidali
L’Emporio Solidale di Viterbo

Per evitare situazioni di questo genere, le associazioni si sono organizzate da sole: «tutte le realtà, che in qualche modo si occupavano di povertà, si sono in qualche modo coordinate, per mettere a fuoco gli obiettivi, ma anche per mettere le proprie risorse a disposizione degli altri. Magari uno di noi riceveva una grossa donazione in verdura e rischiava di non riuscire a smaltirla rapidamente; viceversa magari qualcun altro riceveva una grossa donazione di latte…». Perché, racconta Arruzzolo, di aiuti per fortuna ne sono arrivati tanti, sia da privati cittadini, sia da enti come fondazioni bancarie o la Chiesa Buddista… «Quello che ci è mancato è il sentire l’istituzione vicina, in ascolto, in dialogo. Avevamo bisogno di mascherine, ma se non ci fosse stato il Forum del Terzo Settore del Lazio non saremmo riusciti a reperirle in quel periodo».

Per questo il comunicato stampa è indirizzato soprattutto all’Amministrazione Comunale, per chiedere appunto «un coinvolgimento maggiore, sotto la regia dell’Assessorato ai Servizi sociale, per dialogare e lavorare per dare risposte più organiche e razionali alle esigenze che di volta emergono. L’Amministrazione invece ha puntato tutto sulla Croce Rossa, ignorando le altre associazioni. Con noi, per esempio, il Comune aveva una convenzione, ma ci ha comunque ignorato. Eppure l’Emporio ha continuato a lavorare, si è riorganizzato, non si è mai trovato senza derrate alimentari e prodotti. E se prima aiutava un centinaio di famiglie, con la crisi siamo passati a 602».

Il sostegno alle associazioni

Il comunicato contiene anche una richiesta di aiuto concreto per le associazioni messe in crisi, per vari motivi, dalla pandemia. «Ieri è stato approvato il bilancio», ci aggiorna Domenico Arruzzolo, «e sono stati stanziati dei fondi: 30mila euro per le associazioni di volontariato, 17mila per quelle di protezione civile, 20mila per le associazioni sportive dilettantistiche. Non so come questi soldi verranno distribuiti e come saranno finalizzati, ma erano fondi già in programma: li aveva già stanziati la Consulta comunale l’anno scorso. Quello che so è che alcune associazioni sono uscite dal lockdown con le ossa rotte e soprattutto ne usciti male i loro utenti. Per un’associazione, non c’è niente di peggio del non poter fare attività per mesi ed essere costretti a inventarsi cose strane via internet».

Nonostante la possibilità di un nuovo lockdown, o almeno con nuove restrizioni alla porta, le associazioni sono decise e non mollare, perché «davvero l’unione fa la forza. Ma sarebbe importante fare un passo avanti nella collaborazione: visto che c’è anche una Consulta comunale del volontariato, potrebbe fare da mediatrice tra le nostre richieste e il Comune. Noi abbiamo rapporti con gli assistenti sociali del Comune e con le Asl, che cisegnalano le persone che hanno problemi. Ma con la parte politica e quella tecnico-amministrativa dei dirigenti non c’è confronto. Avrebbero dovuto partire i tavoli tematici, legati all’elaborazione dei piani di zona, ma non se ne sa più niente».

Il problema di base è che «manca la visione politica di quello che serve alla comunità: serve un cambio di marcia anche culturale. E io sono convinto che, se i nostri amministratori ascoltassero il Terzo settore e riconoscessero il ruolo del volontariato, ne ricaverebbero solo vantaggi».

Le richieste e i firmatari

Le associazioni firmatarie, nel comunicato,

  • richiedono il riconoscimento del ruolo del terzo settore del viterbese nella sua eterogeneità, come elemento imprescindibile per il territorio con la sua presenza articolata in tutta la provincia e a Viterbo, a sostegno delle fragilità sociali e per la promozione culturale;
  • rinnovano la loro disponibilità ad essere parte attiva nelle risposte ai bisogni del territorio, che emergono ed emergeranno nei mesi che ci aspettano, consapevoli però, che senza una regia forte e condivisa con tutti gli attori territoriali, ci troveremo di fronte ad un nuovo scenario emergenziale
  • chiedono sostegni alla locazione delle associazioni, sostegni per la sopravvivenza delle attività associative chiuse dalle disposizioni governative, sostegni relativi alle sanificazioni e alle spese per la messa in sicurezza dei locali associativi,
  • auspicano un fondo di emergenza per l’associazionismo di ogni ordine e grado che, alla prova di questa seconda emergenza, non rischia di sopravvivere.

Hanno firmato: Arci Solidarietà Viterbo, Arci Viterbo, AUCS ONLUS, Circolo Arci Il Cosmonauta, Circolo Culturale Tetraedro, Casa dei Diritti Sociali della Tuscia, Auser Viola del pensiero, Eta Beta di Viterbo ODV, Erinna – donne contro la violenza alle donne APS, Viterbo con Amore ODV, AIPD di Viterbo APS, ACLI provinciale di Viterbo, AMAN ODV, ARLAF Giusi Speciale ODV, ANTEAS Viterbo ODV, Sorrisi che nuotano Eta Beta ODV, L’Altro circolo- centro culturale di iniziativa omosessuale, Sans Frontiere -associazione interculturale, Casa delle donne di Viterbo -PARVA, In- Pari- Amo, Associazione Italiana X Fragile, ASD Vitersport ODV, Favl Viterbo ODV.

 

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