AL VIA GLI STATI GENERALI DELL’IMMIGRAZIONE, TRA FUTURO E PAESE REALE

Iniziano oggi 28 novembre, fino a domani, 29, gli Stati Generali dell’Immigrazione, all’Università degli Studi di Perugia. Basma Aissa, consigliera CoNNGI: «Vogliamo riportare l’attenzione sul dibattito sulla migrazione, parlarne a 360 gradi, costruire alleanze per il futuro»

di Ilaria Dioguardi

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Venerdì 28 e sabato 29 novembre si svolgono, per la prima volta, gli Stati Generali dell’Immigrazione, ospitati dall’Università degli Stranieri di Perugia. L’iniziativa è promossa da CoNNGI – Coordinamento Nazionale Nuove Generazioni Italiane, IDEM Network, Associazione Nuovi Profili e Organizzazione Internazionale per le Migrazioni – OIM, in collaborazione con il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e con il sostegno del Progetto ESEU (Commissione Europea). L’evento è patrocinato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali.

Uno spazio di dialogo per il futuro

«Vogliamo riportare l’attenzione sul dibattito sulla migrazione, rilanciare un appuntamento a livello nazionale per affrontare il tema dell’immigrazione in Italia, in Europa e magari anche nel mondo, soprattutto perché siamo sempre più interconnessi tra di noi», dice Basma Aissa, consigliera CoNNGI. «Si tratta di un momento di confronto, di scambio, di idee, di buone prassi, magari di azioni future partendo da oggi. Faremo il punto della situazione, ma vorremmo anche in un certo modo strutturare uno spazio di dialogo per il futuro con diversi professionisti, ci saranno accademici, attivisti, istituzioni e sarà un momento per parlare di fenomeno migratorio a 360 gradi, sotto diverse dimensioni. Avremo diverse sessioni in cui affronteremo le dimensioni di questi Stati Generali, quella storica, la giuridica, la socioculturale e quella economica».

Stati Generali dell’Immigrazione
Basma Aissa. «Un momento di confronto, di scambio, di idee, di buone prassi, magari di azioni future partendo da oggi.»

Un appuntamento fisso?

«L’idea è quella di creare un appuntamento fisso, per il futuro, a cadenza fissa, che sia annuale o quinquennale poi si vedrà. È molto importante continuare a costruire delle alleanze. Ad esempio, l’Università degli Stranieri di Perugia, non solo ci ospita, ma ci ha dato una mano nella costruzione dell’evento stesso», prosegue Aissa. Ci saranno diversi tavoli «con personalità di rilievo nazionale come Stefano Allievi, sociologo dell’Università di Perugia, e Paolo Ciani, di Democrazia Solidale, ci sono rappresentanti dell’Associazione per gli Studi Giuridici sull’Immigrazione – ASGI. L’obiettivo è creare anche dei tavoli di discussione e di dibattiti con chi partecipa e chi ascolta. Il nostro scopo è anche dar voce alla cittadinanza che viene ad ascoltare: vuole essere un momento altamente partecipativo». Aissa continua dicendo che, «oltre ad accademici e professionisti, sappiamo che ci sono tantissime persone che arrivano da diverse parti d’Italia, non soltanto della rete CoNNGI, ma anche di altre organizzazioni per ascoltare, e davvero per partecipare». Una sessione della due giorni si chiama “Lo Stato dell’immigrazione legale in Italia”, «dedicata a regolarità migratoria, decreti flussi, meccanismi di regolarizzazione. È una sessione che intende offrire una panoramica dell’immigrazione legale, si parlerà anche di irregolarità e di problematiche, come le grandi difficoltà per ottenere o il permesso di soggiorno».

 Stati Generali dell’Immigrazione via patini a roma
Quella che chiamano “la fila dei diritti” a Via Teofilo Patini, a Roma, dove arrivare all’alba è sapere già di essere in ritardo. QUI il racconto di Giorgio Marota

Le file interminabili per i permessi di soggiorno

«Per quanto riguarda i permessi di soggiorno, abbiamo a che fare con una trattazione di tipo poliziesco. Il rinnovo e il rilascio dei documenti per gli stranieri passano per commissariati, questure e prefetture, quando altri Paesi europei determinate procedure le fanno direttamente nel comune», dice l’avvocato Othman Yassine. «Dentro le questure e le prefetture ci sono delle sezioni solamente per l’immigrazione. Queste sezioni, che dovrebbero essere specializzate, di fatto sono gestite da un personale che, come per altre sezioni, è in sotto numero. Quindi non riesce a gestire il numero importante di richieste di rinnovo e rilascio del permesso di soggiorno. Ma questo non è un problema, dico che non è un problema perché non gliene importa niente a nessuno se l’immigrato si sveglia alle 4 della mattina per fare una fila. Perdere giorni di lavoro, svegliarsi all’alba o dormire all’addiaccio è un problema per loro, i loro figli, le loro mogli, tutte le famiglie. Fanno file sotto sole, pioggia, neve, aspettano dalla notte ma poi quando arriva il loro turno ecco l’orario di chiusura. E il giorno dopo daccapo. E poi si crea un brutto rapporto con lo Stato, ci si accorge di essere una persona a cui lo Stato non importa nulla. Questi commissariati, queste questure, queste prefetture hanno degli orari entro i quali ammettono le richieste di rinnovo e di rilascio del permesso di soggiorno. Questi orari sono sempre in una finestra breve, di una, due, tre ore», prosegue Yassine. «Questo fa sì che ci sia un imbuto infinito per una semplice richiesta di rinnovo di permesso di soggiorno, per un rilascio o per un’altra pratica, correlata ad avere una documentazione regolare. Il problema è che in generale il numero di ore di apertura è molto inferiore al necessario per la gestione di queste pratiche. E l’organizzazione interna non tiene in considerazione del patema d’animo che queste persone soffrono, perché poi da anni funziona così e nessuno li difende: non votano, sono di fatto, come dire, trasparenti e nessuno se ne prende cura. E sono in balia di organizzazioni che non hanno alcun senso, come quelle degli appuntamenti che si possono prendere solamente un giorno a settimana. Spesso, se un avvocato vuole parlare con la questura o la prefettura, molte volte per questioni riferite all’immigrazione, non riesce neanche ad ottenere una risposta al telefono. Quando rispondono, alcune questure o prefetture lo fanno una volta alla settimana in un arco temporale di un’ora. Il problema di non riuscire a parlarci c’è da tanti anni e ovviamente si trova sempre occupato».

Per un rinnovo del permesso di soggiorno anche un anno e mezzo

«C’è la necessità di continuare a gestire il fenomeno migratorio come un fenomeno di ordine sociale e di sicurezza pubblica. Possiamo fare lo stesso iter amministrativo coinvolgendo anche altri enti per velocizzare? Magari si può pensare di fare un primo rilascio del permesso di soggiorno con la prefettura, ma poi i semplici rinnovi farli anche in comune. Non è un caso che adesso il passaporto può essere rinnovato alle poste, perché non si può pensare a una cosa del si formano perché dei richiedenti rinnovo possono andare solo in un determinato giorno, solo in una finestra temporale breve», continua Yassine.
«Il problema delle file per i permessi di soggiorno a Roma c’è a via Patini (Giorgio Marota lo ha raccontato QUI), ma è un problema di tutte le grandi città italiane, anche di quelle medio grandi: è un problema che da Nord a Sud coinvolge tutti. Poi è vero che ci sono prefetture più organizzate di altre. Per avere una risposta di un rinnovo di un permesso di soggiorno, ci si mette in media anche fino a un anno e mezzo. Alcune volte arriva un permesso di soggiorno che è già scaduto. Una persona ha fatto le file e richiesta di rinnovo, ha fatto tutte le pratiche. Ad esempio, una persona ha chiesto il rinnovo il 10 ottobre 2025, la pratica la iniziano a lavorare il 10 ottobre 2026, un anno dopo, e si riconosce un anno di permesso di soggiorno. A partire da quando? Non dal 10 ottobre 2026, ma dal 10 ottobre 2025, dal momento della scadenza. Convocano la persona e danno in mano un permesso di soggiorno scaduto».
Con tutto quello che questo può causare. «Se è un primo rilascio vuol dire che tu sei in balia di tutto, non puoi regolarizzarti in nessun modo, non hai copertura sanitaria, non puoi firmare un contratto di locazione, non puoi richiedere il congiungimento familiare, non puoi essere firmatario di un contatto di lavoro, se è un primo rilascio. Se è un rinnovo, hai un Cud e hai un’assicurata, non hai nessun documento, se vuoi viaggiare devi fare voli diretti, non puoi passare da una frontiera all’altra con un’assicurata».

QUI il programma degli Stati Generali dell’Immigrazione, aperti alla cittadinanza

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