ROMA, AMMINISTRAZIONE CONDIVISA DEI BENI COMUNI: IN DIRITTURA D’ARRIVO IL REGOLAMENTO

Il testo sarà licenziato a giorni per passare al vaglio dei Municipi. La definitiva approvazione in Assemblea capitolina prevista tra fine anno e inizio 2023. Tutte le novità introdotte dal Regolamento

Ci siamo, quasi! E’ in dirittura di arrivo il Regolamento per l’Amministrazione condivisa dei beni comuni materiali ed immateriali del Comune di Roma. Il testo sarà licenziato tra una settimana o poco più, per passare al vaglio dei Municipi. Un nuovo incontro pubblico e, poi, la definitiva approvazione in Assemblea capitolina, che si prevede tra la fine di quest’anno o l’inizio del prossimo.

A delineare i pochi passi che mancano alla fine della corsa è Andrea Catarci, Assessore al decentramento, partecipazione e servizi al territorio per la città dei 15 minuti, del Comune di Roma, che insieme a Sabrina Alfonsi, Assessora all’agricoltura, ambiente e ciclo dei rifiuti, hanno presentato la bozza del testo, il 13 ottobre, presso la Casa della città del Comune. Un varo importante per uno strumento già adottato in tutta Italia da molti Comuni, e non solo, ma che mancava nella Capitale. Un’assenza che in questi anni si è fatta sentire, tanto più perché accompagnata dalle richieste e dalle iniziative di molte reti cittadine che hanno lavorato a tavoli, petizioni, proposte pur di arrivare a questo appuntamento, il prima possibile. Tanto presto non è avvenuto, nonostante le spinte “dal basso”; proprio per questo il risultato non è da liquidare come scontato. Non era scontato che l’Amministrazione in carica riuscisse nel compito ad un anno dal proprio insediamento, superando le inevitabili pastoie burocratiche e realizzando il doveroso percorso di condivisione con cittadini e Municipi.
Un risultato che, come evidenzia Sabrina Alfonsi, dice molto sulla reale volontà di questa Amministrazione: «Se avessimo dato alla luce il Regolamento a pochi mesi dalla fine del nostro governo, avremmo evitato di misurarci realmente con questo».

Le novità introdotte dal Regolamento

Amministrazione condivisa dei beni comuni
La presentazione della bozza del Regolamento è stata affidata a Gregorio Arena

Ma il Regolamento per l’Amministrazione condivisa dei beni comuni materiali ed immateriali del Comune di Roma  non può essere accolto come semplicemente un’altra città che si aggiunge; al di là del valore intrinseco della Capitale, diversi sono gli elementi innovativi all’interno dell’articolato.
A presentarli, Gregorio Arena – e chi se no!? –  padre e levatrice insieme, della maggior parte dei Regolamenti sottoscritti nella Penisola, tramite anche il suo Laboratorio per la sussidiarietà – Labsus.

Innanzitutto, vengono inclusi, già nel titolo, i beni immateriali: la solidarietà, la coesione sociale, la valorizzazione e tutela dell’ambiente e del territorio, le attività di collaborazione civica; solo per citarne alcuni e puramente “a titolo esemplificativo”.

La seconda novità contenuta nel Regolamento per l’Amministrazione condivisa dei beni comuni materiali ed immateriali del Comune di Roma è l’inclusione dei minori tra i “cittadini attivi”, naturalmente con la responsabilità di un adulto, così come delle persone non residenti e di cittadinanza diversa da quella italiana. Insomma, il bene comune è proprio di tutti i cittadini, singoli o associati, l’importante è che se ne occupino senza fini di lucro, in favore della comunità e nell’interesse generale.

Semplificazione e collaborazione

Amministrazione condivisa dei beni comuni
Semplificazione, collaborazione, sostenibilità le parole d’ordine dei Patti di collaborazione

Ogni Patto di collaborazione avrà il suo Responsabile Unico del Procedimento (R.U.P., nel testo), una figura di contatto tra cittadini ed Amministrazione a cui può aggiungersi, però, il ruolo del facilitatore: persona esperta nei processi di coprogettazione. Figure pensate per impedire che le complessità della macchina burocratica pesino su chi è impegnato senza interessi specifici o personali.
E’ tanto importante la semplificazione del rapporto con l’Amministrazione da ritenersi valide anche le comunicazioni via whatsapp.  Altro che PEC!
I Patti, essendo volti all’interesse generale, hanno l’obbligo di essere sostenibili.

Se presenti su un unico territorio, i diversi Patti devono collaborare tra loro; così come devono collaborare ed interagire, con le principali aziende municipali di servizi: Ama, Acea, ecc. fin dall’analisi di fattibilità.

“Gli interventi previsti sono assimilati ad attività di carattere istituzionale”, ciò significa che hanno diritto alle medesime esenzioni, con l’esclusione delle attività a carattere commerciale o a fini di lucro, che non sono comunque ammesse.

Non è previsto che l’Amministrazione resti semplicemente in attesa dell’attivazione dei cittadini. Oltre alla figura del Facilitatore che ha anche il compito di promotore, la stessa Amministrazione si incarica di diffondere, promuovere e formare ad una cultura della cittadinanza attiva.

La scuola bene comune per eccellenza

Il contesto individuato a questo scopo come elettivo, è quello dell’istituzione scolastica, intesa sia come ente educativo sia come luogo fisico da condividere con il territorio. La scuola, dunque, soprattutto se aperta e partecipata, è inscritta a pieno titolo quale bene comune, materiale e immateriale, per eccellenza.
La formazione, pensata per cittadini e dipendenti della macchina amministrativa, è azione prevista dal Regolamento, ma anche invocata a più voci dai partecipanti presenti all’incontro. Si tratta di un gruppo ristretto tra i tanti “cittadini pionieri” che hanno già conosciuto le insidie riservate a chi si sia occupato di “cose pubbliche”, senza paracaduti e con il vento contro di qualche dirigente o funzionario che abbia deciso di non facilitare l’atterraggio.

Il Regolamento non rappresenterà il superamento automatico di tutti gli ostacoli. Lo sanno i presenti e lo sanno gli estensori del testo che, non a caso, hanno stabilito in due anni il tempo per testarne gli eventuali limiti, perché: «non c’è norma scritta bene che non debba essere messa alla prova dei fatti», ricorda Gregorio Arena.
Consapevoli che ad essere messo alla prova non è tanto il testo, quanto la capacità di affermare un cambio culturale.
L’Amministrazione di Roma, intanto, c’è. E può essere contattata per dubbi e informazioni alla seguente mail: direzione.partecipazione@comune.roma.it

 

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