GAZA, APPELLO PER IL CESSATE IL FUOCO. DISERTARE LA LOGICA DEL NEMICO

Un incontro confronto con gli estensori dell’Appello per il cessate il fuoco permanente e una soluzione politica alla questione israelopalestinese

Il 20 Dicembre con l’incontro Contro la logica del Nemico, abbiamo camminato insieme per le vie della nonviolenza e compiuto un gesto collettivo di resistenza e consapevolezza contro la guerra, contro l’impianto coloniale occidentale, per l’immediato cessate il fuoco e per il riscatto dell’umanità a Gaza, in Israele e in tutte le guerre in corso. In un mondo che si dice globale e interconnesso troppo spesso, infatti, la voce delle armi cancella la relazione tra esseri umani imponendo la logica della guerra, della disumanizzazione dell’altro, della semplificazione razzista. L’obiettivo dell’incontro era riflettere su quanto sia importante mantenere viva la possibilità di parlarsi e agire congiuntamente, anche e soprattutto quando si è portatori di culture e storie diverse. In una sala gremita abbiamo ascoltato le voci dei giovani protagonisti del percorso che ha portato all’Appello per il cessate il fuoco, firmato ad oggi da più di 85mila persone, enti e organizzazioni. Voci nette, concrete, graffianti per la crudezza delle testimonianze, ma voci che hanno scelto di non cadere nella trappola della semplificazione e dello schieramento, come denuncia l’appello: «Davanti a questi orrori, l’opinione pubblica internazionale in Europa si è polarizzata, con il ritorno di gravissimi episodi di antisemitismo e islamofobia, riportandoci alla retorica dello scontro di civiltà che ha fatto danni enormi negli ultimi decenni».

Non cadere nelle polarizzazioni

Appello per il cessate il fuoco
All’incontro con gli estensori dell’Appello per il cessate il fuoco l’intervento di: Le Vie della Nonviolenza, CSV Lazio ETS, Laboratorio Ebraico Antirazzista, Mediterranea, Azione Comune di Pace, Archivio Disarmo, Archivio Memorie Migranti.

Incontri come il nostro si stagliano in un panorama di silenzio e negazione del confronto e della riflessione, nella negazione dell’informazione (è di oggi la denuncia di Human rights watch sulla censura sistematica di Meta ai contenuti sulla condizione dei palestinesi nella striscia di Gaza), nella fatica della riflessione attiva sui percorsi di nonviolenza e di contrasto alla distruzione dell’umanità che la logica della guerra chiede e pretende, come afferma l’appello: «Questa logica binaria – da una parte o dall’altra – è la trappola a cui è necessario sottrarsi in questo momento. Non si può cancellare l’orrore del 7 ottobre, ma si può fermare la strage a Gaza. Un crimine di guerra non ne cancella un altro: alimenta solo l’ingiustizia che prepara il terreno ad altra violenza». Le testimonianze che abbiamo riunito ci hanno aiutato ad allargare il campo di riflessione: Azione Comune di Pace ha ricordato che è dal Covid che siamo in una convivenza continua con il conflitto e la polarizzazione delle posizioni, sottolineando la necessità di saper mantenere la dimensione umana e spirituale; la responsabile di Archivio memorie migranti ha presentato il progetto Dimmi che afferma il diritto dei migranti, non solo all’accoglienza e all’inclusione, ma anche al poter portare la propria storia e vederla accolta con la stessa dignità di quelle di chi ospita, a pena di veder confermato l’impianto coloniale che esclude per disumanizzare e poter sfruttare senza sensi di colpa.

Agire per spezzare il ciclo della violenza

Dando voce agli estensori dell’Appello per il cessate il fuoco! il nostro moderatore ha ricordato come Pietro Pinna considerasse gli appelli utili per l’apertura di percorsi raccogliendo l’assenso del portavoce di Mediterranea che ha difeso l’impellenza di salvare le persone che scappano dalle guerre, che non sono disperati, ma “sognatori” che cercano per sé e le proprie famiglie un destino di pace, con la guerra scritta sul corpo e il volto al tempo stesso di “vittima e nemico”. I giovani attivisti e intellettuali che hanno parlato per il Laboratorio Ebraico antirazzista e per Asso Pace Palestina, è importante sottolinearlo, sono persone coinvolte, che vivono sulla propria pelle le discriminazioni e le sofferenze di cui parlano, ma che, pur essendo profondamente legate alla propria cultura, hanno saputo fare un passo verso l’altro, verso chi in questo momento non è visto che come nemico, ma è con questo “altro” che hanno saputo dialogare per agire insieme. E per farlo hanno dovuto dirsi, e poi limare i concetti, scegliere le parole, che fossero chiare senza essere inaccettabili, ma anche che fossero aguzze e scomode, per smuovere all’azione comune. Incontrare l’altro è avere cura per le sfumature, accogliere la complessità, ma agire per spezzare il ciclo della violenza, con il coraggio di farsi le domande giuste.

Siamo interrogati sui modelli di potere con cui conviviamo

Appello per il cessate il fuoco
Come Vie della Nonviolenza, come CSV Lazio continueremo ad incontrarci e a proporre il confronto e il dialogo su questi temi

Come ha commentato una delle presenti: «La logica del nemico chiede a tutti di abbandonare la propria natura per assumere la natura di una delle parti del conflitto, ci chiede di snaturarci nella semplificazione delle parole e dei pensieri. Ci fa tirare fuori il peggio di noi. Ricorrere alla complessità e attivarsi per conoscere questa complessità è l’unico antidoto che possiamo ingerire per resistere alla tentazione della creazione del nemico e avere la forza di osservare dentro di noi stessi le contraddizioni di cui siamo fatti». Sentirci coinvolti, come cantava De André e come con più crudezza denuncia in una sua poesia il nostro moderatore, ci porta, a noi seduti nelle nostre tiepide case, a dirci chiaramente che “Siamo tutti complici” di una feroce pavidità, perché se persino a Tel Aviv si manifesta per il Cessate il fuoco è incredibile che qui non ce lo permettiamo e non vediamo che ci sono ben due popolazioni in ostaggio: del terrorismo l’una e della politica del terrore del proprio Governo l’altra.

Come Vie della Nonviolenza, come CSV Lazio, come persone che hanno a cuore la convivenza e la solidarietà continueremo ad incontrarci e a proporre il confronto e il dialogo su questi temi, che non hanno solo l’orrore della distruzione delle vite e del futuro di vittime civili inermi, ma ci interrogano sui modelli di potere con cui conviviamo, che usano il dramma degli altri per la propria stabilità, che sfruttano la nostra paura per spostare i finanziamenti dalla salute alle armi, che inducono isteria e polarizzazione per zittire le voci discordanti, che, in fin dei conti, ci convincono che se non accettiamo di essere inumani per primi poi saremo nelle mani di esseri inumani.

Il volontariato ha in sé gli anticorpi per resistere a una simile abiezione, la conta dei morti non si fermerà mentre noi ci fermiamo per santificare il Natale, usiamo questi giorni per riflettere su come costruire nel nostro quotidiano quello spazio di umanità che ci faccia trovare il coraggio di unirci a chi, con creatività e rischio personale, si espone per tenere viva la voce della Pace.

GAZA, APPELLO PER IL CESSATE IL FUOCO. DISERTARE LA LOGICA DEL NEMICO

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