A CASSINO LA CASA DELLA CULTURA COSTRUISCE COMUNITÀ

Cultura, diritti, supporto alle fasce deboli della popolazione, attività con i bambini. La Casa della cultura è una rete di volontariati per le comunità del cassinate e dintorni

Avviandoci a mettere su carta le idee e le dichiarazioni raccolte nell’intervista ai responsabili della rete associativa che fa capo alla Casa della Cultura di Cassino, abbiamo dovuto fare i conti con una prima difficoltà: tante le associazioni coinvolte e tutte con proprie competenze e mission, e così numerose le iniziative che confessiamo il nostro imbarazzo nel dover dar conto di quanto avviene da anni nella sede, un prefabbricato in legno nel parco Baden Powel. Il filo che le unisce si dipana su temi della tutela e dell’affermazione dei diritti, accanto a campagne di sensibilizzazione ed attività socio-culturali sul piano formativo ed informativo rivolte ai cittadini con particolare attenzione alle fasce deboli: bambini, migranti e persone con disagio economico e sociale. Un impegno svolto con un lavoro puntuale e costante, sollecitando la partecipazione dei tanti attori attivi nel territorio operanti nell’ambito sociale, culturale e ricreativo.  Un percorso articolato di lunga storia, un’esperienza decennale di cui sono memoria i referenti della rete, Walter Bianchi e Vincenzo Capaldi.

CASA DELLA CULTURA
La sede della Casa della Cultura è stata ristrutturata nel periodo di fermo delle attività in presenza legato all’emergenza Covid

Un riferimento sul territorio

Con la costituzione, nel 1990, dell’associazione Centro dei Diritti e della Solidarietà (CDS), che fin dal nascere può contare sulla partecipazione di un gruppo di cittadini con esperienze singole nel campo socio-politico-culturale, il progetto prende avvio con l’impegno dichiarato di promuovere la partecipazione dei cittadini alla difesa ed alla definizione della propria qualità della vita e contribuire ad eliminare ogni forma di sfruttamento, di ingiustizia, di discriminazione e di emarginazione. Scopi e finalità perseguite attivando ed organizzando nel tempo, dal 1991 ad oggi, diversi servizi ed iniziative: il servizio di segretariato sociale gestito da assistenti sociali volontari; il centro di documentazione e ricerca informatizzato e cartaceo; la postazione internet a disposizione dei cittadini; una biblioteca con oltre 2000 libri e l‘attivazione di un mercatino dei libri scolastici usati per combattere il caro libri, erogato, ininterrottamente, dal 1991 al 2017.
L’ampio orizzonte tematico in modo “quasi automatico” si articola a partire dal 2017 con la partecipazione alla rete provinciale Laboratorio Teu ed ai progetti Costruire Memoria e Poveri noi. Progetto quest’ultimo che vede protagonista la rete cassinate, in Ats con le associazioni aderenti al Laboratorio, con l’attivazione di un Social Hub e di un Social Point registrando risultati lusinghieri riconosciuti, riguardo agli interventi effettuati, sia in termini quantitativi che qualitativi.
Un’attività che non ha mai subito significativi rallentamenti neanche durante la crisi più intensa legata al Covid, in quanto il fermo delle attività in presenza è stato utilizzato per interventi di ristrutturazione e riparazione della sede.

L’impegno per la Pace

Interessante la posizione assunta in merito alla guerra in Ucraina a cui i referenti della rete hanno tento a precisare che: «In merito alla situazione attuale relativa alla guerra in Ucraina, il Centro dei Diritti e della Solidarietà aderisce alla Tavola della Pace Nazionale e ha partecipato alla Marcia Perugia-Assisi straordinaria del 24 aprile. A livello locale il CDS si pone in modalità di osservazione nella Tavola della Pace di Cassino in quanto essendo costituita, prevalentemente, da partiti e sindacati, con l’assenza del mondo dell’associazionismo, sconta, già dalle prime riunioni, una marcata diversità di posizioni difficilmente sintetizzabili in una piattaforma comune». La posizione del CDS è chiara: «nessuna equidistanza, condanniamo, fermamente, l’invasione dell’Ucraina da parte di Putin e solidarizziamo con il popolo ucraino, ma con la stessa fermezza siamo contrari all’invio delle armi, modo surrettizio di partecipazione alla guerra come dire farsi beffa dell’art.11 della nostra Carta Costituzionale oltre al serio rischio di scatenare un Terzo conflitto Mondiale inevitabilmente atomico. Preoccupazione avvalorata dall’intenzione di una ripresa della corsa agli armamenti, vista la proposta di aumentare le spese militari del 2% del PIL, condannata con decisione anche da Papa Francesco».

La posizione ideale, utopistica, del CDS è quella espressa dallo scienziato Bernard Benson, scienziato che durante la Seconda Guerra mondiale ha partecipato allo sviluppo delle armi militari e che dal 1959 ha abbandonato la ricerca scientifica per dedicarsi alla causa della pace, “gli eserciti dovrebbero esistere solo per difendere i nostri vicini da noi stessi”.

Per quanto riguarda le attività di solidarietà (accoglienza, raccolta fondi, raccolte alimentari e vestiario), il CDS ritiene che «muoversi in modo spontaneistico rischia di creare, inutili se non dannose, sovrapposizioni. Restiamo, quindi, in attesa di indicazioni organizzative da parte delle istituzioni come abbiamo già sperimentato con la pandemia collaborando con il Comune nella campagna Cassino Risponde.» Ed è una risposta concreta al proliferare di dichiarazioni etiche roboanti che rischiano di coprire il vuoto delle iniziative solidali che devono necessariamente essere sviluppate a tutto tondo senza mai perdere il contatto con le problematiche delle nostre comunità di riferimento.

 

 

A CASSINO LA CASA DELLA CULTURA COSTRUISCE COMUNITÀ

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