CARLA MESSANO: IL CSV LAZIO PER APRIRSI AL MONDO

Carla Messano, una vita nel mondo del volontariato ospedaliero, è tra le candidate al nuovo Direttivo CSV Lazio. Un’opportunità anche per la sua associazione, l’AVO, di fare rete

Tornano gli approfondimenti proposti da Reti Solidali in vista del rinnovo delle cariche del CSV Lazio.
In una prima fase, a partire dai presidenti dell’unificazione e attraverso i pareri e le opinioni dei principali stakeholders del CSV, abbiamo voluto dare il quadro di cosa sia oggi il CSV Lazio e quali siano i principali assi strategici della sua azione, le prospettive future, i punti di forza e le criticità.
Oggi diamo il via ad una seconda serie di contributi tutta dedicata ai candidati al nuovo Direttivo del CSV Lazio. Testimoni privilegiati dell’impegno volontario, ne scopriremo la storia, le esperienze, i punti di vista, le aspettative e l’impegno per il futuro.

Carla Messano arriva dal mondo del volontariato ospedaliero, in particolare si occupa da 22 anni di volontariato negli ospedali pediatrici. Per chi, come lei, ha una laurea in psicologia infantile, è un cerchio che si chiude, è tornare a una passione di gioventù che, in fondo, non se n’è mai andata. Questi anni di volontariato hanno portato Carla Messano, che oggi è candidata al Direttivo CSV del Lazio, a ruoli dirigenziali sempre più importanti nell’ambito della sua associazione, l’AVO, Associazione Volontari Ospedalieri, senza mai perdere di vista il Volontariato sul campo, all’Ospedale Bambino Gesù di Palidoro, e in una comunità che si dedica al disagio mentale. Un’associazione come AVO ha avuto grandi problemi nel periodo della recente Pandemia: prima del Covid 19 i volontari erano 23.500, oggi sono 15.600. I volontari ospedalieri sono stati i primi a cui hanno chiuso le porte. E ora l’associazione si sta reinventando, e sta lavorando in rete con altre associazioni. Per questo la candidatura di Carla Messano al direttivo del CSV del Lazio è importante nell’ottica di far aprire al mondo la sua associazione, di metterla a confronto con altre associazioni, per avere quella visione d’insieme sul volontariato che una realtà come i Centri di Servizio possono avere. La creazione di reti e la formazione sono gli ambiti in cui, secondo Carla Messano, il CSV del Lazio dovrebbe lavorare.

carla messano
«Sono 22 anni che sono volontaria al Bambino Gesù. I bambini hanno una forza vitale enorme, e questo è quello che mi ha accompagnata in questi anni».

Cosa scriverebbe in una lettera di presentazione? Qual è stato il suo percorso di vita e quello associativo?

«Io sono una felice pensionata. Per tanti anni ho lavorato nel marketing e nella comunicazione di una grande azienda petrolifera. Sono andata in pensione con una decina di anni d’ anticipo e così mi sono potuta dedicare completamente al volontariato, che facevo già da anni. Andando a ritroso, ho un diploma di liceo classico, ho una laurea in psicologia infantile e un master in psicologia del lavoro. Sono entrata nella mia associazione, l’AVO, Associazione Volontari Ospedalieri, una grande associazione di volontariato socio-sanitario, nel 2000, quando ancora lavoravo, e ho cominciato il mio volontariato, dopo un corso di formazione, all’ospedale Bambino Gesù di Palidoro, dove continuo ancora oggi. Sono 22 anni che sono volontaria al Bambino Gesù. Dopo qualche anno sono diventata presidente dell’AVO di Fiumicino. Dopo poco più di due anni sono stata eletta presidente dell’AVO del Lazio e, come presidente regionale, sono stata eletta in federazione, FederAVO. Ho finito i miei due mandati, sono decaduta come rappresentante dell’AVO regionale, e sono stata nominata vicepresidente FerderAVO, fino alla scorsa settimana. In occasione delle nuove elezioni, sono state rieletta consigliere FederAVO».

Il volontariato presso un ospedale pediatrico è stato un ritorno alla sua prima vocazione, a quella laurea in psicologia infantile…

«La chiamo la chiusura del cerchio. Non ho mai fatto la psicologa, è stata una scelta. Per lavorare nel marketing e nella comunicazione, in fondo, la laurea in psicologia mi è servita, ma in realtà la chiusura del cerchio è avvenuta 22 anni fa quando ho ripreso il volontariato nel pediatrico. Sono stata volontaria per cinque anni nel reparto di neuro-riabilitazione, dove ci sono grosse infermità, e sei anni in terapia intensiva. La laurea mi è servita molto, perché non sono situazioni facili da leggere. Mi sono sempre sentita dire: “come fai a fare volontariato in ospedale pediatrico?” Io volevo fare volontariato, non trovavo mai il tempo, e mi iscrissi a un corso dell’IFO, l’istituto oncologico di Mostacciano. Feci per sei mesi la formazione con un’altra associazione, legata all’oncologico, ma quando era ora di andare in reparto ho riconosciuto che non sarei stata in grado. Al Bambino Gesù ho sentito di poter sorreggere il confronto con la malattia pediatrica. I bambini, anche se provano dolore, a differenza di noi adulti non ne hanno paura, non hanno le nostre sovrastrutture. Cinque minuti dopo il dolore lo hanno quasi dimenticato. Hanno una forza vitale enorme, e questo è quello che mi ha accompagnata in questi anni. Nel frattempo mi sono impegnata anche nel disagio mentale, come AVO siamo presenti anche nei reparti psichiatrici e in molte comunità psichiatriche. Io frequento come volontaria una comunità di Castel di Guido».

Quale esperienza ha avuto del Centro di servizio del Lazio negli ultimi anni?

«Sono anni che conosco il CSV, da quando c’era Francesca Danese. Ho un ottimo rapporto con il Centro Servizi, con cui ho collaborato in alcuni progetti. In particolare, al Santo Spirito, dove siamo presenti come associazione, è stato redatto un manifesto interreligioso per garantire l’equità di trattamento per i malati delle varie religioni, che ho firmato io come presidente dell’AVO del Lazio. Il CSV ci ha sostenuto in vari momenti. Il sostegno, quando è stato chiesto, è sempre arrivato, i corsi di formazione sono stati sempre puntuali e utili. Io ho partecipato anche a un seminario di capacitazione».

Come utente dei servizi e come partecipante agli orientamenti politici e organizzativi, che opinione ha del CSV Lazio?

«Mi piace il CSV Lazio perché segue tutto il mondo del volontariato e quindi ha una visione molto aperta del volontariato. Anche una federazione come la nostra, che ha molte sedi e molto volontari, che si occupa di un campo ben preciso, finisce per avere una visione parziale. Il CSV Lazio, essendo a supporto di tutto il volontariato del Lazio, ha una visione a tutto campo. Partecipo alle attività del Forum del Terzo Settore, sicuramente rappresentativo a livello nazionale e istituzionale,  ma il ruolo del CSV è più operativo, molto più fattivo».

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«Le questioni prioritarie per il CSV Lazio nei prossimi anni riguardano certamente la formazione e il continuo impegno ad essere vettore per facilitare le reti associative».

Quali questioni ritiene prioritarie per il CSV nei prossimi anni?

«Sicuramente la formazione. Con tutti i cambiamenti che ci sono stati con il nuovo codice del Terzo Settore è importante perseverare nella formazione. La nostra organizzazione ha sempre puntato molto sulla formazione: sia su quella d’ingresso, necessaria perché affianchiamo medici e infermieri, sia sulla formazione in itinere. Quando l’ha fatto il CSV è stato molto, molto utile. Oggi è ancora più necessario, soprattutto per coadiuvare sulle leggi e sulle modalità di rapportarsi, per la co progettazione e la co programmazione. Un’altra delle cose che potrebbe fare ancora di più il CSV è essere un vettore per facilitare le reti associative. La nostra associazione, a inizio pandemia, è entrata in crisi. E noi siamo dentro gli ospedali, ma fuori, a seconda dei territori, non in molti ci conoscono. E abbiamo bisogno di gambe per camminare all’esterno, di reti».

La sua candidatura, quindi, sarebbe importante soprattutto perché la sua associazione sia il più possibile a contatto con il CSV e le altre associazioni…

«La cosa che mi piace pensar è di avere un contatto più diretto con altre associazioni presenti all’interno del CSV e avere una visione allargata del volontariato nella Regione Lazio. La nostra associazione aveva già un rappresentante nel Direttivo CSV ed è stata una esperienza molto utile che mi auspico di proseguire a vantaggio di un’associazione come la mia che, per compiti e contesti nei quali opera, tende a chiudersi».

 

Rimandiamo alle interviste a: Paola Capoleva e Renzo RazzanoChiara TommasiniLorena MicheliRoberto GiustiRiccardo Varone.

Le interviste agli altri candidati: Carlo Quattrocchi , Andreina CiogliDanilo ChiricoVincenzo CarliniMaurizio VanniniRoberto RosatiSandro LibianchiRaffaele CastaldoSergio CervoGiulio RussoTiziana LatiniAntonio Felice FargnoliMaria Cristina Brugnano, Claudio GrazianoCristina De Luca, Paola Capoleva.

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