CSV LAZIO. CONTINUARE AD INVESTIRE IN OTTICA NAZIONALE

Quale apporto il CSV Lazio può dare al sistema dei Centri di Servizio? Quali le attese rispetto alle guide politiche dei Centri e dello stesso CSV Lazio? Ne abbiamo parlato con Chiara Tommasini, presidente CSVnet

Continua la serie di approfondimenti in vista delle elezioni di giugno prossimo per il rinnovo delle cariche di CSV Lazio. Dopo i presidenti dell’unificazione, Paola Capoleva e Renzo Razzano, che in questi tre anni hanno condotto il CSV Lazio al consolidamento, è ora la volta della presidente di CSVnet, Associazione nazionale dei Centri di servizio per il volontariato, Chiara Tommasini. Veronese di nascita, Chiara Tommasini approda nel 2021 alla presidenza CSVnet, portando con sé una lunga esperienza nel mondo del volontariato, del terzo settore, dei CSV.

Con lei abbiamo cercato di capire come il CSV Lazio può investire le proprie specificità in un’ottica nazionale; quale apporto può dare nel sistema dei centri di servizio; quali sono le attese rispetto alle guide politiche dei centri e del CSV Lazio.

Nel quadro nazionale, dove CSVnet ha contribuito ad individuare procedure e strumenti, portando a fattor comune risorse, idee, proposte, ogni CSV è portatore di una sua specificità. Come descriverebbe e come si caratterizza quella di CSV Lazio?

«Sin dall’insediamento della nuova governance, abbiamo cercato di rendere protagonisti i Centri di Servizio di un processo di consultazione a tutti i livelli, per ridefinire obiettivi e vision del nostro sistema alla luce delle sfide dettate dalla Riforma del terzo settore. Come la riorganizzazione territoriale, che ha interessato anche il CSV Lazio, e il lavoro per dare concretezza al ruolo dei Centri di Servizio per il Volontariato come agenzie di sviluppo e di prossimità. Oggi più che mai i CSV sono chiamati a mettersi in gioco per avviare e gestire progetti ad alto tasso di innovazione. Il CSV Lazio ne è un esempio, grazie anche alle diverse azioni avviate in ambiti strategici, come la promozione del volontariato – il Trovavolontariato è stato uno dei primi portali di matching tra associazioni e volontari attivati dai Centri di servizio -, la scuola, il servizio civile, la ricerca e la documentazione. Oltre alla partecipazione diretta alle numerose attività avviate all’interno del consiglio direttivo, anche grazie alla presenza della presidente, Paola Capoleva, e del vice presidente vicario, Renzo Razzano».

Chiara Tommasini
«Tommasini: Amministrare un centro di servizio importante e radicato sul territorio come il CSV Lazio rappresenta un’opportunità di crescita e cambiamento importante, anche da un punto di vista personale».

In che ambito o in che direzione vede l’apporto del CSV Lazio al sistema dei CSV?

«Tra le sfide sulle quali CSV Lazio può dare un contributo forte c’è tutto ciò che ruota attorno al tema dell’amministrazione condivisa. Il CSV Lazio ha siglato un accordo con Anci Lazio nel 2021 ed è stato un un precursore da questo punto di vista, segnando un passo in avanti nei rapporti tra volontariato, enti locali, enti pubblici, strategico per tutto il nostro sistema. Un dialogo che è diventato più importante e necessario, come è emerso anche durante tutto il periodo della pandemia, soprattutto rispetto alla capacità del volontariato di rispondere ai bisogni sociali con maggiori tempestività ed efficacia rispetto alle pubbliche amministrazioni».

Lei è presidente del CSVnet ed è stata dirigente di un Centro di Servizio: che cosa vuol dire in concreto? Quali sono gli impegni, le azioni, le prospettive da questo punto di vista?

«C’è una motivazione di fondo che muove l’impegno in ruoli apicali come questo. Il volontariato è un’esperienza che aiuta a crescere, che ci permette di agire in concreto il valore del dono, che innesca passione per quello che facciamo, tutti i giorni, a tutti i livelli. Il sistema dei CSV sta vivendo una fase complessa, di rinnovamento, volta a integrare sempre di più e sempre meglio il radicamento territoriale con il sistema nazionale. Questo è stato possibile grazie al dialogo costante con le istituzioni, che ci ha permesso anche di far comprendere il cambiamento. Bisogna continuare a vigilare, presidiare i tavoli istituzionali, affinchè il volontariato venga riconosciuto, valorizzato, apprezzato, sentendoci parte di un ecosistema più grande, a partire dai Centri di Servizio, la pubblica amministrazione, il mondo associativo e utilizzando tutti gli strumenti che possiamo mettere in campo e che la Riforma offre per intercettare meglio i bisogni sociali e amplificare l’impatto dell’operato delle associazioni sui territori». 

Cosa si augura, in generale, dalle guide politiche dei Centri? Che consiglio si sente di dare a chi raccoglierà il testimone?

«Amministrare un centro di servizio è un’esperienza intensa, molto particolare perché non è semplice capire cos’è, cosa fa un centro di servizio, quali sono le potenzialità. Serve visione, tanto equilibrio, serve costanza, tanta pazienza, capacità di dialogo. E amministrare un centro di servizio così importante e radicato sul territorio come quello del Lazio credo rappresenti un’opportunità di crescita e cambiamento importante, anche da un punto di vista personale. Sono certa che la nuova governance saprà dare un impulso nuovo alle tante attività già in corso, per continuare a stare al fianco del volontariato laziale, intrecciando sempre di più il legame anche con il sistema nazionale, e a fornire un contributo prezioso ai programmi di lavoro che insieme stiamo definendo in questi mesi. Su questo io ci conto».

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