AD ARICCIA LE ASSOCIAZIONI CHIEDONO FORMAZIONE E STRUMENTI PER FARE RETE

Csv Lazio ha incontrato le associazioni del territorio. Fra i problemi più sentiti: la troppa burocrazia e la difficoltà nei rapporti con le Amministrazioni

di Alessia Morici

Erano 22 le associazioni presenti al laboratorio di approfondimento sul documento CSV LAZIO Futuro Prossimo, presentato dal vicepresidente del nuovo CSV  Antonio D’Alessandro. L’incontro con il volontariato ad Ariccia si è tenuto il 10 maggio, presso la Casa del Volontariato dei Castelli Romani di Ariccia. L’unificazione dei due centri di servizio CESV e SPES ha rappresentato un’occasione per riflettere su una programmazione dei servizi più partecipata ed orientata dal basso e questo incontro ha voluto essere un momento di riflessione condivisa con le associazioni del territorio, non solo per capire i bisogni delle realtà locali di Terzo settore, ma anche per immaginare insieme un nuovo CSV, che oltre a fornire servizi, si radichi sempre più nei territori per favorire processi di sviluppo locale. Parole d’ordine di questa nuova strategia di governance partecipata sono quindi “co-progettazione” e “territorializzazione”, da cui consegue il rafforzamento del ruolo della Case del volontariato, viste non più solo come punti di erogazione di servizi, ma anche come luoghi deputati alla costruzione di “senso”, afferma D’Alessandro.

 

Il volontariato ad AricciaLE RICHIESTE DELLE ASSOCIAZIONI. Dal dibattito con il volontariato ad Ariccia è emersa la volontà di molti di aderire alla base associativa dei CSV, che vengono riconosciuti come pilastro fondante del volontariato locale e come punto di riferimento per le associazioni del territorio.

D’altro canto, però, le associazioni chiedono un supporto ancora maggiore per affrontare l’eccesso di burocratizzazione che le sta soffocando e che spesso ne vincola l’azione. Problemi grossi vengono rilevati anche nel rapporto con le banche e sempre più forte è avvertita l’esigenza di costruire una relazione comune del Terzo settore con gli istituti di credito, per ottenere agevolazioni sul conto, facilitare la concessione della fideiussione o magari pensare alla costituzione di un fondo di microcredito per le associazioni di volontariato.

Nel rapporto con la Pubblica Amministrazione il Terzo settore lamenta di essere spesso completamente ignorato in fase di programmazione e progettazione, ma poi strumentalizzato nelle richieste di prestazioni di servizi. Le associazioni chiedono di essere riconosciute come interlocutori competenti per le istituzioni, un riconoscimento che deve durare nel tempo, a prescindere dai cambi di amministrazione e dalle vicissitudini politiche contingenti.

 

L’IMPORTANZA DI FARE RETE. Per far questo, ha sottolineato il volontariato ad Ariccia, è necessario valorizzare le reti già esistenti, renderle stabili e resilienti, supportarle nell’organizzazione e nel coordinamento, allargarle alle scuole, alle imprese, a tutti gli stakeholder interessati, per contribuire a creare una “cultura” condivisa del sociale e dei beni comuni.

La rete però implica partecipazione e purtroppo, spesso, questo è l’ennesimo impegno che ricade sul presidente di un’associazione, che, oberato da mille altri compiti, non riesce poi a vivere in maniera attiva e costruttiva lo stare in rete. Ma anche delegare è difficile, sia per mancanza di competenze dei volontari, sia perché spesso i volontari stessi non vogliono occuparsi di questi aspetti “gestionali” e “politici” e preferiscono limitare il loro intervento al servizio.

 

LA CAPACITAZIONE. Da qui l’importanza di prevedere anche dei percorsi di capacitazione per le associazioni, per farle crescere non solo numericamente, ma anche qualitativamente, attraverso il potenziamento delle competenze di tutti e una migliore ridistribuzione dell’impegno associativo. Il volontariato, secondo i partecipanti, va oggi assolutamente ripensato in termini di formazione, competenze, capacità di garantire “trasparenza”: il volontario è oggi chiamato ad essere un “professionista della solidarietà”.

In questa ottica, anche attrarre volontari giovani diventa importante, magari puntando sull’acquisizione, valorizzazione e certificazione di nuove abilità e competenze, sulla collaborazione con le scuole, ma anche su temi oggi per loro attrattivi, come l’ecologia ad esempio.

 

Il volontariato ad AricciaLA FORMAZIONE. Nell’ottica di lavorare in rete, le associazioni credono poi sia importante attivare strumenti per facilitare la reciproca conoscenza e comunicazione, anche pensando a mezzi tecnologicamente avanzati (es. piattaforme digitali, gestione di profili digitali, agende di eventi on line etc.).

Quel che è emerso in diversi interventi è che le reti sono difficili, ma comunque importanti, soprattutto in questo periodo storico, in cui gli scenari politici stanno ponendo enormi sfide al mondo del volontariato. il volontariato sta vivendo oggi un attacco politico che lo taccia come “buonista” e la solidarietà viene colpevolizzata: solo “facendo gruppo” e riconoscendosi in una identità comune, il volontariato può far fronte a queste nuove minacce.

Ma perché la sua voce non venga strumentalizzata o soffocata, concludono le associazioni, è necessario che il volontariato in primis riconosca il proprio valore e accresca la sua autostima; per poter rivendicare i propri diritti è necessario essere formati, informati e consapevoli di quali siano gli strumenti in proprio possesso; solo così il volontariato potrà essere quell’elemento “trasformatore” della società, capace di costituirsi come “massa critica” rispetto le istituzioni e di esercitare su queste quella pressione costante, sottile ed intelligente, oggi da molti chiamata advocacy.

Se da una parte le associazioni devono imparare a relazionarsi con le istituzioni, attraverso un linguaggio ed un modo di porsi più consapevole, dall’altra le istituzioni stesse avrebbero spesso bisogno di conoscere meglio quali siano gli strumenti per rapportarsi con il volontariato e con l’associazionismo, non sempre riducibili al codice degli appalti; per questo sarebbe opportuno prevedere anche dei percorsi di formazione congiunta, tra operatori della pubblica amministrazione ed operatori del terzo settore, sui temi della co-programmazione e della co-progettazione.

Comun denominatore a tutte le questioni emerse sembra proprio essere la necessità di veicolare una concezione metodologica della “rete”, e questo è l’apporto fondamentale che il CSV, oltre al supporto ad ogni singola associazione, potrà dare. Per questo l’invito è quello di incontrarsi nuovamente il 31 maggio alle 16.00, ad Ariccia, nella Casa del Volontariato dei Castelli Romani.

Questo incontro fra il CSV Lazio e associazioni fa seguito a quelli che si sono tenuti a Frosinone, Latina, Formia, Viterbo, Rieti.

Se avete correzioni o suggerimenti da proporci, scrivete a comunicazione@cesv.org

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