“UN PASSO INSIEME” CONTRO LA POVERTÀ A RIETI

Il Comune ha dato vita al progetto per le emergenze create dalla pandemia. Con il contributo fondamentale del Terzo Settore

di Maurizio Ermisino

Non si vive di solo pane. Sapete tutti il significato di queste parole, ma stavolta intendiamo usarle in un senso leggermente diverso. Vogliamo dire, cioè, che in casi di emergenza come quello creato dagli effetti del Covid-19 sull’economia e sulla vita delle persone, il bisogno primario non è solo quello alimentare. Ci sono tutta una serie di esigenze contingenti a cui chi è in difficoltà si trova a far fronte in periodi di crisi. Per questo, contro la povertà a Rieti il Comune ha dato vita al progetto “Un passo insieme. Dopo il sostegno alimentare, realizzato grazie alla Porta Sociale, l’assessora alle Politiche Sociali Giovanna Palomba, con questo progetto, approvato dalla giunta Cicchetti, ha voluto soddisfare altri bisogni essenziali delle fasce più fragili. E lo ha fatto in sinergia con il mondo del Terzo Settore, che è una parte attiva e fondamentale nella realizzazione del progetto.

L’emergenza alimentare: la Porta Sociale

«Abbiamo un progetto attivo sia per i momenti ordinari che per quelli straordinari» ci spiega Giovanna Palomba. «Per quelli straordinari è la Porta Sociale, ed è dedicato al sostegno alimentare, attraverso 10 associazioni che hanno aderito dal 2018. Con loro abbiamo una convenzione che annualmente viene rinnovata».

 

povertà a Rieti
Giovanna Palomba, assessora alle Politiche Sociali del Comune di Rieti

Parliamo di situazioni di emergenza perché, in altri casi, il percorso di assistenza è di un altro tipo. «Se la situazione di malessere si va a cronicizzare, a radicare, subentrano i servizi sociali, e associazioni che, mantenendo la loro autonomia, si occupano di distribuire le derrate, come la Croce Rossa e la Caritas, al di là dell’emergenza», spiega l’assessore. «La Porta Sociale nasce proprio come un S.O.S., un’emergenza al sostegno alimentare in seguito a condizioni particolari, come quelle di persone che si sono trovate senza lavoro e senza capacità economica di sostentamento».

Un passo insieme: per le altre emergenze

Ma, oltre a quello alimentare, ci sono altri bisogni essenziali, da affrontare per combattere la povertà a Rieti. «Per questo è nata l’esigenza di creare un soggetto che si diversificasse come forma di sostegno, soprattutto in questa crisi che stiamo vivendo, in cui non c’è solo il bisogno alimentare, ma anche la necessità di affrontare delle spese essenziali e inevitabili», illustra l’assessora. «Nasce allora il bisogno di aiutare delle persone che debbano subire il distacco delle utenze, o la riduzione della potenza dell’energia elettrica. E spese urgenti e necessarie, come una visita medica specialistica improcrastinabile, un accertamento diagnostico, una spesa per farmaci non convenzionati». «La necessità è quella di soddisfare in tempi rapidi questo bisogno», continua. «Da parte del servizio sociale si è deciso di creare un progetto apposito per dare questo tipo di sostegno».

«Abbiamo costituito un conto corrente legato all’emergenza Covid, di sostegno alle esigenze sociali», spiega l’assessora. «Può essere una sorta di salvadanaio: chiunque può fare delle offerte e versare direttamente sul conto, e quanto contenuto viene destinato a soddisfare queste spese». Tutto avviene, ovviamente, con il filtro del servizio sociale. Come per la Porta Sociale tutto avviene tramite servizi sociali, che attivano la rete, «oppure, in alcuni casi, è l’utente che segnala la situazione alle associazioni». Anche in casi come questo, si passa comunque dai servizi sociali, che devono avere sempre il polso della situazione.

Il ruolo delle associazioni

Gli assistenti sociali quindi segnalano quel caso di particolare vulnerabilità in cui serve intervenire per sostenere le spese essenziali, e chiedono alle associazioni che si sono candidate di occuparsene. «Il progetto prevede che, su risposta di un avviso pubblico, l’associazione che ha determinati requisiti possa svolgere questo tipo attività», spiega l’assessora.

 

città del sollievo
Una veduta di Rieti

Le associazioni di Terzo Settore, in questo senso, sono fondamentali: prendono in carico il caso e agiscono subito, per poi venire rimborsate. Questo permette di agire tempestivamente, ed evitare lungaggini burocratiche. «Ci troviamo in una fase in cui le domande di contributi sono aumentate in modo esponenziale. C’è un problema di risorse che non riescono a dare una risposta così tante  domande. E c’è il problema di un’attività burocratica lenta: la valutazione della domanda prevede che la commissione la prenda in considerazione, la esamini, veda se c’è la risorsa sufficiente per farvi fronte, nella volontà di dare un sostegno a più famiglie possibili. Ma in questo momento la macchina è fortemente rallentata. Attraverso questo conto si riesce a muoversi meglio, per evitare lungaggini».

Per questo le associazioni di Terzo Settore anticipano le spese per poi venire rimborsate, in base a una rendicontazione bimestrale.

Pubblico e Terzo Settore, un rapporto che funziona

“Un passo insieme” è l’ulteriore conferma di un rapporto tra il pubblico e il Terzo Settore che a Rieti sembra funzionare bene. Le associazioni di volontariato sono tenute in considerazione, ascoltate e sono considerate un attore fondamentale nella realizzazione delle politiche sociali. «Ci ho tenuto fin dall’inizio implementare questa rete in maniera forte», spiega Giovanna Palomba. «La collaborazione funziona, ma quella che sta crescendo sul territorio è anche la rete tra le associazioni. Rieti ha sempre avuto una società molto sensibile, ma il concetto del lavoro in rete sta crescendo sempre più. È importante perché significa aiutarsi reciprocamente».

Le associazioni di volontariato vivono in mezzo alle persone e hanno il polso della situazione. «Vengo dal mondo del volontariato», racconta l’assessora, ho una storia con il volontariato che va avanti dal 1984, per mia cultura personale. Quello che mi preme sottolineare è che le associazioni sono forti e la collaborazione è forte quando nell’ascolto ci si pone in maniera serena di confronto proficuo. Perché se fosse solamente critico, non ci sarebbe nessun carattere di vantaggio per gli uni e per gli altri. E qui, nella nostra realtà, questa collaborazione nella quasi totalità dei casi c’è».

«Voglio fare un grande ringraziamento per il lavoro svolto da parte dei volontari», conclude Giovanna Palomba. «Perché il reciproco confronto, vedere che le istituzioni sono vicine alle associazioni e le associazioni alle istituzioni, è il completamento del buon esito dei progetti».

 

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