GLI INVALIDI PARZIALI POTRANNO LAVORARE: RIPRISTINATO L’ASSEGNO DI INVALIDITÀ

Con un'emendamento al Dl fiscale è stata corretta un'ingiustizia, contro cui le associazioni si erano opposte duramente

di Redazione

Nella serata di ieri in Commissione al Senato è stato approvato l’emendamento al Dl fiscale che ha rispristinato l’assegno di invalidità per gli invalidi parziali che prestano attività lavorativa. «Correggiamo un’ingiustizia. Manteniamo la promessa fatta a famiglie e associazioni che lottano per l’inclusione», è il commento del ministro del lavoro Andrea Orlando, che aveva proposto questa strada nelle scorse settimane, per ripristinare il riconoscimento dell’assegno di invalidità, indipendentemente dallo svolgimento di un’attività lavorativa.

La nuova disposizione, su cui sono intervenute da subito con preoccupazione famiglie e associazioni, era nata in seguito alla decisione dell’Inps, in applicazione di alcune pronunce della Corte di Cassazione, di interrompere l’erogazione dell’assegno mensile di assistenza, pari a 287,09 euro per 13 mensilità, a quelle persone con invalidità tra il 74% e il 99% con un lavoro che non superi la soglia dei 4.931 euro annui: il requisito richiesto per l’erogazione di tale assegno era, infatti, il mancato svolgimento di qualsiasi attività lavorativa, anche minima (ne abbiamo parlato qui)

Soddisfazione viene espressa da Anmic: «L’approvazione ieri in Commissione Finanze al Senato dell’atteso emendamento correttivo alla delega fiscale che ripristina l’assegno agli invalidi civili parziali che lavorano (con un reddito da lavoro fino a soli 4931,29 euro l’anno) è una ottima notizia ed è il risultato della nostra dura legittima protesta», dichiara il presidente Nazaro Pagano. L’Associazione nazionale mutilati e invalidi civili si è infatti subito opposta ad una nuova interpretazione restrittiva dell’Inps, ritenuta socialmente ingiusta e penalizzante, in quanto rischiava di punire l’inclusione lavorativa e sociale degli invalidi parziali, perché impediva loro qualsiasi attività lavorativa retribuita. Infatti il messaggio n. 3495 dell’Istituto di previdenza dello scorso 14 ottobre stabiliva che, per avere diritto all’assegno (287 euro al mese) gli invalidi civili parziali (con una percentuale di invalidità dal 74 % al 99% ) non potevano prestare più alcuna minima attività lavorativa, seppur rimanendo al di sotto del precedente limite di reddito di soli 4.931 euro l’anno.
«Questo cambio di rotta rappresenta una vittoria dei disabili e del buon senso», sottolinea Pagano. «La restituzione dell’assegno agli invalidi civili parziali è un atto dovuto di giustizia sociale, che finalmente dà seguito all’impegno del Governo di ripristinare al più presto la corretta interpretazione della normativa vigente».

Tratto da Redattore Sociale.

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