ROMA, MAMHABITAT: UNA VITA DIVERSA PER CENTO MAMME, COME FLORA

MamHabitat è un ecosistema di sostegno per i nuclei mamma-bambino in condizioni di vulnerabilità. Finazzi Agrò: «A Roma pochi sistemi comunitari di tipo preventivo o alternativi all’accoglienza familiare o comunitaria»

Favorire l’autonomia delle madri, rafforzare le loro doti genitoriali e accompagnarle verso un reinserimento sociale ed economico: questi gli obiettivi del progetto MamHabitat nel creare un ecosistema di sostegno e «abitare assistito» pensato appositamente per i nuclei mamma-bambino in particolari condizioni di vulnerabilità, modalità di sostegno complementare e al tempo stesso alternativa all’accoglienza in casa famiglia. I risultati positivi, raggiunti negli ultimi due anni, sono stati presentati in Campidoglio durante il convegno ed evento formativo MamHabitat, un ecosistema per l’inclusione dei nuclei mamma-bambino e le politiche di Roma Capitale.

MamHabitat

Al gennaio scorso, «a pochi mesi dalla sua conclusione, il progetto ha raggiunto gli obiettivi che si era prefissato, prendendo in carico circa 100 mamme e i loro figli (circa 150 minori) distribuiti sull’intero territorio romano. Si tratta di nuclei molto fragili, caratterizzati da situazioni di forte vulnerabilità sociale ed economica; 8 casi su 10, con un background migratorio e che, talvolta, hanno alle spalle esperienze di violenza», ha riferito Antonio Finazzi Agrò, presidente della cooperativa La Nuova Arca, ente capofila del progetto MamHabitat. «Grazie alle 5 nuove strutture di accoglienza finanziate dal progetto e alle soluzioni abitative nella disponibilità dei partner, 13 nuclei mamma-bambino hanno beneficiato della semi-autonomia, condividendo a titolo gratuito un appartamento con un altro nucleo», ha aggiunto. Inoltre «15 mamme, persone tipicamente “non bancabili”, hanno avuto l’opportunità di accedere al microcredito sociale e, di queste, 12 stanno oggi usufruendo del primo Fondo di Garanzia dedicato in esclusiva alle mamme sole, realizzato dalle organizzazioni promotrici del progetto, in collaborazione con l’Ente nazionale per il microcredito e con BCC Roma».

MamHabitat: come Flora

Nel report del progetto viene raccontata la storia di Flora, albanese che si è trasferita in Italia per problemi economici, ma è scappata di casa con i suoi tre figli «per sfuggire alla violenza domestica. Chiede aiuto a una struttura di suore vicino alla sua abitazione, dove le consigliano di rivolgersi a un centro antiviolenza. Lì viene presa in carico e, dopo mesi di supporto, si convince a sporgere denuncia. Flora viene accolta dal Telefono Rosa, segue un corso in agricoltura promosso da Coldiretti, rivolto a donne vittime di violenza, e svolge il tirocinio presso La Nuova Arca, che gestisce anche appartamenti di semi-autonomia. Si trasferisce insieme ai suoi bambini e, a seguito dell’esito positivo del percorso, firma un contratto». Oggi lavora presso La Nuova Arca azienda agricola nell’area del confezionamento dei prodotti dell’orto, da selezionare e preparare per la vendita, e vive in una casa con un altro nucleo familiare composto da una mamma e suo figlio. Invece la nigeriana Aminah, mamma di 4 figli fra i 3 e 13 anni, lavora in una sartoria sociale ed è approdata a MamHabitat nel novembre 2022: tramite la cooperativa Roma Solidarietà della Caritas diocesana, partner del progetto, ha iniziato a lavorare come sarta e insegnante di inglese, riuscendo a prendere in affitto un appartamento.

A Roma pochi i sistemi preventivi o alternativi 

MamHabitat
«I nuclei mono-genitoriali sono i più esposti al rischio di allontanamento dei minori, proprio a causa delle difficoltà che le madri sole devono fronteggiare»

Le famiglie mono-genitoriali a Roma, nel 2019, ammontavano a 187.276, il 13,8% delle famiglie complessive. Di queste, circa 88mila sono nuclei con almeno un figlio minorenne. «I dati statistici nazionali sui provvedimenti di sospensione della potestà genitoriale, disposti dall’autorità giudiziaria, mettono in luce come i nuclei mono-genitoriali siano generalmente sempre i più esposti al rischio di allontanamento dei minori, proprio a causa delle difficoltà che le madri sole devono fronteggiare», ha osservato Finazzi Agrò, sottolineando che nella Capitale «il sistema di protezione e assistenza dei nuclei mamma-bambino risulta povero di sistemi comunitari di tipo preventivo o alternativi all’accoglienza in servizi di tipo familiare o comunitario». Per questo è stato particolarmente apprezzato il provvedimento adottato dall’Assessorato alle Politiche sociali «sui servizi di semiautonomia per i nuclei monogenitoriali, come parte di un sistema comunitario più ampio, cui partecipano non solo i servizi residenziali per nuclei madre-bambino, ma anche i servizi scolastici ed educativi, le reti di famiglie solidali, le reti civiche e di volontariato e chiunque si adoperi, col proprio contributo, per il miglioramento delle condizioni di vita materiali e immateriali dei nuclei». Salvatore Carbone, presidente dell’associazione Mam&Co partner del progetto, ha commentato: «Siamo molto soddisfatti che l’amministrazione capitolina abbia deciso di riappropriarsi del proprio ruolo di attore trainante nell’innovazione delle politiche sociali».

Immagini MamHabitat

 

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