CSV LAZIO: UN NOI CHE DIVENTA PIÙ ARTICOLATO

Nella programmazione 2026 di CSV Lazio il punto di arrivo di un fruttuoso percorso con tutti i territori della regione. Non una semplice ricognizione dei bisogni, ma occasioni in cui soci, stakeholder e operatori hanno avviato percorsi congiunti permanenti di orientamento ed elaborazione di decisioni operative e strategiche

di Chiara Castri

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Valorizzare in modo crescente il ruolo dei volontari e la piena partecipazione delle organizzazioni alla vita e alle decisioni dell’associazione di associazioni che è il CSV Lazio. Sta dentro questo macro obiettivo il lavoro che ha condotto all’approvazione della programmazione 2026 del Centro di Servizio da parte dell’Assemblea dei soci; in questa cornice è emerso che per svolgere pienamente il ruolo di agenzia di sviluppo territoriale le attività di supporto ai territori vengano orientate e decise dalle associazioni socie che vi operano. Una scelta che mette al centro un processo decisionale partecipato da tutta la “comunità” del CSV: i consiglieri del Direttivo, le associazioni socie ed i loro volontari, gli operatori del Centro.

Un percorso che parte dai servizi – per i quali è stata approvata anche la nuova Carta dei Servizi di CSV Lazio, disponibile a questo link – concepiti per rafforzare capacità e competenze delle associazioni, accompagnandole verso una maggiore autonomia e verso un’azione collettiva sempre più incisiva nelle attività di interesse generale di ciascun territorio. Il ruolo di agente di sviluppo della partecipazione del CSV Lazio si attiva in più contesti: nelle organizzazioni, nelle reti di associazioni ed enti di terzo settore, nei territori. Una scelta che si fa metodo collaborativo, che vede la costruzione di gruppi di lavoro territoriali di soci e operatori, luogo di pensiero e attuazione della programmazione, a cui affidare potere decisionale su una quota di azioni locali. Sono stati nove in tutte le province del Lazio gli incontri che hanno preparato il terreno per la programmazione 2026, aggiornamento della triennale 2025–2027. Non una semplice ricognizione dei bisogni, ma occasioni in cui soci, stakeholder e operatori della struttura, hanno avviato percorsi congiunti permanenti di orientamento ed elaborazione di decisioni operative e strategiche.

Giovani, pubblica amministrazione, reti

Tra i temi emersi il coinvolgimento dei giovani, in un mutato approccio che chiama il CSV a farsi ponte tra le generazioni, attore positivo di accrescimento delle capacità di accoglienza e coinvolgimento dei giovani nelle associazioni, non puntando a un mero ricambio generazionale ma a stimolare a partecipazione democratica e innovazione sociale. Un aspetto, quello del coinvolgimento giovanile, che richiama la certificazione delle competenze acquisite nel volontariato, di cui statuisce il decreto interministeriale del 31 luglio 2025, pubblicato in Gazzetta n. 248 del 24 ottobre 2025, che sarà necessario affrontare, tenendo conto delle esperienze maturate con il Servizio Civile Universale. Un lavoro di mentoring generazionale accanto ad un ingaggio fondato su formazione e pratica continua sono le piste di lavoro emerse dalla collaborazione tra CSV Lazio e l’Università Roma Tre e la ricerca compiuta tra i volontari attivati all’interno del progetto Vol.A in Rete per l’accoglienza dei pellegrini in questo anno giubilare. Ricerca di cui avevamo parlato qui e i cui risultati saranno presentati il 4 dicembre.

Così come sono emerse tutte le complessità legate alle interlocuzioni con la PA e la gestione delle nuove regole dell’amministrazione condivisa, che – sempre più centrali – chiamano il CSV ad essere facilitatore di dialogo civico, partner fiduciario nell’affermare e nel percorrere una sussidiarietà orizzontale che superi le gerarchie e rinforzi una collaborazione, anche formativa, a due vie tra amministrazioni e associazionismo.

E poi il lavoro di rete, nella sua imprescindibilità e difficoltà. La necessità di una sempre maggiore capacità di raccordo territoriale e tematico chiede al CSV di essere soggetto di garanzia e coordinamento, co-costruttore di quegli elementi di fiducia, cooperazione, reciprocità e corresponsabilità alla base del progettare insieme sui territori. Valorizzare le reti – che non sono mai la semplice sommatoria delle parti, ma unioni indirizzate verso un obiettivo – e gli output raggiunti, diventa allora un terreno di lavoro cruciale e – sia esso nelle case di comunità, con i poli civici, le reti informali o i patti educativi – un’opportunità per valorizzare il grande sforzo e la strada già fatta. E per intercettare quella domanda di volontariato non organica a un’associazione, che richiede piuttosto uno spazio ibrido, di contaminazione.

Infrastruttura culturale del Terzo Settore

Ma non si può programmare un’azione solidale senza allargare lo sguardo al contesto sociale, economico, culturale, politico in cui ci sono evidenze che non possono essere ignorate: l’urgenza della pace; la crisi climatica; la difesa dei diritti individuali e sociali fondamentali; gli strumenti per una democrazia rivitalizzata attraverso un nuovo protagonismo in particolare delle volontarie e delle generazioni più giovani. E ancora, le nuove procedure deliberative e il nuovo rapporto tra cittadini e rappresentanza.

Un contesto all’interno del quale il CSV è chiamato a rafforzare l’autonomia culturale e la capacità analitica delle associazioni, che hanno un’esigenza crescente di rappresentanza e di consapevolezza del proprio ruolo. Mentre dai volontari emerge una richiesta di formazione civica e politica, le interviste ai responsabili degli enti con cui il Csv Lazio ha stilato protocolli di intesa e collaborazione – dal Forum Terzo Settore del Lazio, a enti pubblici, Comuni, Università – evidenziano una spinta ad una collaborazione e ad un partenariato culturale in grado di suscitare un cambiamento anche all’interno delle stesse strutture con cui il CSV collabora. Il Centro, infrastruttura culturale del Terzo Settore, diventa soggetto che contribuisce all’evoluzione anche della Pubblica Amministrazione e dell’Università, mentre gli si chiede di aiutare l’intero corpo della comunità a fare un passaggio verso un noi che diviene più articolato.

Tra priorità e risorse

Contesto è anche, tuttavia, una continua riduzione delle risorse che per il CSV si contrappone al corposo aumento delle iscrizioni al Registro nazionale. Solo negli ultimi tre anni, nel Lazio il RUNTS si è arricchito, infatti, di oltre 6.300 ETS (di cui 1.531 nell’ultimo anno), tanto che gli ETS nella regione sono circa 14mila. Un trend positivo in cui minori risorse sono in inevitabile contraddizione con un maggior bisogno di supporto. Accanto ad un lavoro sulle risorse proprie (i fondi extra rispetto al Fondo Unico Nazionale previsto dal Codice del Terzo Settore), che negli anni tendono a salire, è ancora una volta importante proseguire in un lavoro territoriale che veda la partecipazione delle associazioni socie alla vita ordinaria del Centro, alle decisioni, alla costruzione delle risposte. Insomma, CSV è una compagine fondata su una presenza significativa di svariate reti associative, associazioni distribuite su tutto il territorio regionale, soci che non sono solo fruitori, ma promotori dei servizi, insieme ai quali portare avanti un approccio di co-programmazione. Nell’immediato futuro del CSV Lazio la costruzione di gruppi di lavoro permanenti in ogni territorio e l’organizzazione degli incontri di Direttivo in modo diffuso sul territorio. Il 15 dicembre si parte con Viterbo per poi proseguire in tutta la Regione.

In copertina foto di ankit Bhattacharjee

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