ESERCITO DELLA SALVEZZA ITALIA: IN UN ANNO AIUTI PER 60 MILA PERSONE

Presentato ieri a Roma il primo bilancio sociale. Molte le prospettive di crescita per il 2018 grazie alle trame solidali tessute sui territori

di Ilaria Dioguardi

«La crisi va verso la fine, ma non per tante persone e noi siamo impegnati a sostenerle. Lo facciamo in 128 paesi nel mondo», dice il Tenente Colonnello Massimo Tursi, responsabile del Comando dell’Esercito della Salvezza Italia e Grecia, alla presentazione del Rapporto di Missione 2017 e Prospettive 2018 dell’Esercito della Salvezza Italia.

esercito della salvezza«Secondo i dati Istat del 2016, cinque milioni di persone vivono in povertà assoluta in Italia, a cui bisogna aggiungere gli emarginati e coloro che sono in povertà relativa. Noi rappresentiamo una goccia d’acqua nel mare di disperazione. Nel 2016 abbiamo aiutato quasi 60mila persone. C’è l’idea folkloristica che siamo una realtà simile a quella che si vede nel film ‘Bulli e pupe’, vogliamo correggere quest’immagine distorta. Anche qui in Italia il nostro lavoro è svolto per le persone che vivono in situazioni di emarginazione, che sono spesso invisibili».
L’Esercito della Salvezza è un movimento internazionale evangelico nato a Londra alla metà del XIX secolo, con lo scopo di diffondere il cristianesimo e aiutare i bisognosi.

In Italia, è presente dal 1887, lavora costantemente per la progettazione e realizzazione di servizi di base ed iniziative collaterali. Tra i servizi di base: il banco alimentare, il soccorso invernale, programmi di accoglienza e ascolto. A questi, si aggiungono le visite a detenuti, ospedali e case di riposo, il soccorso ai rifugiati, i servizi di ascolto, consulenza, assistenza e orientamento, l’assistenza psicologica, legale e medica.

«A Roma, a via degli Apuli a San Lorenzo, accogliamo in una struttura più di 120 assistiti a tempo pieno, e abbiamo l’assistenza diurna, con collaboratori di professionisti», continua il Tenente Colonnello Tursi. «Costruiamo trame solidali nei grandi e nei piccoli centri. Il nostro servizio vuole accompagnare le persone verso una dignità propria, non renderle dipendenti, promuoviamo sinergie con enti locali ed aziende del territorio».

 

IL RAPPORTO DI MISSIONE. «Per la prima volta viene presentato il Bilancio sociale dell’Esercito della Salvezza, non perché ci è stato imposto dalla Riforma del Terzo Settore ma perché lo volevamo fortemente», dichiara Francesca Danese, responsabile relazioni esterne dell’Esercito della Salvezza Italia.

«Non c’è stato tempo per inserire nel bilancio sociale il lavoro dei volontari. Stiamo lavorando per chiedere conto di quanto modifichiamo la vita delle persone nei territori. In un momento in cui lo straniero è etichettato come una persona lontana da noi (e che quasi non vogliamo vedere) è importante educare i giovani al rispetto e all’integrazione. Inoltre, pensiamo che l’etica e l’estetica debbano appartenere a tutti: ad esempio, sul nostro terrazzo c’è un orto urbano, i cui prodotti permettono di degustare ghiotte pietanze. Si tratta di un’esperienza che produce benefici immediati per i senza fissa dimora».

In un anno 57.779 persone hanno trovato sostegno con le attività dell’Esercito della Salvezza, come l’aiuto ai senza fissa dimora, la distribuzione di coperte, abiti e pacchi vari, corsi di italiano per stranieri, pasti solidali, soccorso invernale, accoglienza ai rifugiati, sostegno alle famiglie indigenti, soccorso ai terremotati. Nel 2017, sono state 12.165 le persone assistite attraverso il banco alimentare e 50.295 quelle assistite per l’emergenza freddo.

 

DAL CAPPUCCINO SOSPESO AD ANGEL TREE. L’Esercito della Salvezza ha tessuto reti solidali importanti in tutta Italia, con tante iniziative e progetti.

esercito della salvezzaAd esempio, il Cappuccino sospeso in molti bar di Roma, che riprende il “caffè sospeso” di Napoli. Partita da San Lorenzo, l’iniziativa è arrivata fino a Tor Bella Monaca, con grande successo.
“Angel tree” è un’altra lodevole iniziativa, nata a Roma nel 2015 per permettere ai genitori in condizioni di povertà di esaudire i desideri di Natale dei bambini.

Grazie alla collaborazione con il Servizio Sociale del II Municipio della Capitale, viene trascritta la lista dei bambini a cui destinare le donazioni, i loro nomi e desideri sono scritti su angioletti di carta e proposti ad aziende e cittadini che vogliono dare una mano per questo progetto. Grazie alla donazione di Acea (servizi per energie), nel 2016 si è riusciti ad accontentare le richieste di 62 famiglie.

Il Cappuccino sospeso ed Angel tree sono stati premiati al Premio Formica d’Oro 2017, istituto dal Forum del Terzo Settore del Lazio.

 

LE PROSPETTIVE PER IL 2018. «Sogniamo un mondo in cui non ci sia bisogno delle attività dell’Esercito della Salvezza, ma finché ce ne sarà bisogno continueremo con il nostro impegno che, speriamo, possa contare ancora sul sostegno di tante persone. Le prospettive di crescita sono tante, in sinergia con le realtà dei territori», spiega il Tenente Colonnello Massimo Tursi.
«Il Reddito di Inclusione Sociale ha dei limiti negli stanziamenti economici: circa 1 miliardo e 700 milioni all’anno, il 25% di quello che è l’obiettivo nell’Alleanza contro la povertà», afferma Bruno Izzi, portavoce dell’Alleanza regionale contro la Povertà del Lazio, durante la presentazione del Rapporto di Missione 2017. «Bisogna lavorare per aumentare le risorse, che rappresentano un efficace strumento di lotta alla disuguaglianza».

esercito della salvezza«Tra i nostri tanti interlocutori, la Asl è fondamentale. È importante far sì che le persone senza fissa dimora riescano ad avere una dimissione protetta, una volta usciti dalle strutture, nel 2018 vogliamo lavorare affinché quest’obiettivo venga inserito nell’agenda dei parlamentari», spiega Francesca Danese.

Ad Atena Lucana, in provincia di Salerno, è nato il centro di prima accoglienza “Uliveto”, che si occupa dell’accoglienza dei rifugiati e dei richiedenti asilo politico. «Si tratta di una piccola comunità che tende a chiudersi: bisogna vedere l’altro come una ricchezza nello scambio culturale. I ragazzi che accogliamo li sento come parte della mia famiglia», racconta la Capitana Maria Catalanotto del Progetto Rifugiati.
«Abbiamo potuto abbattere i muri di pregiudizio e di diffidenza, molte aziende hanno assunto i ragazzi, vogliamo continuare il nostro lavoro su questa strada. Il centro di Atena è la dimostrazione che l’integrazione è possibile. Gli orizzonti ristretti possono allargarsi, anche se ciò richiede sforzo e fatica. Ma basta cambiare prospettiva, pensare che non si tratta dell’ “altro”, ma del “mio prossimo”. Le nostre sono come gocce nel mare dei bisogni, ma contribuiamo a dare una mano alla realizzazione dei sogni».

Le immagini sono tratte dalla pagina Facebook dell’esercito della Salvezza Italia.

 

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