FLUMEN 2023. QUALI LE PROSSIME SFIDE PER IL TERZO SETTORE?

Di politiche e prospettive per rispondere alle sfide locali e globali per comunità più inclusive, resilienti e pacifiche si è discusso in una tavola rotonda sul ruolo del Terzo settore, nell’ambito di Flumen 2023

Quale il ruolo che potrebbero avere i cittadini che si organizzano e decidono autonomamente di dedicarsi a specifiche questioni che oggi definiremmo “attività di interesse generale” in base all’articolo 118 comma 4 Costituzione italiana, che stabilisce “Stato, Regioni, Città metropolitane, Province e Comuni favoriscono l’autonoma iniziativa dei cittadini, singoli e associati, per lo svolgimento di attività di interesse generale, sulla base del principio di sussidiarietà”? Il Codice del Terzo Settore, nell’articolo 5, individua le attività di interesse generale a cui si dedicano, prevalentemente, gli Enti di Terzo settore. Come dice la Corte Costituzionale nella Sentenza 131/2020, il Codice ha procedimentalizzato l’art. 118 della Costituzione; rendendolo procedimento amministrativo, ha cioè favorito lo sviluppo della partecipazione dei cittadini alla vita pubblica nel rispetto del principio della sussidiarietà praticato dall’ autonoma iniziativa dei cittadini, singoli e associati. Il Codice del Terzo settore ha, infatti, tra le sue finalità la promozione del ruolo e della funzione del Terzo settore e, in sostanza, il protagonismo dei cittadini organizzati nella vita e nelle attività pubbliche.

Questi i temi al centro della tavola rotonda Ruolo, sfide e prospettive del Terzo Settore – nell’ambito di Flumen 2023 Festival dell’ecologia, della nonviolenza e delle migrazioni organizzato da associazione Io, Noi, Biblioteca per la Nonviolenza e Movimento Nonviolento con il supporto di CSV Lazio ETS – con la partecipazione di Giulio Rosso (Focus Casa dei Diritti sociali), Rosa Ilardi (Cooperativa Assistenza e Territorio) e Mario German De Luca (Associazione La Tenda) e la moderazione di Claudio Tosi, CSV Lazio. Durante la tavola rotonda si è quindi osservato il ruolo del Terzo Settore sia il punto di vista dei cittadini che delle istituzioni.

I cittadini e gli approcci collaborativi

Flumen 2023
Alla tavola rotonda sul ruolo, le sfide, le prospettive del Terzo settore organizzata all’interno di Flumen 2023 hanno partecipato Giulio Rosso (Focus Casa dei Diritti sociali), Rosa Ilardi (Cooperativa Assistenza e Territorio) e Mario German De Luca (Associazione La Tenda). A moderare Claudio Tosi, CSV Lazio

Il cittadino, di solito, parte da una sensibilità personale, culturale, sociale, politica, valoriale, avendo maturato l’attenzione ad un tema perché coinvolto personalmente o attraverso le vicende di parenti ed amici, come nel caso delle tematiche sulla disabilità, sulle malattie rare, sulle donazioni di organi. La sensibilità individuale si sviluppa per ragioni culturali e sociali legate, ad esempio, all’educazione e alla formazione, all’ambiente, al clima, alla partecipazione. Vi sono poi anche cittadini sensibili alle questioni politiche o valoriali come il protagonismo nella vita pubblica, le discriminazioni ed il razzismo, il desiderio di uguaglianza e di pace tra gli esseri umani. Quello che accomuna queste ed altre sensibilità personali, nel nostro contesto, è la loro predisposizione a cercare altri cittadini che le condividano. Questa ricerca favorisce, quindi, la condivisione con altri per cercare di migliorare o cambiare lo stato delle cose. Per realizzare le collaborazioni occorre, però, che la singola persona abbia una certa quantità di fiducia nelle altre persone che ha individuato. Questo passaggio non è affatto facile poiché è in controtendenza con una cultura diffusa che potremmo sintetizzare con espressioni quali l’individualismo, la concorrenzialità tra persone, la selezione dei migliori. Gli approcci collaborativi nascono e si diffondono quando un numero di persone che condividono quelle sensibilità trovano utile avviare pratiche ed azioni comuni per affrontare insieme le questioni. A quel punto è più facile che ci si strutturi nelle forme di organizzazioni che si sono determinate nel tempo storico e che, attualmente sono, nell’ambito degli enti di Terzo settore, soprattutto le associazioni e le cooperative.

Le istituzioni e l’amministrazione condivisa

 Lo Stato riconosce, promuove e facilita il ruolo dei cittadini organizzati in Enti di Terzo settore. Anche questa tendenza è verosimilmente condizionata, storicamente, dall’affievolirsi della concezione dello Stato come unico depositario della salvaguardia dell’interesse generale che è stato, per tanti anni, contrapposto agli interessi privati, pur legittimi, che sono considerati sempre parziali e, tutto sommato, non affidabili.
In questo contesto è stato naturale un sostanziale sospetto e – potremmo dire – una sfiducia da parte dello Stato nei confronti dei cittadini. La tendenza, come accennato, alla accentuazione della sfiducia da parte dei cittadini nello Stato pone agli enti pubblici il tema fondamentale delle società moderne: occorre misurarsi con gli orientamenti dei cittadini e con il consenso nei confronti delle istituzioni. I cittadini non credono più, a priori, che lo Stato, e tutte le articolazioni politiche ed amministrative, facciano gli interessi di tutti e vogliono sapere, vigilare, incidere nelle decisioni pubbliche. Recentemente i legislatori hanno prefigurato un ruolo ed una concezione nuova dei cittadini stessi, da deleganti e utenti delle amministrazioni pubbliche a compartecipi della cosa pubblica, sia in ordine alle scelte e priorità delle funzioni pubbliche che alla realizzazione degli interventi e dei servizi che fanno riferimento agli interessi generali previsti dalla Costituzione e individuati dal Codice del Terzo Settore. Si tratta dell’introduzione dell’Amministrazione condivisa tra pubblica amministrazione ed enti del Terzo settore, che sostanzia il riconoscimento del ruolo dei cittadini attivi organizzati attraverso le forme collaborative della co-programmazione, della co-progettazione, dell’accreditamento e della convenzione.

Le sfide e le prospettive future

Flumen 2023
Per le istituzioni la sfida principale è quella della costruzione di un rapporto rinnovato con i cittadini e le organizzazioni che questi attivano

Questo nuovo scenario sarà impegnativo per tutti i soggetti coinvolti. Per i cittadini organizzati in ETS di tutte le tipologie la principale sfida da affrontare sarà quella di praticare il ruolo di attivatori di protagonismo ed autonomia dei cittadini all’interno delle loro organizzazioni. Occorre sostanziare con pratiche quotidiane un modello di organizzazione che ha caratterizzato per tanto tempo le associazioni e le cooperative: la partecipazione diffusa e strutturata dei soci all’ideazione e alla realizzazione delle azioni che si definiscono collettivamente. Un cittadino attivo collabora e determina le scelte della propria organizzazione e, solo dopo o parallelamente, le realizza in prima persona.
Questa caratteristica a volte appare minacciata dalle proposte di efficientamento e/o managerizzazione (la tendenza a far prevalere il ruolo e le responsabilità imprenditoriali) fatte anche agli enti di terzo settore, come presupposto per attivare collaborazioni con altri soggetti. Senza entrare nel dettaglio di una questione che potremmo definire di egemonia culturale, è nel ruolo di promotori del protagonismo dei cittadini che si sostanzia l’utilità sociale ed anche politica del Terzo settore e non nella sua omologazione alle imprese profit. Le associazioni e le cooperative hanno, inoltre, di fronte la necessità di connettersi tra loro e con altri ETS del loro territorio e/o della loro tematica. Praticare con questi le collaborazioni e collegarsi sia con le amministrazioni pubbliche che con i soggetti profit, che hanno nelle loro strategie quella di prendere sul serio l’art. 41 comma 2 della Costituzione: “La legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l’attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali e ambientale”. (“Art. 41. (1) L’iniziativa economica privata è libera. Non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla salute, all’ambiente, alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana. La legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l’attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali e ambientali”). Per le istituzioni la sfida principale è quella della costruzione di un rapporto rinnovato con i cittadini e le organizzazioni che questi attivano, sia per migliorare la qualità e l’aderenza dei servizi pubblici alle esigenze ed ai bisogni che mutano che, in definitiva, per migliorare il clima di fiducia reciproca tra i cittadini e le amministrazioni pubbliche e le istituzioni democratiche. Le istituzioni hanno iniziato a dare segnali di considerazione prioritaria a questo tema con la produzione legislativa di questi ultimi anni, con l’attenzione ai processi di trasparenza dell’azione pubblica, con le politiche e le pratiche di “Governo aperto” e con la priorità data al dovere di rendere conto, in modo comprensibile a tutti i cittadini, delle attività e delle scelte. Il riferimento è al lavoro in corso sul governo aperto, la messa a disposizione di dati e decisioni e la propensione a spiegare ed illustrare in modo comprensibile a tutti le scelte. Per ognuna di queste azioni ci sono termini in inglese, preferisco rimandarvi al sito del Ministero della Funzione Pubblica. Sembra un percorso interessante, ma complesso. Serviranno pratiche nuove ed occorrerà che i soggetti interessati si cimentino e, magari, sbaglino. Non per abbandonare, ma per migliorare le pratiche.

FLUMEN 2023. QUALI LE PROSSIME SFIDE PER IL TERZO SETTORE?

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