LA GIORNATA DELLA LENTEZZA, CHE È UN BENE COMUNE

Si festeggia il 9 Maggio, per il decimo anno. La Giornata della Lentezza è un invito a fermarci e a ricordare di “vivere al ritmo del tempo”

L’idea di ragionare sul tempo nasce 17 anni fa. «Abbiamo iniziato a pensarci qualche giorno dopo il 21 agosto 1999, giorno in cui mi sono tuffato su di uno scoglio, poiché facevo tutto di corsa. Di lì la riflessione con tanti amici scontenti dell’affanno e della frenesia in cui vivevamo e il pensiero di poter fare qualche cosa a partire dal nostro tempo, che è gratis (per noi) e che spesso sciupiamo, un po’ come l’ambiente. Nel 2004 è nata L’Arte del Vivere con Lentezza», dice Bruno Contigiani, scrittore e fondatore dell’associazione L’Arte del Vivere con Lentezza.
Giornata della lentezzaLa prima edizione della Giornata della Lentezza del 19 febbraio 2007 registrò un successo mediatico imprevedibile e clamoroso. Nel frattempo la lentezza è diventata trendy, sempre più persone sono alla ricerca di una vita più soddisfacente, con ritmi meno frenetici e più tempo libero di qualità.
In questi anni, durante la manifestazione, i partecipanti hanno condiviso letture e passeggiate, fatto multe a persone ignare, che frettolosamente erano prese dalla loro vita quotidiana, a Milano, New York, Shanghai, Londra, Parigi, Tokyo.
«Durante questi 10 anni, le iniziative della Giornata mondiale della Lentezza sono cresciute in quantità e si sono diversificate. Quest’anno sono più di 50, tra cui tre università: la Cattolica di Milano, la Scuola del Design del Politecnico di Milano e la facoltà di Economia e Commercio dell’Università di Ferrara», spiega Contigiani. Tante le città che organizzano eventi, da Alba a Ziano Piacentino, ma non solo in Italia: anche a Le Havre e a New York hanno confermato le loro adesioni. «Oltre alla Giornata, portiamo avanti altri progetti. Leggevamo Quattro Libri al Bar, ad esempio, in cui tutti sono invitati a portare un libro, di cui leggere un brano. Organizziamo camminate e incontri di meditazione». Sono anche nati tre libri, scritti da Bruno Contigiani: “Vivere con lentezza. Piccole azioni per grandi cambiamenti” (Editore Orme), “Lavorare con lentezza. Per l’economia che verrà” (Dalai Editore) e “Chi va piano. Piccole alchimie per grandi sentimenti” (Editore Rizzoli). «Con L’Arte del Vivere con Lentezza siamo passati da un’iniziativa un po’ provocatoria alla vera ricerca di vivere con lentezza, vogliamo conoscere chi partecipa alla giornata, che si alimenta delle iniziative che vengono organizzate in giro per l’Italia e un po’ nel mondo».

Impariamo a farci guidare dalla vita

«Senza averci mai riflettuto, ho capito che sono una persona a cui piace cambiare, sono passato dal fare l’allenatore di nuoto, l’insegnante di matematica applicata, il consulente di comunicazione, il giornalista e poi il capo ufficio stampa di IBM Italia, Telecom Italia corporate e Progetto Italia. Due figli, due matrimoni, un divorzio e ora un cohousing con amici sulle colline di Ziano Piacentino (dove da poco è nata una nipotina).
Piano piano ho imparato a farmi guidare dalla vita e a interrogarmi sulla direzione da prendere», racconta il fondatore de L’Arte del Vivere con Lentezza, che porta avanti i vari progetti dell’associazione insieme ad un gruppo di persone. Nel sito si legge: «È difficile definire chi siamo: siamo persone, esseri del mondo che cercano il senso della vita, dei ricercatori, di un equilibrio sopra la follia come canta Vasco Rossi, in una società in continuo cambiamento in cui l’era della glaciazione non è ancora venuta e in tutte le parti della terra sono attivi vulcani sfavillanti».

Giornata della lentezza
Con il progetto India, L’Arte del Vivere con Lentezza è attiva nelle baraccopoli di Jaipur dal 2005

Bruno vive insieme ai suoi amici dell’associazione in un cohousing in collina. «Inizialmente è stata una scelta quasi logica, eravamo quattro nuclei familiari che vivevano in quattro bilocali, con una casa in collina poco frequentata. Al di là di questo, siamo persone molto diverse, alla base di tutto c’è proprio la comprensione di questa diversità, poi ci sono il rispetto e il silenzio. Non sempre i nostri bisogni sono quelli di tutti e gli altri non sono una platea per i nostri sfoghi». Nascono da questa concezione i progetti di solidarietà nelle case circondariali, quelli in favore di bambini e bambine di strada, e non solo.
«L’India è nata dal viaggio di un nostro socio che si è preso un anno sabbatico. Siamo andati a trovarlo e adesso abbiamo messo in piedi delle piccole scuole sotto l’albero nelle bidonville di Jaipur. La scuola, soprattutto per le bambine è fondamentale, si tratta di convincere le famiglie a lasciargliela frequentare. Quest’anno Vidja, una ragazza Dhalit (senza casta) sarà la prima che, dalla Parwa School, accederà a un College in città. Sono piccole cose che danno fiducia». Un’altra importante iniziativa sono i gruppi di lettura in carcere, a Piacenza e Pavia. «Abbiamo anche realizzato un foglio mensile della casa circondariale di Pavia, Numero Zero. Ci piace pensare che queste persone quando escono intraprendono una nuova vita, difficile, ma diversa, con dentro la parola speranza».

La Giornata della Lentezza e i Comandalenti

È importante rallentare i propri ritmi di vita, quando occorre. «Bisogna capire che non esiste un assoluto e che abbiamo diritto a stare bene. È questione di alternanza, sempre adagio non va bene e nemmeno sempre forte, ci rovina soprattutto la frenesia. Quando siamo in difficoltà, quando “sbandiamo”, tendiamo a reagire di scatto, invece prima è meglio rallentare, capire la direzione poi, casomai, riprendere a correre. Fa bene a noi, all’umore, alle persone vicine e direi anche al globo, perché staremmo più attenti a non inquinare e a non sciupare. Sembra che oggi non basti l’eccesso, si ricorre all’estremo, alle sensazioni forti. Si può non far nulla senza annoiarsi, pensando che ne abbiamo diritto. Dobbiamo imparare ad aprire degli “sportellini laterali” nel nostro guardare. Un bambino può giocare per ore con un sassolino, bisogna imparare a osservarlo, ascoltarlo, non sarà un uomo triste se da grande non avrà l’ultima versione dello smartphone».
Sul sito sono pubblicati i Comandalenti, piccole e semplici regole per iniziare a “vivere al ritmo del tempo”. «Ognuno dovrebbe appendere sul frigorifero di casa un magnete con i Comandalenti: la lentezza è un bene comune», conclude Contigiani.

Per chi vuole iniziare, eccoli

1) Svegliarsi 5 minuti prima del solito per farsi la barba, truccarsi o far colazione senza fretta e con un pizzico di allegria.
2) Se siamo in coda nel traffico o alla cassa di un supermercato, evitiamo di arrabbiarci e usiamo questo tempo per programmare mentalmente la serata o per scambiare due chiacchiere con il vicino di carrello.
Giornata della lentezza3) Se entrate in un bar per un caffè: ricordatevi di salutare il barista, gustarvi il caffè e risalutare barista e cassiera al momento dell’uscita(questa regola vale per tutti i negozi, in ufficio e anche in ascensore).
4) Scrivere sms senza simboli o abbreviazioni, magari iniziando con caro o cara…
5) Quando è possibile, evitiamo di fare due cose contemporaneamente come telefonare e scrivere al computer…se no si rischia di diventare scortesi, imprecisi e approssimativi.
6) Evitiamo di iscrivere noi o i nostri figli ad una scuola o una palestra dall’altra parte della città.
7) Non riempire l’agenda della nostra giornata di appuntamenti, anche se piacevoli, impariamo a dire qualche no e ad avere dei momenti di vuoto.
8) Non correte per forza a fare la spesa, senz’altro la vostra dispensa vi consentirà di cucinare una buona cenetta dal primo al dolce.
9) Anche se potrebbe costare un po’ di più, ogni tanto concediamoci una visitina al negozio sotto casa, risparmieremo in tempo e saremo meno stressati.
10) Facciamo una camminata, soli o in compagnia, invece di incolonnarci in auto per raggiungere la solita trattoria fuori porta.
11) La sera leggete i giornali e non continuate a fare zapping davanti alla tv.
12) Evitate qualche viaggio nei week-end o durante i lunghi ponti, ma gustatevi la vostra città, qualunque essa sia.
13) Se avete 15 giorni di ferie, dedicatene 10 alle vacanze e utilizzate i rimanenti come decompressione pre o post vacanza.
14) Smettiamo di continuare a ripetere: “non ho tempo”. Il continuare a farlo non ci farà certo sembrare più importanti.

LA GIORNATA DELLA LENTEZZA, CHE È UN BENE COMUNE

LA GIORNATA DELLA LENTEZZA, CHE È UN BENE COMUNE