GIUBILEO DEI GIOVANI, FONTE D’ISMAELE E MEDICINA SOLIDALE: «PER I PELLEGRINI ACCOGLIENZA E ASSISTENZA SANITARIA»

In via Chiovenda a Roma Fonte d'Ismaele ospita mamme e bambini in difficoltà ed è parte del progetto Vol.A in Rete. Buonomini: «Accogliamo i pellegrini anche presso l'associazione Medicina Solidale e in via Tenuta di Torrenova gestiamo un ambulatorio in convenzione con il Policlinico Tor Vergata, attivo dalle 8 alle 17 per il Giubileo dei Giovani »

di Antonella Patete

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In via Giuseppe Chiovenda, angolo via Palmiro Togliatti, all’interno della scuola Don Bosco, il Centro Fonte d’Ismaele ospita mamme e bambini che si trovano in situazione di emarginazione sociale. Per l’anno del Giubileo, Fonte d’Ismaele è parte della rete di organizzazioni che sono Punti di accoglienza nella città di Roma per offrire supporto e orientamento ai pellegrini in arrivo. L’associazione è, infatti, parte del progetto Vol.A in Rete, promosso dal Dipartimento di Protezione Civile e il Dipartimento Politiche Sociali e Salute di Roma Capitale e attuato da CSV Lazio e Forum Terzo Settore Lazio. «Accogliamo i pellegrini non solo presso il Centro, ma anche presso la nostra associazione gemella, Medicina Solidale, situata in via Aspertini, nel quartiere di Tor Bella Monaca, a due passi da una fermata della metropolitana», spiega Anna Rita Buonomini, responsabile del Centro di accoglienza Fonte d’Ismaele e presidente dell’Associazione Medicina Solidale. «Qui organizziamo laboratori di vario tipo, come quelli artistici e di giardinaggio, e una volta a settimana distribuiamo pacchi viveri grazie a un accordo con il Banco Alimentare. C’è poi una terza sede, destinata all’accoglienza dei pellegrini, che si trova in via Tenuta di Torrenova, dove gestiamo un ambulatorio in convenzione con il Policlinico Tor Vergata, che offre assistenza sanitaria con esenzione ticket a chi ne ha diritto per patologia o per reddito. Inoltre, garantiamo cure anche alle persone straniere non in regola, assegnando loro un codice STP per l’accesso ai servizi sanitari. Se necessario, anche i pellegrini possono usufruire di questa assistenza». Grazie all’impegno di operatori e volontari, i tre Punti di accoglienza sono aperti sia al mattino che al pomeriggio. «I servizi disponibili vanno dalle informazioni stradali all’orientamento e al supporto logistico fino all’assistenza sociosanitaria», sottolinea Buonomini. «Inoltre, in due delle sedi offriamo anche un punto ristoro, oltre a spazi e attività ludiche per i più piccoli».

fonte d'ismaele
Il 28 luglio comincia il 𝐆𝐢𝐮𝐛𝐢𝐥𝐞𝐨 𝐝𝐞𝐢 𝐆𝐢𝐨𝐯𝐚𝐧𝐢. Qui l’offerta di accoglienza per i pellegrini e i turisti di 𝐕𝐨𝐥.𝐀 𝐢𝐧 𝐑𝐞𝐭𝐞

Dall’Osservatorio sui minori all’accoglienza dei nuclei madre-bambino

L’associazione di volontariato Fonte d’Ismaele si trova in una struttura concessa gratuitamente dalle Figlie di Maria Ausiliatrice per realizzare un’opera di carità a favore dei minori fragili. Ha iniziato a operare nel 2018, allorché un gruppo di esperti nel settore delle problematiche minorili, tra cui medici, avvocati ed educatori, avevano promosso la creazione di un Osservatorio in collaborazione con l’Ufficio Migrantes del Vicariato di Roma. Questo Osservatorio aveva l’obiettivo di monitorare le situazioni di disagio dei minori migranti nella capitale, con particolare attenzione alle periferie più nascoste, dove disagio ed emarginazione sociale rendono ancora più difficili le condizioni di vita dei più giovani. Nei mesi successivi si è definito come una struttura socio-educativa e riabilitativa, offrendo visite pediatriche, cure odontoiatriche, percorsi educativi per bambini, logopedia e altre specialità mediche.

Katia e le altre, l’arrivo delle famiglie ucraine in fuga dalla guerra

L’accoglienza alle mamme e ai bambini è partita nel marzo 2022, quando al Centro Fonte d’Ismaele arrivarono le prime madri ucraine in fuga dalla guerra insieme ai loro figli. «Avendo a disposizione un grande spazio, la presidente Lucia Ercoli decise di metterlo gratuitamente a servizio dell’accoglienza d’emergenza, mentre gli organi preposti si stavano ancora organizzando», racconta Buonomini. Roberta De Sanctis, membro dello staff, ricorda: «La prima ad arrivare fu Katia. Pochi giorni dopo lo scoppio del conflitto alcuni amici ucraini che vivevano in Italia andarono a prenderla al confine e la portarono a Roma, perché abitavano in una casa troppo piccola per poterla ospitare insieme alle sue due figlie di sette e diciassette anni». Grazie a un annuncio pubblicato dalla stessa Fonte d’Ismaele sui social e dal successivo passaparola, Katia e i suoi figli arrivarono al Centro, che aveva la disponibilità di una quindicina di posti. Dopo Katia, dall’Ucraina arrivarono molti altri nuclei formati da donne e bambini. «Per fare loro spazio abbiamo liberato le stanze adibite a sale di riabilitazione, come la quella della terapista della neuropsicomotricità e della logopedista», aggiunge Buonomini. «Sono rimaste con noi fino a quando non hanno trovato un lavoro e una casa, oppure fino a quando non sono tornate nelle loro abitazioni, poiché nel frattempo, nelle aree in cui vivevano, il conflitto si era attenuato». Oggi al Centro vivono 14 donne e bambini. Come in ogni centro di accoglienza, qui non trovano solo un rifugio, ma anche un’opportunità per ricominciare. Un percorso che le aiuta a rimettere in moto le loro vite e quelle dei loro figli, cercando di superare le difficoltà in vista di nuove prospettive.

Immagine di copertina Fonte d’Ismaele

GIUBILEO DEI GIOVANI, FONTE D’ISMAELE E MEDICINA SOLIDALE: «PER I PELLEGRINI ACCOGLIENZA E ASSISTENZA SANITARIA»

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