GLI STRANIERI SI ACCOLGONO INSEGNANDO LA LINGUA. COSÌ SI FA IN AMERICA

Formazione degli insegnanti, istruzione equa, valorizzazione del bilinguismo. Così si integrano i ragazzi stranieri. Senza chiedere i documenti

Sul tema della integrazione linguistica, la Rete Scuolemigranti, in collaborazione con l’Ambasciata americana, ha organizzato un incontro con Delia Pompa, figura di primo piano dell’istruzione statunitense, nota per la sua esperienza con studenti di lingua inglese. L’appuntamento è stato un’occasione di conoscenza e confronto sulle strategie formative per l’inclusione scolastica degli alunni che non parlano la lingua del paese ospitante ed un momento di confronto con le esperienze di insegnamento dell’italiano e di educazione per bambini e ragazzi stranieri del territorio di Roma e Lazio.

«Sono molto felice di essere qui. Sono figlia di una famiglia di emigranti, molte persone pensano che sia italiana, è un grande onore per me», ha detto Delia Pompa, provando a parlare nella nostra lingua. «L’immigrazione è un fenomeno internazionale, che riguarda tutto il mondo, dobbiamo fare in modo che le persone accolgano altre persone».

Integrazione linguistica al primo posto

«Forse noi americani ci concentriamo soprattutto sulla integrazione linguistica, voi più sull’integrazione culturale». Quest’affermazione è subito smentita da tutte le associazioni presenti all’incontro, che lavorano proprio sull’integrazione linguistica.

«Il 75% degli English Learner sono nati negli USA, si tratta di immigrati o di figli di immigrati. In America l’80% degli immigrati è di madrelingua spagnola, le persone provengono da più di 250 Paesi diversi. Vengono offerti servizi particolari per lo studio della lingua. L’80% degli insegnanti ha almeno uno studente English Learner in ognuna delle proprie classi: non è più una situazione passeggera, sarà sempre così e bisogna adattarsi».

In ogni scuola statunitense, tutti gli studenti devono far compilare dai genitori un questionario riguardante le lingue che si parlano a casa.

La tutela degli English Learner

«Gli English Learner negli Usa sono protetti da due sentenze della Corte Suprema. Una del 1972 afferma che gli English Learner devono avere accesso agli stessi programmi scolastici degli altri studenti, per un’istruzione equa». Delia Pompa fa notare come si parli di istruzione “equa” e non “pari”, per sottolineare quanto venga data a tutti gli studenti l’offerta linguistica necessaria a raggiungere gli stessi risultati, per un’equità di opportunità.

Un’altra sentenza della Corte Suprema del 1981 ha stabilito che le scuole non possono chiedere i documenti: bisogna accettare qualunque studente, anche chi non li possiede. È importante sottolineare un altro fattore importante: il riconoscimento del valore della doppia lingua. Si stanno attivando programmi per bambini non English Learner e per bambini English Learner.

integrazione linguistica
Tivoli. Un corso di italiano della Casa per i Diritti Sociali.

Paola Toniolo Piva, coordinatrice della Rete Scuolemigranti, spiega che ci sono delle analogie con la scuola italiana. «Anche qui in Italia non vengono richiesti documenti agli studenti nelle scuole. Le esperienze di scuole bilingue, che cominciano a piacere ai genitori di classe media, possono presto arrivare anche da noi. Ad esempio, i cinesi qui a Roma, a piazza Vittorio, hanno una scuola di italiano all’istituto Di Donato e nell’associazione Il Ponte seguono un corso di cinese, frequentato anche dai bambini italiani. Così, tra un po’ di anni, anche gli italiani avranno possibilità lavorative in più. Noi di Rete Scuolemigranti riuniamo 97 associazioni, di queste 43 (oltre all’italiano agli adulti) insegnano italiano ai minori. La rete svolge attività di supporto alle associazioni, invia docenti di lingua italiana, attività di aggiornamento e di formazione, condivisione delle politiche».

L’esperta americana spiega che gli insegnanti americani devono essere dotati di qualifiche specifiche, devono sapere come insegnare l’inglese e anche essere in grado di coinvolgere le famiglie. Essere English Learner non è una condizione permanente, esistono dei criteri di uscita: una volta raggiunto un certo livello di inglese, non si hanno più dei diritti.

L’importanza della comunità

«Esistono dei supporti per l’integrazione nella comunità», continua Delia Pompa. «Nella maggior parte delle scuole, qualcuno ha il compito di integrare gli studenti e di comunicare con i genitori. La scuola ha bisogno della comunità, ci deve essere tra di esse un rapporto di fiducia, e quindi ci devono essere connessioni».

I ruoli della comunità per la integrazione linguistica degli studenti English Learner sono: il sostegno, i servizi di supporto e il coinvolgimento familiare. «Le comunità mettono a disposizione la formazione per i genitori, li fanno partecipi della responsabilità e dei diritti che hanno in quanto genitori, spiegano loro i servizi offerti, di cui non sono a conoscenza».

E se a volte il compito appare così difficile che si rischia di scoraggiarsi, secondo Pompa occorre ricordare che «non si può tardare l’istruzione. Abbiamo delle grandi sfide da affrontare, troveremo il sostegno nel lavoro degli altri per rafforzare il nostro operato».

 

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