
KARAWAN FEST 2025 A TORPIGNATTARA, LABORATORIO SPONTANEO DI CONVIVENZA
Karawan Fest, Festa di cinema, commedie e culture, torna dal 9 al 16 luglio al Parco Sangalli. Con il linguaggio del cinema e un tocco di leggerezza ci parlerà di convivenza, identità e incontro tra culture. Ottoni: «Volevamo riportare il cinema a Torpignattara. E siamo partiti dalla caratteristica più evidente del quartiere, la multiculturalità»
03 Luglio 2025
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Non capita spesso, quando parliamo di cinema, di incontrare un festival consacrato al sorriso, al viaggio, al moto perpetuo, che propone nel suo programma per lo più commedie e film brillanti, racconti di formazione, ricerca, convivenze possibili. Se cercate questo, Karawan, Festa di cinema, commedie e culture è quello che fa per voi. Andrà in scena dal 9 al 16 luglio al Parco Sangalli, a Tor Pignattara, a Roma (QUI IL PROGRAMMA COMPLETO). Come non volere bene a un festival di cinema che prova ad affrontare con un tocco di leggerezza le tematiche della convivenza, dell’identità, dell’incontro/scontro tra culture? Karawan è diventato un festival vero e proprio negli ultimi 4 anni, dal 2021. Ma il progetto nasce già nel 2012. «La scintilla è stata riportare il cinema a Torpignattara», ci spiega Carla Ottoni, Direttrice artistica del Festival. «A parte il cinema Aquila al vicino Pigneto, in uno dei quartieri più densamente popolati di Roma non c’era un cinema né alcuna rassegna. Volevamo riportare il cinema dove non c’era, in un quartiere che ha una tradizione nella Storia della Settima Arte. E siamo partiti dalla caratteristica più evidente del quartiere, la multiculturalità: Tor Pignattara è un laboratorio spontaneo di convivenza, anche senza progetti e investimenti, che però adesso dovrebbero arrivare: i laboratori prima o poi devono diventare modelli. Abbiamo voluto creare una cornice di incontro, dove scoprire le culture degli altri, ma in modo reciproco: ci sono anche i film italiani. Mettere su grande schermo le lingue, i paesaggi, i colori dei Paesi da cui vengono le persone che vivono qui. E dall’altra parte dare importanza al cinema italiano, con il progetto che porta a scegliere il film di chiusura e la selezione dei corti». Prima di trovare il suo luogo naturale al Parco Sangalli, un luogo rappresentativo del quartiere, interculturale e intergenerazionale, il team di Karawan Fest ha proiettato cinema ovunque, in ogni strada e angolo possibile.
Torpignattara: un modello di multiculturalità orizzontale
Aperto a tutti, con un sorriso sempre pronto verso l’altro e verso altri mondi, Karawan Fest viaggia senza confini precisi, ma scegliendo cinematografie dai sentieri meno battuti, terre nuove da scoprire. Si tratta di cinematografie vitali e sorprendenti: dalla Cina al subcontinente indiano, passando per il Nord Africa, l’Europa dell’Est e il Sud America. «È come se fosse una lente caleidoscopica del ricco, variegato, intrecciato tessuto sociale e culturale che si trova in questo quadrante di Roma: Torpignattara, Centocelle, Quadraro, Pigneto» commenta la direttrice del festival. «Qui si trovano tantissime comunità stabilmente residenti a Roma da decenni, sono i nuovi cittadini. Qui c’è uno spazio e un tempo in cui viene valorizzato un modello di multiculturalità orizzontale, dove le varie parti sono in dialogo tra loro: un modello che una città come Roma deve quasi dare per scontato. Sono persone che risiedono stabilmente a Roma: i figli sono nati qui e frequentano le nostre scuole. Per cui sono portatori di più identità. In questo quartiere c’è una complessità che proviamo a portare nella selezione di cinematografie che hanno molto da dire e che circolano poco».
Arzé: Ladri di biciclette per raccontare il Libano
Tra i film ci sono delle anteprime italiane. Tra queste il film d’apertura, Arzé di Mira Shaib, che sarà presente al festival (Libano / Egitto / Arabia Saudita, 2024, 93′), ispirato a Ladri di biciclette, capolavoro del Neorealismo che continua ad essere di ispirazione per tanti film, archetipo di un modo di raccontare la difficoltà della vita. Ma quella storia qui è raccontata con umorismo. «La protagonista cerca si sbarcare il lunario consegnando a domicilio con il figlio i piatti che cucina», ci racconta Carla Ottoni. «Ma al ragazzo viene rubato il motorino, e per cercarlo attraversa Beirut, una città dalle tante identità religiose e culturali. Ogni volta che entra in una parte diversa lei deve cambiare il modo di vestirsi e di parlare. È una storia perfetta per l’edizione di quest’anno, Mutazioni». L’umorismo è il solo modo di sopravvivere. In Libano ma anche qui. «In un quartiere con tante culture diverse, senza una politica di welfare culturale precisa che sostiene le criticità, o la prendi con filosofia o non sopravvivi», commenta la direttrice di Karawan. «L’umorismo è un passe-partout per entrare in varie situazioni, ma anche per uscirne».

Successor: il Truman Show che racconta la Cina di oggi
Successor di Peng Damo e Yan Fei (Cina, 2024, 133′), in anteprima romana, fa invece riferimento a un altro grande classico, The Truman Show, per raccontare la Cina di oggi. «È uno dei film più divertenti in assoluto», commenta Carla Ottoni. «Lo spunto è paradossale: una famiglia che finge di essere povera e mette su un set, una sorta di Truman Show, per non far crescere il figlio viziato. Ma è ricchissima. Quando salta agli occhi il divario tra l’estrema ricchezza di questa famiglia e le condizioni in cui fingeva di vivere ti rendi conto dei dislivelli che ci sono in Cina. La commedia per noi non è stata una scelta di disimpegno, ma una scelta politica, una chiave per raccontare vizi e deformazioni della società». Si può parlare con leggerezza anche di temi importanti, come in The Fisherman di Zoey Martinson (Ghana, 2024, 105′). «È una fiaba, ma tocca temi come l’empowerment femminile e i modelli di pesca sostenibile nei Paesi i via di sviluppo» ci spiega la direttrice. «Ogni film racconta parti di mondo presenti in questo ampio quadrante di Roma o temi importanti al centro dell’Agenda Onu 2030, con una forma apparentemente leggera, ma che coglie nel segno con un dialogo, una battuta o un’inquadratura che arriva dove deve arrivare».
Winners: dalla Siria a Berlino, il calcio è integrazione
Una di queste storie è Winners (Sieger Sein) di Soleen Yusef (Germania, 2024, 119′), presentata in collaborazione con Goethe Institut Rom, con la regista che sarà ospite in collegamento. È la storia di una ragazza curda, fuggita dalla Siria con la sua famiglia, che vive a Berlino: non ha amici e parla a malapena il tedesco, ma conosce il linguaggio del calcio. «Quando ho visto questo film al Festival di Giffoni, mi sembrava girato nella scuola delle mie figlie, la Laparelli» spiega Carla Ottoni. «Ciò che vediamo è quello che succede anche da noi: qui più della metà delle classi sono composte da bambini che hanno un background migratorio. Dal film si notano gli strumenti che loro mettono in campo e noi ancora non abbiamo, un welfare che in Italia ancora non c’è per sostenere dinamiche che qui sono ancora lasciate alla spontaneità, all’arte di arrangiarsi. Al centro del film c’è la squadra femminile della scuola, il calcio come mezzo per sentirsi parte di un gruppo dove le ragazze sono tutte molto diverse».
C’è sempre una ragazza, qui alla ricerca dell’amore perfetto, al centro di Bad Girl di Varsha Bharath, anche lei presente al festival (India, 2025, 115′). «È un romanzo di formazione, di educazione sentimentale al femminile che destruttura tanti luoghi comuni riguardo alla crescita personale, non solo in India, ma a livello universale. È un racconto originale e fuori dagli schemi».

Karawan Fest 25. Raccontare la mafia con Pietro Grasso e Pif
Il Karawan Fest 2025 si chiuderà il 16 luglio con un momento speciale: Da che parte stai? Tutti siamo chiamati a scegliere, un talk con Pietro Grasso per parlare di mafia e antimafia attraverso il fumetto, che dialogherà con Andrea Meccia di ÀP-Antimafia Pop Academy di Roma. E introdurrà la proiezione de La mafia uccide solo d’estate di Pif (Italia, 2013, 90′), che sarà presente in collegamento, scelto da studenti e studentesse dei laboratori di didattica audiovisiva che l’associazione tiene nei centri di insegnamento dell’Italiano L2 a Torpignattara. «Qui confluiscono due progetti, il festival e Impariamo l’italiano con il cinema» ci ha spiegato Carla Ottoni. «Lo abbiamo portato qui per un momento di restituzione pubblica e aggiungere un film italiano, scelto dagli studenti del centro L2 per adulti, che così diventano una sorta di comitato selezionatore. E assegnano il Premio Nuove cittadinanze a un cinema che sa rappresentare la cittadinanza non solo come uno status, ma come uno spazio dove tutti trovano posto. Uno spazio fondato sui diritti e la partecipazione».
Karawan Fest 2025 è un progetto ideato e organizzato da BIANCO E NERO APS. Promosso da Periferia Capitale – il programma per Roma della Fondazione Charlemagne, Goethe Institut Rom. Con il patrocinio di Municipio Roma V. In collaborazione con CSV Lazio ed Ecomuseo Casilino Ad Duas Lauros.
Partner: BLU Spazio delle arti, Altra Mente Scuola per tutte e tutti, Asinitas, CPIA1 Via Policastro.
Media partner Sentieri Selvaggi, Reti Solidali
