LE PAROLE DEL GIUBILEO: UN PERCORSO DI RIFLESSIONE PER L’ANNO GIUBILARE

Il primo volume della collana Caritas EDB “Le parole del Giubileo”, realizzato da Caritas Italiana con il Forum Disuguaglianze e Diversità è dedicato alla speranza. Don Marco Pagniello: «Sul bene possibile e sperabile non ci sono divisioni»

di Ilaria Dioguardi

5 MINUTI di lettura

ASCOLTA L'ARTICOLO

«Siamo felici oggi di presentare questo volume che abbiamo realizzato con il Forum Disuguaglianze e Diversità di cui Caritas Italiana è parte», ha detto don Marco Pagniello, direttore di Caritas Italiana, aprendo l’incontro Le parole del Giubileo. Comunicare la speranza, organizzato in occasione della presentazione de Le parole del Giubileo. Percorsi di speranza tra disuguaglianze, fragilità e giustizia sociale”, primo volume della collana Caritas EDB, realizzato da Caritas Italiana con il Forum Disuguaglianze e Diversità. «Riprendendo una frase di Papa Francesco dico che “tutti sperano”. E se per noi cristiani la speranza ha il nome di Gesù Cristo, per chi non crede o ha difficoltà a credere cosa è la speranza? Leggendo il testo scopriremo che sul bene possibile e sperabile non ci sono divisioni». L’incontro ha avuto al centro il tema della speranza, vista in una prospettiva laica e in una prospettiva cristiana e ha visto in dialogo monsignor Calogero Peri, vescovo di Caltagirone, membro di presidenza di Caritas Italiana e Fabrizio Barca, co-coordinatore del Forum Disuguaglianze e Diversità.

 Una speranza individuale e collettiva

«Ricostruire speranza è la priorità della nostra azione», ha detto Fabrizio Barca. «La speranza è un sentimento, un’aspettativa di circostanze positive nel proprio sentire. Per don Pagniello è “scintilla che accende i processi di cambiamento”, “eleva l’indispensabile dell’azione” riprendendo Gramsci. Una speranza che sia individuale e collettiva perché non esiste dicotomia tra queste due se la speranza individuale arriva ad includere lo star meglio degli altri, e se la speranza collettiva non cessa di misurarsi con ogni singola persona. Non è un caso che la negazione di ogni speranza, la negazione di ogni possibilità di cambiamento, la negazione dell’esistenza di un’alternativa al modo in cui viviamo è stato lo strumento principale con cui la cultura dominante ha cercato di sopire ogni sussulto, ha cercato di evitare che il dolore si trasformasse in un moto di cambiamento. È stata tolta la speranza, in modo particolare, ai giovani. Non è un caso che Jane Goodall ritenga che “il potere dei giovani sia uno dei quattro pilastri della speranza”. Quindi, ricostruire speranza è la priorità della nostra azione», ha proseguito Barca.

La visione di poter cambiare, proposte concrete e un’organizzazione. E l’arte

«Credenti e non credenti ci interroghiamo continuamente sul senso complessivo della nostra vita, sentiamo la necessità di connetterci con qualcosa di più grande di noi, una connessione con l’umanità del passato e del futuro, e anche con tutto l’universo di cui siamo una delle specie. Da questa connessione può nascere una speranza complessiva per un’organizzazione dell’umanità in un modo che consenta un pieno sviluppo della persona umana, come dice la nostra Costituzione», ha continuato Barca. «Per invertire il fatto che la speranza, come dicevo, è stata tolta soprattutto ai giovani, è necessaria la visione di poter cambiare. Inoltre, servono proposte concrete e un’organizzazione. Questa è la nobile funzione della politica. E poi c’è l’arte, che apre squarci e può coinvolgere la nostra emotività».

Monsignor Calogero Peri ha affermato: «Noi testimoniamo una speranza che è in noi ed è una speranza umile. La speranza come sorella dell’accoglienza di un mistero che aumenta il significato della vita. La speranza cristiana è ciò che ci permette non di vedere un mondo diverso da quello che c’è ma di vedere diversamente il mondo. E perché questo avvenga serve l’amore. Chi ama spera e chi spera ama. Ed è quello che ci permette di trovare soluzioni». Monsignor Peri ha continuato dicendo che «la speranza aggiunge futuro al presente. Ma attenzione: non aggiunge un tempo futuro alla speranza, ma aggiunge il futuro del tempo, che significa eternità, stabilità, pienezza. Il volto della speranza cristiana è capovolto: il fine, il compimento, diventano il fondamento dello sperare. Il mistero della resurrezione ci dice che c’è un fallimento, ma non è definitivo: c’è un tempo altro da cui tutto inizia. La speranza della fede va oltre quella parziale dell’uomo».

Speranza: principio di rinnovamento culturale e sociale

I contributi del volume “Le parole del Giubileo. Percorsi di speranza tra disuguaglianze, fragilità e giustizia sociale” tentano di mostrare come la speranza possa diventare principio di rinnovamento culturale e sociale, fermento di un nuovo umanesimo capace di rispondere ai nodi del presente. Il Giubileo, così inteso, diventa occasione per rimettere al centro la persona, rileggere i bisogni della società con sguardo aperto e responsabile, e favorire percorsi di cambiamento che mettano al centro dignità, giustizia e speranza. Dopo i contributi di apertura di don Marco Pagniello e di monsignor Calogero Peri, si articolano i diversi capitoli: “Giovani” di Fabrizio Barca e Carmelo Traina, “La povertà” di Elena Granaglia con la collaborazione di Nunzia De Capite e Giulio Bertoluzza, “Carceri” di Patrizio Gonnella, “La salute e il Servizio sanitario nazionale” di Elena Granaglia e Francesca Moccia, “Immigrazione” di Elena De Filippo, Andrea Morniroli e Katia Scannavini, “Povertà educativa” di Andrea Morniroli e Silvia Vaccaro, “Parole e azioni disarmate e disarmanti” di Marzio Marzorati, Sabina De Luca, Salvatore Fedele e Vittorio Cogliati Dezza.

Il volume presentato rappresenta l’avvio della nuova collana EDB “Abitare il cambiamento”, pensata e realizzata con Caritas Italiana. Propone un percorso di riflessione per l’anno giubilare in corso che prende spunto dai segni di speranza indicati nella Bolla di indizione del Giubileo 2025 per approfondire alcune delle sfide cruciali del nostro tempo: povertà, immigrazione, salute, pace, giovani, povertà educativa e carcereLa speranza è il filo conduttore: non come sentimento astratto, ma come forza concreta e incarnata, capace di ispirare percorsi di trasformazione sociale, culturale e politica e di rimettere al centro la dignità della persona e la giustizia sociale.

———————————————————

le parole del giubileoCaritas Italiana con Forum Disuguaglianze e Diversità
Le Parole del Giubileo
Percorsi di speranza tra disuguaglianze, fragilità e giustizia sociale
EDB, 2025
pp. 204, 15,20 €

LE PAROLE DEL GIUBILEO: UN PERCORSO DI RIFLESSIONE PER L’ANNO GIUBILARE

LE PAROLE DEL GIUBILEO: UN PERCORSO DI RIFLESSIONE PER L’ANNO GIUBILARE