MIO FIGLIO SI DROGA? ADESSO C’È CHI PUÒ AIUTARTI A CAPIRLO

Si chiama "Forse mio figlio si droga" il progetto che offre colloqui gratuiti ai genitori. Per ascoltarli e orientarli

È un abisso di dolorosa solitudine, quello in cui sprofondano i genitori che temono o sono consapevoli che i propri figli assumono sostanze o mettono in atto comportamenti di dipendenza. Smarriti e angosciati, spesso si trovano a vivere situazioni che non comprendono e nelle quali non riescono a reagire prudentemente. Ed è proprio dalla necessità di una loro presa in carico che nasce a Roma il progetto “Forse mio figlio si droga”, promosso dall’associazione Arcipelaghi e l’Istituto Europeo di Formazione e Consulenza Sistemica, con il patrocinio del II Municipio.

«Questo intervento, che stiamo promuovendo nelle strutture sia pubbliche che private, si propone di sostenere, attraverso un servizio di consulenza, i genitori che si chiedono: “Che fare? Come mi devo comportare? Come posso gestire una situazione di questo tipo?”», spiega Claudia Bartalucci, psicologa e psicoterapeuta sistemico-relazionale di Arcipelaghi, associazione impegnata nella promozione del benessere psicologico dell’individuo, della coppia e della famiglia. «In sostanza, il nostro personale esperto offre, presso le nostre sedi di via Lovanio 11 e di via Giorgio Giorgis 10 (Fiumicino), due colloqui di orientamento gratuiti, di circa un’ora e mezza ciascuno, alla coppia genitoriale che si rende conto che il proprio figlio, adolescente o tardo-adolescente, ha un problema di dipendenza, quale può essere anche l’alcol, il gioco d’azzardo o la dipendenza da internet».

Il bisogno di essere ascoltati

Accogliere i dubbi, gli interrogativi e le difficoltà dei genitori, per poi accompagnarli a una maggiore consapevolezza di quanto sta accadendo: sono questi gli obiettivi che il progetto persegue attraverso «una mobilitazione delle loro risorse interne, oltre che della rete relazionale di cui fanno parte», aggiunge Bartalucci. «Fornire le informazioni richieste e procedere a un inquadramento dei problemi contribuisce a mantenere uniti legami familiari che altrimenti rischiano di disgregarsi».

 

mio figlio si droga
Il team dell’associazione Arcipelaghi

Un’azione di consulenza che, seppur breve, ha già mostrato la sua fattibilità ed efficacia: «Abbiamo avuto dei riscontri positivi», riferisce la psicoterapeuta. «Spesso ci troviamo di fronte madri e padri che sono paralizzati e angosciati, eppure a volte basta una rilettura di quello che sta capitando». A volte basta un ascolto attento e disponibile capace di offrire sostegno alle persone: «Le famiglie hanno bisogno di uscire dall’isolamento in cui si trovano», prosegue ancora Bartalucci. «Per questo è fondamentale farle sentire meno sole di fronte a situazioni così drammatiche». Centrale, a tal proposito, è anche la sinergia che i promotori del progetto stanno stringendo con i SerD, i servizi sociali e i servizi per l’età evolutiva, i quali collaborano facendo da ponte tra i genitori interessati alla consulenza e l’associazione.

I numeri in aumento

Un lavoro in rete quanto mai prezioso, se si pensa alla recrudescenza che il fenomeno delle dipendenze ha avuto in questo ultimo anno: un’indagine online sui servizi per le dipendenze condotta a maggio 2020 dal Dipartimento di Epidemiologia del Lazio ha infatti certificato un aumento di richieste avanzate dagli utenti e segnalate dal 52% dei servizi. Già i dati del Dipartimento relativi al 2019 avevano evidenziato valori drammatici: su tutti, quello secondo cui i nuovi pazienti under 20 presi in carico per uso di sostanze stupefacenti sono diventati il 9,3%, contro l’1,7% di quelli già in cura. In aumento, secondo gli ultimi dati del DEP, anche il numero dei giovani sotto ai 20 anni che sono dipendenti da alcol: sono il 2% quelli entrati per la prima volta in carico nel corso dell’anno, erano lo 0,2% un anno prima. «Alla radice di tutto può esserci un desiderio di curiosità, una storia familiare particolare, la presenza di casi di dipendenza già all’interno della famiglia. Ancora, alcuni vedono nelle dipendenze un’autocura per sfuggire dalla realtà che vivono», spiega la psicoterapeuta. «Questi giovani sentono che c’è una mancanza di rete e di sostegno intorno a loro». Da qui, conclude, «il nostro impegno a far recuperare il senso dell’essere “famiglia”».

Al servizio di consulenza del progetto “Forse mio figlio si droga” è possibile accedere fissando un appuntamento attraverso i numeri di telefono 3519780254 – 3284085561 o l’email associazione.arcipelaghi@gmail.com.

 

MIO FIGLIO SI DROGA? ADESSO C’È CHI PUÒ AIUTARTI A CAPIRLO

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